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Presenza di Pfas? Ecco cosa dicono le analisi su 40 campioni di acqua potabile, l'Agenzia per l'Ambiente: "Ricerchiamo sostanze da una soglia di 10 nanogrammi per litro"

I campioni sono stati analizzati dall'Azienda provinciale per l'ambiente e la tutela del clima, insieme al Servizio Igiene dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige

Pubblicato il - 01 febbraio 2025 - 09:33

BOLZANO. Sono 40 i campioni di acqua potabile prelevati per la ricerca di residui di Pfas (per- e poli-fluoroalchiliche, ovvero sostanze artificiali, presenti ad esempio sulle padelle antiaderenti e nei cosmetici che da qualche anno sono sotto indagine per il loro effetto negativo sulla natura e sulla salute umana) e analizzati dall'Azienda provinciale per l'ambiente e la tutela del clima, insieme al Servizio Igiene dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige.

 

“Tutti i test hanno dimostrato che i livelli di Pfas sono inferiori al limite di legge” ha spiegato Christian Bachmann, direttore del Laboratorio Analisi acque e cromatografia. È solo a partire dal 2020 che sono stati fissati dei valori limite, con l’approvazione della direttiva UE sull'acqua potabile, recepita in Italia con il decreto legislativo 23 febbraio 2023.

 

Tra settembre e ottobre 2024, Greenpeace Italia aveva analizzato 260 campioni di acqua potabile in 235 Comuni per verificare la presenza di residui di Pfas. Tra questi, due campioni provenienti dai Comuni di Bolzano e Laives. “I risultati sono coerenti con le analisi effettuate dall'Agenzia provinciale per l'ambiente”, ha spiegato Flavio Ruffini, direttore dell’Agenzia.Il laboratorio di Greenpeace – viene spiegato - ha rilevato tracce comprese tra 1 e 5 nanogrammi, molto al di sotto del limite attuale di 100 nanogrammi per litro e appena rilevabili con i dispositivi di misurazione utilizzati oggi. L'Agenzia provinciale per l'ambiente e la tutela del clima, infatti, ricerca queste sostanze a partire da una soglia di 10 nanogrammi per litro”.

 

Il monitoraggio di questi valori massimi sarebbe obbligatorio solo a partire dal 1° gennaio 2026, l'Agenzia per l'ambiente e la tutela del clima, insieme a Servizio Igiene dell’Azienda sanitaria, sta effettuando un monitoraggio mirato dell'acqua potabile dal 2024. I rilevamenti, invece, vengono effettuati dal 2018.

 

“Nessuno dei 40 campioni prelevati superava il limite di 100 nanogrammi per litro di PFAS”, ha sottolineato Ruffini. I test sull'acqua potabile erano già stati effettuati nel 2021 e nel 2018 e solo 4 dei 75 campioni prelevati presentavano tracce di Pfas. Anche in quei quattro casi, tra l'altro, i residui rilevati erano ben al di sotto dei limiti di legge.

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