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Marangoni, primo tavolo tecnico in archivio. I sindacati: "Il tempo corre e serve responsabilità, soprattutto per i finanziamenti ricevuti"

Le tre sigle confederate, Provincia e Trentino Sviluppo hanno incontrato Marangoni per approfondire il business plan presentato dall'azienda di Rovereto. Mario Cerutti (Cgil): "Servono risultati nel breve periodo" 

Di Luca Andreazza - 18 febbraio 2017 - 18:23

ROVERETO. "Marchiamo stretto, cerchiamo di stare sul pezzo e di monitorare la situazione", spiega Mario Cerutti, segretario di Filctem Cgil dopo il primo tavolo tecnico con oggetto 'Marangoni'. Mercoledì 25 gennaio l'azienda ha presentato il piano industriale per fronteggiare la crisi. Un business plan articolato su due assi: il primo è di tipo commerciale e prevede la conquista di nuove fette di mercato, il secondo invece di natura organizzativa per implementare efficienza e qualità. Obiettivi difficili, ma se raggiunti potrebbero evitare esuberi occupazionali nel 2017, Dino Maggioni (presidente di Marangoni) dixit.  "Se si tratta - continua - di un piano a lungo termine chiaramente non può andare bene, il 24 settembre scade il contratto di solidarietà per circa 20 lavoratori a rischio e questa data non è così distante come sembra".

 

Il tavolo tecnico che vede seduti oltre alla Filctem Cgil, anche le sigle Femca Cisl e Uiltec UilTrentino sviluppo, Marangoni e la Provincia: "Un approccio diverso: l'intenzione è responsabilizzare gli attori - prosegue il sindacalista - rispettare il protocollo. Il mercato di lavoro è in difficoltà e non ci possiamo permettere di perdere di vista gli obiettivi e la salvaguardia occupazionale, altrimenti è il 'sistema' che rischia di saltare. In questo caso particolare inoltre bisogna tenere presente anche la storia di finanziamenti dell'ultimo quinquennio a beneficio dell'azienda di Rovereto con mittente l'amministrazione provinciale".

 

La situazione è delicata per l'incidenza dell'aumento del costo delle materie prime, le difficoltà del 'core business', il 'ricostruito' per autotrasporto, a causa della crisi e della concorrenza cinese, le capacità produttiva di 'mescole' non ancora saturata e il futuro delle 'gomme piene' rispetto alle decisioni di Onyx: "Il Trentino è una goccia nell'oceano - dice - ma nel nostro piccolo dobbiamo mordere il freno della globalizzazione e della delocalizzazione: si risparmia sui costi, ma poi il prezzo del prodotto non scende. Non si possono fare i miracoli, ma l'Autonomia non è solo collezionare deleghe e competenza, ma saper mettere in pratica e trovare le soluzioni: farsi trovare pronti".

 

Marangoni intende cambiare ritmo e strategia per salvaguardare il polo di Rovereto, un rinnovato percorso che prevede anche sinergie e partnership con altre aziende leader del settore: l'azienda cercherà di concentrare la produzione di mescole e continuerà a realizzare gomme piene per carrelli industriali, facendo inoltre ricorso a contratti chilometrici anziché a pneumatico singolo. "La preoccupazione massima - commentano i sindacati - è la scadenza di settembre e l'assoluta necessità di puntare al consolidamento produttivo e occupazionale del sito roveretano tramite un percorso capace di valorizzare gli 'asset' e le professionalità presenti, un patrimonio da non disperdere".

 

Provincia e Trentino sviluppo sono sulla stessa lunghezza d'onda per quanto riguarda il monitoraggio del business plan: "L'aspetto metodologico è importante - conclude Cerutti -. La situazione è complessa e interlocutoria, ma è stata fissata una road map per intervenire anche con piani alternativi".

 

 

 

 

 

 

 

 

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