Caso Pedri, assolto Tateo: "Accusato ingiustamente e condannato dal tribunale mediatico. Ferite difficili da rimarginare". L'avvocato della famiglia: "Vuoto normativo"
Il legale dell'ex primario a il Dolomiti: "Abbiamo lavorato fin dall'inizio, anche raccogliendo diverse testimonianze che hanno portato alla ricostruzione di un clima del reparto molto diverso, molto distante, da quello che descrivevano le persone offese”. La sentenza di oggi ha portato all'assoluzione piena di Tateo e della sua vice Mereu, entrambi accusati di maltrattamenti al personale medico
TRENTO. “Questa vicenda segna per Tateo ferite che difficilmente si rimargineranno. Si è visto accusato ingiustamente e condannato dal tribunale mediatico molto prima che un tribunale della Repubblica si pronunciasse”. Con queste parole l'avvocato Salvatore Scuto ha commentato la sentenza che segna la conclusione con l'assoluzione piena del lungo processo a carico dell'ex primario del reparto di ginecologia dell'ospedale 'Santa Chiara' di Trento, Saverio Tateo, e della sua vice, Liliana Mereu.
Entrambi erano accusati di maltrattamenti al personale medico. La vicenda si era aperta a seguito dell'improvvisa scomparsa della ginecologa originaria di Forlì, Sara Pedri, avvenuta nei primi giorni di marzo del 2021.
“Abbiamo sempre creduto nelle ragioni dell'innocenza del mio assistito. In questo senso abbiamo lavorato fin dall'inizio, anche raccogliendo diverse testimonianze che hanno portato alla ricostruzione di un clima del reparto molto diverso, molto distante, da quello che descrivevano le persone offese”, ha spiegato a Il Dolomiti l'avvocato Scuto.
“Abbiamo sempre avuto l'idea che queste ragioni sarebbero state riconosciute – spiega il legale – e così è stato. Non siamo quindi sorpresi dalla sentenza per questo, siamo però molto rasserenati e devo dire fiduciosi che il controllo giuridico, quando viene seguito senza nessun tipo di preconcetto o pregiudizio, alla fine fa rientrare nella ragionevolezza e anche nella verità storica fatti che diversamente la pubblica accusa ha in maniera ostinata ritenuto fonti di responsabilità penali”.
Il dottor Saverio Tateo, dopo l'allontanamento dall'Apss, è dovuto nel frattempo emigrare in Francia per lavorare. “Questa vicenda – spiega sempre il suo legale – lo ha strappato dall'ambiente di lavoro, gli ha impedito di poter lavorare in Italia perché connotata da una campagna mediatica feroce nei suoi confronti”.
La sentenza è stata emessa oggi, poco prima delle 15: il fatto non sussiste. Ventuno persone si erano costituite parte civile nel processo, la Procura aveva richiesto una condanna a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni.
“Siamo abituati a rispettare le sentenze sempre e comunque” è il commento che arriva da Nicodemo Gentile, legale della madre di Sara Pedri, Mirella Sintoni. “Dobbiamo adesso conoscere le motivazioni e ci vorrà un po' di tempo. Purtroppo sapevamo – spiega l'avvocato Gentile – che si trattava di un processo complesso, difficile e scivoloso. Non fosse altro perché nel nostro ordinamento penale c'è un vuoto enorme che è quello della mancanza di una fattispecie autonoma che possa essere definita mobbing, e ogni qual volta bisogna capire quale altra fattispecie quei comportamenti tipici abbiano provocato. Si tratta di un vuoto anche di natura culturale e spesso famigliari e persone offese si trovano ad affrontare anche questi sbarramenti di natura tecnica”.
Il legale della famiglia Pedri spiega di voler attendere le motivazioni che verranno depositate entro 90 giorni. “Siamo convinti che la Procura abbia fatto un buon lavoro e aspettiamo questo momento importante per conoscere il percorso logico e giuridico del giudice”, conclude l'avvocato.
LA VICENDA
Tutto ha inizio nel 2021 quando la 31enne ginecologa forlivese, Sara Pedri, scompare da Trento e viene trovata la sua auto a poca distanza dal ponte di Mostizzolo. Da quel momento di lei non si hanno più notizie.
Poco dopo, Saverio Tateo, primario in quel momento del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, e la sua vice, Liliana Mereu, vengono poi indagati per dei presunti maltrattamenti che si sarebbero verificati all'interno del reparto.
Nel luglio 2021, il ministro della Salute, Roberto Speranza, invia degli ispettori a Trento e successivamente la commissione interna dell’azienda provinciale per i servizi sanitari, dopo 110 testimonianze, decide per il trasferimento di Tateo.
Poco tempo dopo, nel mese di novembre, Tateo è stato licenziato dalla stessa Apss. Un atto, questo, per il quale l'ex primario ha poi vinto la causa di lavoro intentata per ingiusto licenziamento ed è stato reintegrato dal giudice, anche se non tornerà più al Santa Chiara.
Tateo e Mereu sono poi stati indagati per maltrattamenti in concorso e continuazione sull’ambiente di lavoro. I legali dei due medici hanno scelto il rito abbreviato e il processo parte nel novembre del 2023. Sono 21 le parti offese tra infermiere, ostetriche e medici dell’unità operativa guidata da Tateo. La Procura aveva chiesto una condanna a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni.
Oggi è arrivata la sentenza con l'assoluzione piena: il fatto non sussiste per entrambi i medici.