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"Strumento per far cassa? Affermazione che denota ignoranza delle normative", l'Associazione Polizia Locale risponde a Urzì: "Narrazione populista"

Il segretario generale dell'Associazione Polizia Locale d'Italia Riccardo Fox: "Le dichiarazioni rilasciata dall'Onorevole Urzi in merito alla Polizia Locale sono non solo inaccettabili, ma denotano una pericolosa tendenza alla strumentalizzazione politica di un episodio grave e squallido"

Di F.Os. - 16 febbraio 2025 - 10:30

TRENTO. "Le dichiarazioni rilasciata dall'Onorevole Urzi in merito alla Polizia Locale sono non solo inaccettabili, ma denotano una pericolosa tendenza alla strumentalizzazione politica di un episodio grave e squallido".

Queste le dure parole del segretario generale dell'Associazione Polizia Locale d'Italia Riccardo Fox, e che arrivano dopo l'intervento del deputato e coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Alessandro Urzì (QUI ARTICOLO), che - commentando la terribile vicenda avvenuta alle 7 di venerdì 14 febbraio nella zona dell'ospedale Santa Chiara di Trento, dove una ragazza poco più che 20enne è stata aggredita da un 29enne pakistano senza fissa dimora (QUI ARTICOLO) – aveva, tra le altre cose, criticato la gestione della sicurezza urbana da parte dell'amministrazione comunale, invitando il sindaco "a disporre della professionalità della polizia locale per presidiare e controllare il territorio, invece che come strumento per fare cassa e perseguitando i cittadini a fini fiscali".

 

"È troppo comodo, di fronte a fatti di cronaca che suscitano indignazione e preoccupazione nell’opinione pubblica replica l'Associazione Polizia Locale – scaricare le responsabilità su chi, ogni giorno, opera sul territorio con professionalità e dedizione, pur tra difficoltà operative e normative mai risolte dalla politica".

 

Ad èssere specificato dal segretario Riccardo Fox è poi come sia fondamentale chiarire "un aspetto essenziale" sul tema della scurezza pubblica: "Questa è una prerogativa che afferisce prevalentemente alle Forze di Polizia dello Stato: la Polizia Locale, pur svolgendo un ruolo complementare e prezioso nel presidio del territorio, non può essere caricata di funzioni che la legge non le attribuisce, né tanto meno diventare il capro espiatorio delle inefficienze di un sistema di sicurezza che attende da anni interventi strutturali e concreti".

 

L'intervento mette in luce poi come "è doveroso ricordare che in tanti anni di governi di centrodestra" non si sia "mai riusciti a portare a compimento una riforma organica della Polizia locale", in modo da allineare su scala locale "compiti e funzioni della Polizia Locale a quelli delle Polizie di Stato". Ad essere rimarcato è poi come "a fronte di questa totale immobilità legislativa" si preferisca invece "alimentare la narrazione populista della Polizia Locale come strumento per fare cassa".

 

Un mantra, a detta dell'Associazione, "ripetuto con superficialità e che dimostra un'inquietante ignoranza delle normative vigenti".

 

"L’onorevole Urzì, in quanto primo firmatario del disegno di legge n. 1870 (riforma dell’art. 208 del Codice della strada, ndr) – specifica Riccardo Fox – dovrebbe essere il primo a sapere che proprio quell'articolo stabilisce chiaramente l’utilizzo vincolato dei proventi delle sanzioni amministrative: tali risorse non finiscono in un calderone indistinto per scopi generici o, peggio ancora, 'perseguitando i cittadini a fini fiscali', come si vuol far credere. Al contrario sono destinati in via esclusiva al miglioramento della sicurezza stradale, alla manutenzione delle infrastrutture viarie e al potenziamento delle attività di controllo e accertamento delle violazioni”.

 

Il segretario generale dell'Associazione Polizia Locale d'Italia, in relazione alla vicenda dell'aggressione avvenuta a Trento, sottolinea poi come l'onorevole Urzi abbia ignorato "il dato più importante". "L’episodio in questione ha dimostrato la straordinaria solidità del tessuto sociale trentino – scrive Riccardo Fox – e la prontezza con cui i cittadini hanno reagito legalmente e collaborato con le Forze dell’Ordine ha permesso di assicurare alla giustizia il soggetto responsabile del grave atto, in un esempio perfetto di sinergia tra comunità e istituzioni".

 

Proprio questo, viene specificato, "è il vero messaggio che dovrebbe emergere e che andava enfatizzato".

 

" La sicurezza non si costruisce – conclude Riccardo Foxcon slogan o attacchi gratuiti alla Polizia Locale o ai rappresentanti degli orientamenti politici avversi, ma con azioni concrete, leggi adeguate e la collaborazione di tutti".

 

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO

 

Le dichiarazioni rilasciate dall'onorevole Urzì (Fratelli d’Italia) in merito alla Polizia Locale, riportate sul quotidiano online Il Dolomiti.it sono non solo inaccettabili, ma denotano una pericolosa tendenza alla strumentalizzazione politica di un episodio grave e squallido. È troppo comodo, di fronte a fatti di cronaca che suscitano indignazione e preoccupazione nell’opinione pubblica, scaricare le responsabilità su chi, ogni giorno, opera sul territorio con professionalità e dedizione, pur tra difficoltà operative e normative mai risolte dalla politica.

 

È fondamentale chiarire un aspetto essenziale: la sicurezza pubblica è una prerogativa che afferisce prevalentemente alle Forze di Polizia dello Stato. La Polizia Locale, pur svolgendo un ruolo complementare e prezioso nel presidio del territorio, non può essere caricata di funzioni che la legge non le attribuisce, né tanto meno diventare il capro espiatorio delle inefficienze di un sistema di sicurezza che attende da anni interventi strutturali e concreti.

 

Proprio a questo proposito, è doveroso ricordare che, in tanti anni (decenni) di governi di centrodestra – e, in particolare, negli ultimi anni proprio con Fratelli d’Italia alla guida del Paese – non si è mai riusciti a portare a compimento una riforma organica della Polizia Locale. Una riforma che, se attuata, consentirebbe finalmente di allineare, su scala locale, compiti e funzioni della Polizia Locale a quelli delle Polizie dello Stato, garantendo strumenti adeguati per operare con maggiore efficacia e tutelando meglio sia gli operatori che i cittadini. Tuttavia, nonostante le numerose proposte avanzate nel tempo, nessuna di queste è mai stata tradotta in legge, e ancora oggi ogni progetto di riforma è fermo, senza alcuna prospettiva di evoluzione concreta.

 

A fronte di questa totale immobilità legislativa si preferisce invece alimentare la narrazione populista della Polizia Locale come “strumento per fare cassa”. Questo mantra, ripetuto con superficialità, dimostra un'inquietante ignoranza delle normative vigenti. L’onorevole Urzì, in quanto primo firmatario del disegno di legge n. 1870 (riforma dell’art. 208 del Codice della strada), dovrebbe essere il primo a sapere che proprio quell'articolo stabilisce chiaramente l’utilizzo vincolato dei proventi delle sanzioni amministrative: tali risorse non finiscono in un calderone indistinto per scopi generici o, peggio ancora, “perseguitando i cittadini a fini fiscali”, come si vuol far credere. Al contrario, questi fondi sono destinati in via esclusiva al miglioramento della sicurezza stradale, alla manutenzione delle infrastrutture viarie e, guarda un po’, “al potenziamento delle attività di controllo e accertamento delle violazioni” (prescrizione che non era oggetto di modifica nel citato disegno di legge).

 

Paradossalmente, mentre il governo si è impegnato con grande determinazione nell’abolire il reato di abuso d’ufficio, non ha (ancora?) mosso un dito per quella riforma che andrebbe nella direzione da lui tanto auspicata. E non ha messo in discussione nemmeno l’obbligo per la Polizia Locale di far rispettare il Codice della Strada: fintanto che queste norme esisteranno, la Polizia Locale continuerà a farle rispettare, non per “fare cassa”, ma per garantire il rispetto delle regole e la sicurezza di tutti i cittadini.

 

Infine, va sottolineato un dato, il più importante, che l’onorevole Urzì ha ignorato: l’episodio in questione ha dimostrato la straordinaria solidità del tessuto sociale trentino. La prontezza con cui i cittadini hanno reagito legalmente e collaborato con le Forze dell’Ordine ha permesso di assicurare alla giustizia il soggetto responsabile del grave atto, in un esempio perfetto di sinergia tra comunità e istituzioni. Questo è il vero messaggio che dovrebbe emergere da questa vicenda e che andava enfatizzato: la sicurezza non si costruisce con slogan o attacchi gratuiti alla Polizia Locale o ai rappresentanti degli orientamenti politici avversi, ma con azioni concrete, leggi adeguate (vedi riforma della Polizia Locale) e la collaborazione di tutti.

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