Moldavia, un paese senza mamme che si prepara al voto anche in Trentino
Sono circa 3 mila i cittadini moldavi presenti in Trentino. La maggior parte delle donne occupate nell'assistenza famigliare. Domani potranno recarsi presso la nuova sede di Cinformi in via Lunelli per votare. Continuano intanto i suicidi dei bambini moldavi che sono costretti a vedere andarsene i propri genitori in cerca di lavoro
TRENTO. Anche a Trento, domenica, verrà istituito un seggio per dare la possibilità ai cittadini moldavi presenti sul nostro territorio di partecipare al ballottaggio delle elezioni presidenziali della Repubblica Moldova. E' la prima volta, dall'indipendenza ricevuta 25 anni fa, che i cittadini moldavi si trovono ad eleggere direttamente il Capo dello stato. “Tutto il mondo è paese e anche da noi la popolazione non crede più molto alla classe politica ma quello di domenica è un appuntamento elettorale molto sentito anche per chi è stato costretto ad andarsene dalla propria terra per cercare un lavoro” ci dice Veronica Ciubotaru, presidente dell'Associazione di promozione sociale italo – moldava Arcobaleno che in questi giorni si sta organizzando per predisporre un seggio (l'unico a livello regionale) per domenica presso la nuova sede di Cinformi in via Lunelli.
Le persone provenienti dalla Moldavia e che oggi risiedono in Trentino sono, secondo i dati ufficiali, circa 3000 ma questo dato ne rappresenterebbe solo una parte. “Questo numero – ci ha spiegato Veronica – indica gli iscritti in Comune ma ci sono moltissime persone provenienti dalla Moldavia che hanno però la cittadinanza rumena o bulgara per ottenere facilitazioni lavorative”. La comunità moldava in Trentino è cresciuta nel corso degli anni. La prima ondata di arrivi sul territorio è avvenuta dagli anni '90 ai primi del 2000 per motivi lavorativi, soprattutto nel settore domestico e di assistenza famigliare. Tra il 2007 e il 2010, invece, sono arrivati i primi effetti della legge Bossi – Fini con i ricongiungimenti famigliari e una sanatoria che portò molti ad uscire dalla clandestinità.
Accanto a queste fasi c'è la migrazione stagionale soprattutto per i lavori negli alberghi e nel settore agricolo. Senza poi contare che la Moldavia, un anno fa circa, è stata ammessa nell'area Schengen con la possibilità dei cittadini moldavi di libera circolazione per tre mesi per motivi turistici. Uomini ma soprattutto donne che arrivano da una terra povera e che decidono di lasciare per cercare un futuro migliore per se stessi e la propria famiglia. Una immigrazione che però, come sempre, ha anche un altro terribile risvolto. Negli ultimi anni, infatti, la Moldavia ha visto andarsene oltre un milione di persone. Mamme e papà costrette a rinunciare spesso di stare accanto ai propri figli.
“Anche per chi è arrivato in Trentino spesso è stato così – ci spiega Veronica Ciubotaru – perché oltre il 70% delle donne moldave presenti in questo territorio fanno le badanti e per loro è impossibile tenersi assieme i figli. La situazione è migliorata rispetto al passato con le seconde generazioni ma sono ma ancora in molti costretti a lasciare i propri bambini a nonni o amici”.
Famiglie costrette a dividersi per il posto di lavoro trovato con grande fatica in Italia. Secondo alcuni dati se prendiamo in considerazione una classe moldava composta da venti bambini, il 50% di loro vive con un solo genitore e almeno 5, invece, hanno sia la madre che il padre all'estero per lavoro. Ma questo, purtroppo, non è tutto. Sono in costante crescita anche i suicidi dei figli di badanti provenienti dall’Est, i cosiddetti orfani bianchi. Lo scorso anno sono stati 36 i bambini che si sono tolti la vita. La maggior parte dei suicidi, secondo il Ministero dell'Interno, avvengono dai 13 ai 16 anni. Sono invece oltre 100 i tentativi di suicidio ogni anno. “I bambini – spiega la presidente dell'associazione di promozione sociale italo – moldava Arcobaleno – in alcuni casi sono costretti a vivere nella povertà e sono soli. Skipe o le cartoline non riescono a sostituire l'amore che possono dare una mamma e un papà”.
Ecco allora che dalle elezioni presidenziali della Repubblica Moldova che si terranno domani vengono viste come un'occasione per il Paese di rimettersi in piedi. “Ci sono due candidati – ci ha chiarito Veronica Ciubotaru – la prima è Maia Sandu, 44 anni, un'economista che ha studiato in America ed è ex ministro all'Istruzione. Lei è la candidata 'pro-europea'. Dall'altra parte abbiamo Igor Dodon, 41 anni, espressione dei socialisti e che punta molto a mantenere i rapporti con la Russia”.