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"Prendersi cura della propria anima è un atto rivoluzionario", Caterina Cropelli racconta il singolo 'Spettinata': "Gio Evan ha iniziato a cucirlo, io l'ho finito"

La cantautrice trentina Caterina Cropelli racconta il suo ultimo singolo 'Spettinata': "Una riflessione sull'importanza di avere cura di sé stessi, di quello che siamo, e questo rappresenta un'azione che si riflette positivamente anche sul mondo che abbiamo attorno"

Di Federico Oselini - 09 marzo 2025 - 10:09

TRENTO. Un brano fresco e "primaverile", ma al contempo profondo e con un messaggio chiaro: l'invito a prendersi cura di sé, abbracciando l'imprevisto e riscoprendo la bellezza dell'essenziale. "Spettinata" di Caterina Cropelli, scritto a quattro mani con Gio Evan, è uscito da pochi giorni ma ha già preso una strada definita, nell'alveo del percorso dell'artista trentina che senza timori si può definire una fra le più interessanti voci del cantautorato italiano.

 

Ulteriore passo di avvicinamento verso l'uscita del suo terzo album, "Spettinata" racchiude l'essenza di un'artista che - dopo l’omonimo album d’esordio del 2020, che ha superato i quattro milioni di ascolti su Spotify, e il secondo disco “In queste stanze piene” - ha saputo costruire un percorso in continua evoluzione, con il minimo comune denominatore, tra musica e parole, rappresentato dalla capacità di creare atmosfere coinvolgenti, senza rinunciare ad un raffinato intreccio di empatia, sensibilità e consapevolezza.

 

Nel raccontare il suo ultimo lavoro, nell'intervista concessa a il Dolomiti, Caterina Cropelli entra nei dettagli della collaborazione con Gio Evan, "in grado di iniziare a cucire un vestito che poi io ho finito", per poi soffermarsi sul messaggio "ultimo" del brano che afferma come "prendersi cura della propria anima è il vero atto rivoluzionario", sconfinando poi sul valore della dimensione live e svelando qualche anticipazione sul nuovo album in uscita nei prossimi mesi.

 

Caterina Cropelli, "Spettinata" vede la sua firma accostata a quella di Gio Evan. Qual è la sua genesi?

 

Parliamo di una canzone nata proprio da un'idea di Gio Evan, che mi ha inviato una strofa dicendomi: "Se ti piace finiamola di scrivere assieme". È arrivata casualmente, ma ha come cardine la grande sensibilità di Gio, che già nell'album precedente mi aveva "regalato" il brano Groenlandia, che mi rappresenta molto. Anche in questo caso è andata così, e io ho finito di "costruire" questo pezzo che ci ha visti lavorare a quattro mani, sia sul testo che sulla musica, in quella che si può definire una collaborazione a tutti gli effetti. Giocando in metafora, lui ha iniziato a cucire un vestito e io l'ho finito.

 

Parliamo di un brano che, oltre alla grande musicalità, comunica con le parole un messaggio profondo.

 

Spettinata vuole essere una riflessione sull'importanza di avere cura di sé stessi, di quello che siamo, e questo rappresenta un'azione che si riflette positivamente anche sul mondo che abbiamo attorno. Il messaggio di fondo è che tutti noi abbiamo gli "strumenti" necessari per potercela fare sempre, prendendo la vita come un viaggio e capendo che spesso ci "vestiamo" di pesantezza, dimenticandoci di tornare all'essenziale che è già racchiuso in noi.

 

Un tratto che l'ha sempre caratterizzata è quello di riuscire ad associare melodie fresche e orecchiabili a testi altamente riflessivi, ed è il caso anche del suo ultimo brano.

 

Posso dire che non si tratta di una scelta, ma è semplicemente il mio modo di scrivere in musica: tendenzialmente apprezzo molto le canzoni che avverto come "musicali", e anche quando creo le mie vado nella direzione di quello che mi piace suonare e cantare. Chiaramente anche l'arrangiamento gioca un ruolo chiave, dal momento che certi pezzi nati in un modo si sono poi adattati a vesti nuove, però quello che seguo è sempre la mia "musicalità" svincolata da tutto il resto. Poi considero molto importanti anche le parole, e sono convinto che un autore abbia una "responsabilità" in tal senso, quindi se attraverso le mie canzoni riesco a trasmettere riflessioni profonde a chi mi ascolta, non posso che esserne felice.

 

Allargando il respiro e venendo al suo percorso, lei ha iniziato interpretando brani di altri autori per poi passare al cantautorato originale. Com'è avvenuto questo step?

 

Sicuramente l'esperienza di X Factor mi è servita ad intraprendere la direzione del cantautorato, portandomi a comporre canzoni originali. All'inizio non credevo di potercela fare, avevo quasi paura di raccontare me stessa: per un anno non ho fatto altro che scrivere canzoni e poi buttarle, e questo è stato necessario per trovare la mia strada, la mia musica, la mia voce e le mie parole. Ho poi compreso che scrivere canzoni è per me quasi un percorso "terapeutico", e pensi che molti brani li ho compresi io stessa in un secondo momento, quasi come se il mio inconscio avesse preceduto la mia razionalità.

 

Dalla composizione alla dimensione live, un "habitat" che innegabilmente le appartiene molto.

 

I concerti sono una grande occasione di "scambio" con il pubblico, che magari ha ascoltato prima i brani incisi: in quel momento si creano dei campi di energia incredibili che condensano tutto il percorso e il grande lavoro fatto per arrivare fino a lì. Durante i live tutto viene condiviso con il prossimo: c'è poi da dire una cosa, in un momento storico in cui è facile perdere il contatto con il mondo reale, e in cui spesso gli ascoltatori si trasformano in numeri sulle varie piattaforme, è sicuramente un momento meraviglioso e di grande umanità.

 

E nel suo percorso "live" ha avuto modo di condividere il palcoscenico con vari grandi artisti del panorama musicale contemporaneo. C'è qualcuno che l'ha segnata particolarmente?

 

Aprire i concerti di nomi importanti ha rappresentato sicuramente una "grande scuola", dal momento che in quelle occasioni ci si confronta con un pubblico che spesso non è lì esclusivamente per te: non è sempre scontato che vada sempre tutto bene, anche se da questo punto di vista io posso dire di aver sempre avuto esperienze più che positive. Se poi devo dirle tre nomi che mi hanno particolarmente segnato ci sono sicuramente Gio Evan, Gazzelle e Carmen Consoli: in questi incontri ho scoperto grandi affinità e ho avuto modo interfacciarmi con loro in modo molto umano, ricevendo inoltre consigli utilissimi. Ho un ricordo in particolare a cui sono legata: aprii un concerto di Carmen Consoli e quando ci stavamo per "scambiare" il palcoscenico lei, nonostante il momento, trovò il tempo di darmi dei suggerimenti. Fu un momento incredibile e sicuramente di grande umanità.

 

Prima di salutarla, ci svela qualche dettaglio sul nuovo album in uscita?

 

Uscirà sicuramente nel 2025, ma non so ancora precisamente quando. Ci sono delle canzoni già pronte, ma tutto è ancora in divenire: sicuramente ascolteremo altri singoli e, come sempre ho fatto, voglio seguire le ispirazioni che mi arriveranno di giorno in giorno. Parlando dei temi, racconterò come ho sempre fatto me stessa, e sarà una cartina di tornasole del mio momento di vita: l'amore, sentimento così facile e complesso al tempo stesso, sarà uno dei temi ma non certo l'unico.

 

 

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