Cave, intesa Olivi-Viola per il testo unificato. Degasperi si astiene: "I nodi critici non sono risolti"
Le proposte sul tavolo della seconda commissione erano tre prima dell'intesa fra l'assessore e l'esponente di Progetto trentino. La proposta pentastellata prosegue invece su un altro binario: "Molte istanze accettate, ma il lavoro non è completo". Asuc: "Lavoro positivo, ma restiamo vigili in attesa della regolamentazione"
TRENTO. La riforma sulla legge sulle cave per ritoccare la norma 7/2006 ha visto nella seconda commissione l'approvazione del disegno unificato firmato Alessandro Olivi (Partito democratico) - Walter Viola (Progetto trentino). I disegni di legge sul tavolo erano tre, quelli della giunta provinciale, di Walter Viola e di Filippo Degasperi.
"Si tratta di un lavoro di enucleazione delle osservazioni pervenute - spiega l'assessore Olivi - perché l'obiettivo era quello di arricchire la proposta iniziale. Siamo riusciti a depositare un nuovo testo unificato dei ddl di Viola e della Giunta. C'era l'impegno a sviluppare un confronto aperto ed inclusivo, per raggiungere una sintesi delle proposte partendo dalla considerazione che il baricentro di questa riforma era un baricentro condiviso nelle finalità. Un lavoro serrato, un notevole sforzo per costruire una proposta che tenesse dentro più stimoli, spunti e contenuti innovativi possibili rispetto alle proposte iniziali. Il disegno di legge unificato ha anche incorporato molte delle istanze e delle sollecitazioni accolte durante le audizioni: in particolare dalle Asuc, parti sociali e Comuni".
Una lunga concertazione che ha cercato di portare le tre proposte di legge sul tavolo sotto un unico tetto. Un cammino interrotto quasi alla meta in quanto alla fine la proposta del pentastellato Filippo Degasperi, che ha subìto una battuta d'arresto in sede di commissione, proseguirà su un proprio binario, senza convergere nel testo unificato Olivi-Viola.
I temi critici all'ordine del giorno riguardavano il recepimento di osservazioni dal mondo del lavoro come l'inserimento della "clausola sociale" (scadute le concessioni nel passaggio dal vecchio al nuovo concessionario, ci sarà l'impegno a presentare nell'offerta l'assunzione dei lavoratori in forza nel precedente regime, ndr), le deroghe in favore di quelle imprese che generano consorzi e reti di specializzazione, una distinzione netta tra norme progettate e rese valevoli solo per il settore porfido (non rientrano i settori sabbie e ghiaie, ndr), i canoni della concessione, le coltivazioni e l'eccessiva discrezionalità delle amministrazioni comunali nel merito di far o meno decadere una concessione.
Il consigliere Walter Viola (Progetto Trentino) ha ringraziato "senza formalità e con sincerità" anche i funzionari dei servizi provinciali che hanno seguito il percorso di queste norme. "Questo lavoro è anche esito del tavolo di valutazione delle leggi e devo ringraziare per la disponibilità anche l'assessore, oltre che il collega Degasperi che ha condiviso l'intero percorso. Un lavoro positivo che pone equilibrio tra i diversi portatori d'interesse del settore, con passi indietro da parte di alcuni soggetti e un passo deciso in avanti dell'intero comparto nella prospettiva di rendere competitivo il settore e salvaguardare gli interessi pubblici in gioco".
Nel nuovo disegno di legge dovrebbe essere anche chiarito il ruolo delle Asuc che dovrebbero poter partecipare alle gare, emettere l'atto di concessione e incassare i canoni, ma in sede di trattazione le parti sono convenute nel prevedere una regolamentazione del processo e il rapporto con le amministrazione comunali. Questo rappresenta proprio un nodo che ha spinto Filippo Degasperi a non firmare il documento e astenersi. "Ringrazio l'assessore per la disponibilità al dialogo, il tentativo di cercare un'ampia condivisione e di aver accolto le osservazioni e molte istanze del mio disegno di legge - spiega il Movimento 5 Stelle - ma sono in difficoltà nel sottoscriverlo. Gli aspetti positivi non mancano, ma questo testo interviene anche su altri temi per i quali emergono delle criticità che non sono risolte".
Nel nuovo disegno di legge le Asuc dovrebbero assumere un ruolo da protagoniste e "questo - prosegue il consigliere pentastellato - è un tema nevralgico e comprende anche le ricadute sulla collettività rappresentata proprio dalle Asuc, realtà che sembrano essere messe al centro del progetto, ma che poi vengono disciplinate togliendo ogni manovra e spazio. La giunta invece di fare riferimento agli esempi virtuosi e in accordo con i valori di mercato applicati dalle Asuc a San Mauro, fa riferimento ai canoni fissati dai Comuni, che per ora sono riusciti a garntire fatturato a pochi per lo sfruttamento del bene pubblico".
"Un lavoro positivo. Ringraziamo l'amministrazione per il coinvolgimento - dice Marco Avi, presidente dell'Asuc Tresilla e rappresentate provinciale dell'associazione - in quanto proprietari dei terreni, ma ci riserviamo di verificare ulteriormente la legge. Sicuramente resteremo vigili sulla regolamentazione delle concessioni per poter fare gli interessi della comunità. Una nostra richiesta è che la Provincia si faccia carico dei controlli per omogenizzare questo aspetto in quanto ente super partes. Questa scelta toglierebbe inoltre dall'imbarazzo i Comuni, compreso quello di Baselga, purtroppo sempre assente quanto si tratta di entrare nel merito di queste discussioni importanti per il comparto".
Un altro aspetto che Filippo Degasperi porta alla luce è la questione sulla decadenza delle concessioni: "Il quadro - dice - viene complicato in modo irrazionale e viene disciplinato nel dettaglio ogni fattispecie. Sembra un modo per far lavorare gli avvocati più che risolvere la materia. I dispositivi sui controlli sono di fatto inapplicabili e discrezionali. Per esempio è sanzionabile con pene pecuniarie minime chi supera di 8 mila metri cubi in tre occasioni nel giro di sei anni, però intanto chi sgarra una volta può introitare un valore di circa 300 mila euro".
In conclusione l'assessore Alessandro Olivi ha precisato che si poteva fare una legge molto più asciutta e limitata, ma si è ritenuto opportuno "dare un segnale ad un mondo al quale dobbiamo restituire un po' di fiducia. Potevamo non toccare l'argomento Asuc. Questa non è una legge sulle Asuc, tuttavia il tema è stato affrontato perché l'attuale disciplina era stata da tutti definita anacronistica ed era bene tirare una linea più netta che distinguesse i ruoli. Chiaro che il terreno è complicato ed era più facile restare fuori dalla discussione. In questo senso sarebbe forse opportuno che da questa stessa commissione partisse il richiamo alla revisione dell'intero impianto".