"Una vita di lavoro, onestà e solidarietà", il saluto di Riva del Garda a Riccardo Zampedri, scomparso a 85 anni
È scomparso a Riva del Garda, all’età di 85 anni, Riccardo Zampedri, noto imprenditore dei trasporti
ARCO. Riccardo Zampedri il 2 giugno del 2011 riceveva una delle massime onorificenze italiane: l'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Un riconoscimento che già allora suggellava una vita esemplare, fatta di lavoro instancabile, dedizione alla famiglia e un profondo senso di solidarietà. Oggi, nel ricordarlo, riaffiorano i tratti distintivi di una vita vissuta con umiltà e generosità. "Ciao Papà, riposati in pace", il messaggio sulla pagina della ZA Trasporti di cui Riccardo era stato fondatore e leader.
Nato nel 1939 a Riva del Garda, terzo di nove figli, Riccardo Zampedri cresce in una famiglia in cui il valore del sacrificio è la regola. Suo padre Guido dopo il congedo dall'artiglieria contraerea si dedica alla meccanica e con pezzi di recupero costruisce tre trattori che contribuiranno alla ripresa dell'agricoltura nel Basso Sarca nel dopoguerra. Fin da bambino, Riccardo affianca il padre nel lavoro: a soli nove anni, tutti i pomeriggi guida uno di quei trattori nei campi, mentre al mattino frequenta la scuola, riuscendo comunque a completare gli studi. Quel primo trattore, simbolo della sua infanzia e dei sacrifici della famiglia, lo restaurerà con le proprie mani nel 2007, ridandogli vita con la stessa passione di un tempo.
Il suo percorso professionale inizia come idraulico, ma la passione per i motori lo porta presto a intraprendere la strada dei trasporti. Nel 1960, con pochi risparmi e l'acquisto di un motocarro Ercole 500, fonda la ditta "Autotrasporti Riccardo Zampedri". Negli anni, il piccolo sogno imprenditoriale cresce e si evolve, affrontando difficoltà e sfide, sempre con determinazione e coraggio. L'incontro con Anna Miori, che diventerà sua moglie e madre dei suoi tre figli, Luisa, Andrea ed Emilia, sarà una delle ancore più solide della sua esistenza. La famiglia lo sosterrà nei momenti più difficili, dalla perdita prematura di quattro fratelli a un grave incidente nel 1995.
Uomo di azione e di cuore, Riccardo non si tira mai indietro di fronte al bisogno. Nel 1976 parte per il Friuli per aiutare nelle operazioni di soccorso dopo il devastante terremoto. Nel 1989, a Loppio, con l'estintore del suo camion, salva due automobilisti intrappolati nelle lamiere di un'auto in fiamme. Episodi che raccontano meglio di qualsiasi parola la sua natura generosa e altruista.
Nel 1989, di fronte alle trasformazioni del mercato, fonda con il socio Livio Amistadi la "Società Trasporti e Scavi Snc", specializzandosi in scavi e movimento terra. Ma l'attaccamento al lavoro e l'amore per i motori non lo abbandoneranno mai: anche quando il figlio Andrea rileverà l'attività nel 2002, Riccardo continuerà a collaborare con la sua esperienza e il suo instancabile entusiasmo. Ancora oggi, nella memoria di chi lo ha conosciuto, rimane l'immagine di lui alla guida del suo inseparabile autocarro Mercedes 1919 del 1978, sempre lucido e pronto all'uso.
"Una vita segnata dal lavoro e dalla solidarietà, un esempio per tutta la nostra comunità", lo definiva con affetto l'assessore Mirella Serafini nel giorno del suo riconoscimento ufficiale.