Con "Glory Wall" il giovane e talentuoso regista Leonardo Manzan affronta il delicato tema della censura
Il nuovo appuntamento della Stagione regionale contemporanea del Centro servizi culturali S. Chiara e del Teatro Stabile di Bolzano si interroga sui limiti della censura, e nel 2020 è stato premiato come miglior spettacolo alla Biennale Teatro

TRENTO. La Stagione regionale contemporanea, realizzata dal Centro servizi culturali S. Chiara e dal Teatro Stabile di Bolzano, prosegue portando al Teatro SanbàPolis di Trento, venerdì 7 marzo, Glory Wall, spettacolo firmato da un giovane e talentuoso regista come Leonardo Manzan, che affronta il delicato tema della censura. Una produzione La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello.
Leonardo Manzan, romano di origine, milanese di formazione, classe 1992, si è rivelato tra i giovani talenti alla Biennale Teatro di Venezia: dopo il successo di Cirano deve morire nell’edizione 2018 del Progetto Biennale College Teatro – Registi Under 30, Glory Wall è stato premiato nel 2020 come Miglior Spettacolo.
Affiancato da un team giovane e collaudato formato da Rocco Placidi, Paola Giannini e Giulia Mancini, in Glory Wall Manzan affronta il tema della censura: un argomento delicato, affascinante e attuale, soprattutto se lo si accosta al concetto di Teatro. L’arte vive di costrizioni e muore di libertà: la censura è quindi vitale per l’arte, l’arte è scandalo e lo scandalo a sua volta implica la censura. Un vero e proprio corto circuito di idee e spunti di riflessione.
"Cos'è la censura? Cosa si censura? Ci sono dei campi più soggetti alla censura? E se sì perché? Qual è il limite da superare oggi, in Italia, per essere censurati? - si chiede lo stesso Leonardo Manzan nelle note di regia - L’arte che disturba, scandalizza, crea disordine; la censura che si preoccupa dell’ordine sociale mantenendo l’ordine dell’immaginazione e di conseguenza l’ordinarietà dell’immaginazione. Il gioco è questo. Eppure non è ridicolo scandalizzarsi, spaventarsi e infine censurare qualcosa che non è reale? Perché ci si indigna di più a teatro? Il palco sembra amplificare significati e effetti di cose che nel mondo ci lasciano indifferenti. In effetti la cosa non è per niente ridicola, perché è nell’immaginazione che siamo più vulnerabili e continuamente soggetti alla più sottile e perfetta forma di censura, che è quella che sembra venire da noi stessi. De Sade dice che un limite c’è, tra ciò che è possibile immaginare e ciò che è possibile realizzare. Ma è un limite che alla censura non interessa. La censura colpisce la realtà ma il suo obiettivo è l’immaginazione. Il suo occhio è rivolto alla cronaca, ma la sua vera ambizione sono le anime".
Uno spettacolo capace di riscuotere un importante successo di pubblico e di critica. "In tempi di speranze ecco un lavoro interessante. – ha scritto Anna Bandettini su La Repubblica - In modo un po’ folle lo spettacolo è un muro davanti al pubblico, dove si aprono dei fori da cui agiscono delle mani, mentre una voce fuori campo ragiona sulla censura. Leonardo Manzan, regista di ventotto anni, ha fuoco e intelligenza per non lasciare scampo".
La Stagione Regionale Contemporanea prosegue con un ricco calendario di spettacoli nel mese di marzo, sempre al Teatro SanbàPolis, a cominciare dal doppio appuntamento dell’11 e 12 marzo con Album, un lavoro di Kepler-452 dedicato al tema della memoria. A seguire, il 14 toccherà a A beginning #16161D della compagnia spagnola Aurora Bauzà e Pere Jou, sull’eterna dialettica tra individuo e collettività. Due giorni dopo, domenica 16 toccherà al nuovo progetto musicale di Azione_Improvvisa dal titolo Nova Selva Sonora, che esplora i confini della musica contemporanea.
I biglietti acquistabili online sulla piattaforma del Centro servizi culturali Santa Chiara (Qui info) oppure alle biglietterie del Centro S. Chiara.