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Lupi, svolta nella gestione con quote massime di abbattimenti. Lav: "Servono solo a far contenti allevatori e cacciatori. Pronti ad opporci a decreti ingiusti di uccisione"

L'associazione nel commentare negativamente la svolta nella gestione del lupo spiega che nulla è cambiato dal punto di vista della tutela rigorosa che deve essere assicurata ai lupi nel nostro Paese

Pubblicato il - 19 febbraio 2025 - 13:37

TRENTO. “Queste presunte ‘quote’ servono solo a far contenti allevatori e cacciatori che non tollerano la presenza dei lupi. E' un crudele imbroglio patrocinato dal Ministero dell’Ambiente, che dovrebbe invece concentrarsi sulla promozione delle tecniche per mitigare l’impatto delle attività umane su questi predatori e sulla valorizzazione della loro presenza nel territorio nazionale”. E' un giudizio negativo quello che arriva dalla Lav, con le fichiarazioni di Federico Crisetig, area Animali, dopo la notizia, pubblicata da il Dolomiti (QUI L'ARTICOLO), sull'incontro avvenuto fra Ispra e le Regioni durante il quale si è parlato di una quota massima di prelievi suddivisa su base regionale, provinciale per Trento e Bolzano, in base ai dati del censimento nazionale del 2021, che stimava la presenza in Italia di circa 3.300 lupi.

 

Tuttavia, spiega l'associazione, nulla è cambiato dal punto di vista della tutela rigorosa che deve essere assicurata ai lupi nel nostro Paese. Fin dal 1992, anno di approvazione della Direttiva Habitat, è possibile uccidere i lupi ricorrendo alle deroghe concesse dalla stessa Direttiva attraverso l’articolo 16, che richiede però tre condizioni per esercitare la deroga al divieto di uccidere qualsiasi animale che goda della suddetta tutela: non basta che lo stato di conservazione della sua popolazione sia ritenuto soddisfacente, ma l’uccisione deve risultare necessaria per risolvere specifiche e gravi problematiche e, soprattutto, non devono esistere misure alternative valide per risolvere tali criticità, che invece, come tutti sappiamo, esistono e sono estremamente efficaci.

 

“Nessun via libera alla strage di lupi, almeno fino a quando saranno rigorosamente protetti dalla normativa comunitaria” ha aggiunto Crisetig di Lav. Lo stato di protezione del lupo è già stato indebolito ai sensi della Convenzione di Berna lo scorso dicembre, ma tale modifica normativa non è ancora stata recepita nella Direttiva “Habitat” dell’Unione Europea continuando così a garantire la massima tutela del lupo.

 

Per la Lav “la volontà di sparare sui lupi non è altro che un’irricevibile posizione ideologica, infatti la sua efficacia nel limitare il loro impatto sulle comunità umane è ampiamente messa in dubbio dalla letteratura scientifica specialistica, diversamente dalla comprovata efficacia delle tecniche non letali, e la stessa Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha chiarito che tale misura difficilmente appianerà il conflitto socioeconomico legato alla presenza di questi predatori”.

 

Lav, in collaborazione con Eurogroup for Animals coalizione di associazioni europee di cui è parte, sta osteggiando in ogni modo l’abbassamento della tutela dei lupi in Europa e, spiega in un anota, è pronta ad opporsi “a qualunque inutile e ingiusto decreto di uccisione di questi animali”. 

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