Guest Card, albergatori all'attacco: "Chiediamo le dimissioni del direttivo Apt"
Le associazioni di categoria presiedute da Natale Rigotti e Gianni Bort si riuniranno lunedì 12 per affrontare la questione della Guest Card Trentino, dopo la decisione del Consiglio d'Amministrazione Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi di far pagare il 30% a carico degli esercizi ricettivi
TRENTO. La questione Guest Card tiene ancora banco nel settore ricettivo e i titolari degli esercizi di ospitalità promettono una battaglia senza esclusione di colpi: "Siamo pronti a chiedere le dimissioni del direttivo dell'Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi" - dice senza mezzi termini Natale Rigotti, past presidente dell'associazione albergatori e delle imprese turistiche Asat - "e lunedì 12 dicembre ci ritroveremo in assemblea con l'Unione Albergatori Unat per chiedere risposte esaustive e chiare ai vertici aziendali".
E'ormai cosa nota che gli albergatori e gli esercizi extralberghieri non abbiano digerito la decisione di giovedì 10 novembre del Consiglio d'amministrazione dell'Apt cittadina (al tavolo siedono anche cinque albergatori, ndr) che sanciva importanti novità in merito al futuro della Trentino Guest Card. Il passepartout turistico che comprende l'accesso a musei e ai principali punti d'attrazione del Trentino, oltre alla libera circolazione sui mezzi pubblici all'interno del territorio provinciale. La morale della favola è che il 30% dell'importo per coprire i costi ricade sulle strutture ricettive e in cambio i titolari degli esercizi potranno proporre la Card al costo (consigliato) di 5 euro".
"Una comunicazione arrivata senza nessun preavviso - continua il presidente Asat - una lettera inviata agli albergatori e agli operatori extra alberghieri della sezione di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi riportante una richiesta di adesione alla Trentino Guest Card con retroattività dal 1 novembre. L'adesione comporta il pagamento del 30% del valore della card offerta agli ospiti gratuitamente, senza lasciare aperta nessuna possibilità di discussione".
Una presa di posizione scaricata anche da Trentino Marketing: "Abbiamo provato a sentire la Provincia - spiega Rigotti - in merito a questa tematica, ma gli uffici competenti ci hanno risposto che si tratta di un accordo commerciale sul prodotto fra le strutture ricettive e l'Apt. L'azienda per il turismo dovrebbe essere il braccio economico e operativo del settore, ma invece registriamo una totale mancanza di dialogo: le decisioni che interessano un intero comparto devono essere concordate, come avviene negli altri territori, dove queste problematiche non emergono".
Visto il diffuso malcontento, l'Apt sembra sia intervenuta stornando il primo trimestre "ma sono tutte chiacchiere - sottolinea Rigotti - come il fatto che si siano trovati ad analizzare i dati a consuntivo troppo tardi in quanto pervenuti in ritardo. Capiamo che i costi per le Apt siano tanti, ma le attività devono sostenere altrettante spese, senza dimenticare che la promessa fatta appena l'anno scorso è stata ora disattesa: la Trentino Guest Card doveva essere finanziata tramite la tassa di soggiorno, un'imposta innalzata rispetto alle indicazioni dell'assessore (da 1,30 euro negli hotel quattro stelle superior e quattro stelle, 1 euro negli alberghi a tre stelle superior e tre stelle, 0,70 euro negli alberghi di categoria inferiore e nelle strutture extra-alberghiere a 1,50 euro per tutti, ndr) a fronte della gratuità per le strutture. La card inoltre non è un servizio interno e quindi consegue il rispetto di diverse normative, come fatturazione e il corrispondere le relative tasse".
Sembra leggermente più morbida la posizione dell'Unione albergatori presieduta da Gianni Bort: "Le responsabilità sono suddivise - spiega il numero uno di Unat - ma serve chiarezza e siamo sulla stessa lunghezza d'onda dell'associazione albergatori e delle imprese turistiche Asat. La Guest Card dovrebbe essere uno strumento di aiuto e non di costo. Siamo sempre stati contrari alla distribuzione della Card a titolo gratuito all'ospite e ora tutti i nodi vengono al pettine. La categoria non può continuamente rispondere a richieste economiche per risanare mancanze di altri, altrimenti possiamo anche iniziare a pagare i dipendenti pubblici. Non possiamo essere la soluzione a tutti i mali".
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