Caso Whirlpool, la rabbia degli ex lavoratori. Oltre un terzo dei dipendenti è ancora a spasso
Oggi un gruppo di ex lavoratori e il sindacato di base multicategoriale hanno incontrato i capigruppo del consiglio. Flammini: "Il caso Whirlpool non è risolto"
TRENTO. "Il caso Whirlpool non è risolto", questo il grido d'allarme lanciato dagli ex dipendenti e dal sindacato di base multicategoriale. Il vuoto lasciato dall'azienda americana costruttrice di frigoriferi, che ha chiuso i battenti nel febbraio del 2014, lasciando a casa 454 addetti e 154 lavoratori dell'indotto, è stato solo in parte riempito dall'avvento di Vetri Speciali.
La fabbrica di contenitori in vetro per alimenti ha infatti assorbito 118 addetti ex Whirlpool, ma gli altri sono rimasti in mobilità, per molti già scaduta o in scadenza.
E’ questo il quadro dipinto oggi da una cinquantina di operai, presentatisi all'incontro con i consiglieri provinciali presso palazzo della Regione. Il presidente Bruno Dorigatti ha accolto la folta delegazione (unico della maggioranza in compagnia di Walter Kaswalder, ndr) guidata da Fulvio Flammini del Sindacato di base multicategoriale.
"Ovviamente - spiega Flammini - trattasi di una scelta politica della maggioranza di potere, quella di disertare l'odierna riunione con i disoccupati ex Whirlpool, così come quella di non aver mai risposto alla richiesta d'incontro avanzata dal Sindacato di Base Multicategoriale già lo scorso 11 novembre. Nella seduta svoltasi ieri con i 130 lavoratori licenziandi del Sait, l'assessore Olivi ha dichiarato che risolverà i loro problemi come ha fatto con quelli licenziati dalla Whirlpool. Oggi però avrebbe dovuto affrontare proprio la rabbia di questi ultimi, i cui problemi occupazionali e di stessa sopravvivenza familiare non sono affatto risolti".
Un'analisi del sindacato molto severa in quanto "è stata fatta una narrazione fasulla - prosegue Flammini - facendo credere che tutto fosse finito nel migliore dei modi, mentre per molte famiglie la situazione è drammatica. Una quota consistente dei licenziati non è stata chiamata da Vetri Speciali, mentre altri sarebbero stati inviati da Agenzia del lavoro direttamente alle agenzie interinali per ottenere spesso chiamate con i voucher o con contratti di basso valore".
Nel mirino sarebbero finiti anche i tirocini formativi per gli espulsi, attivati con un contributo della Provincia, ma che secondo il sindacato si sarebbero rivelati in buona parte inutili: "Ho incontrato questi lavoratori già un anno fa – conferma Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle – e sono lieto che la loro situazione venga messa allo scoperto dopo un lungo silenzio. Dal governo provinciale sono state fatte promesse roboanti, smentite dai fatti. Segnalo poi che sono stati fatti dei corsi di formazione, i lavoratori mi dicono che sono risultati in parte inutili e non ci sarebbero stati adeguati controlli sulla loro efficacia. Si tratta di corsi inutili e in alcuni casi persino 'fantasma', a società pare collegate anche ai sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil, ma anche a Confindustria. Insomma un bel pasticcio, dal quale escono con le ossa rotte solo gli ex dipendenti dello stabilimento di Spini di Gardolo".
Nel corso dell'incontro è intervenuto anche Fugatti della Lega per rimarcare che: "è inaccettabile il silenzio sulla richiesta d’incontro dell’11 novembre. Aggiungo - prosegue - che nelle sedute di Commissione legislativa per l’esame della finanziaria 2017, gli stessi rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil non ci hanno detto una sola parola su questa specifica situazione".
La delegazione sindacale e gli ex lavoratori e lavoratrici Whirlpool avrebbero incontrato in uscita anche il presidente Rossi, al quale veniva consegnata la banconota satirica con l'effigie di Olivi. "Anziché preoccuparsi della sorte dei licenziati - chiude Flammini - chiedeva quanto avesse speso il sindacato di Base per stamparli. Abbiamo rassicurato il governatore che i soldi spesi sono stati irrisori rispetto al denaro pubblico servito per i corsi di riqualificazione elargiti dalla giunta della Provincia. Se resteremo inascoltati, siamo pronti a entrare a Palazzo senza invito".