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Giro d'Italia, Davide Cassani lo analizza per il Dolomiti: ''Terza settimana durissima e deciderà la corsa. Tiberi può fare grandi cose"

"Sicuramente se non ci sarà Pogacar il Giro sarà più equilibrato, vista l'assenza del "Cannibale". Anche se l'ultima edizione è stata tutt'altro che "noiosa", nonostante vi fosse un corridore che era nettamente più forte di tutti gli altri. E' vero: Pogacar ha fatto il bello e il cattivo tempo, era praticamente impossibile attaccarlo e ha sbaragliato tutta la concorrenza, ma non si è mai risparmiato, sin dal primo giorno, ha sempre attaccato, infiammando il pubblico"

Di D.L. - 31 gennaio 2025 - 19:15

TRENTO. Il count down è partito, 99 giorni passano in fretta e si può tranquillamente dire che il Giro d'Italia è alle porte. Lo attendono con impazienza in Albania, dove si svilupperanno le prime tre tappe della Corsa Rosa e, ovviamente, in tutta la Penisola, Trentino compreso.

 

Sarà un Giro d'Italia diverso dagli ultimi anni: le prime due settimane di gara saranno, almeno sulla carta, meno impegnative rispetto agli ultimi anni. Nessuna grandissima salita nei primi giorni (con la sola eccezione dell'arrivo a Tagliacozzo) e una crono individuale (da Lucca Pisa, di 28,5 km), mentre le tappe "spaccagambe", quelle in grado di "mettere" i minuti tra gli uomini di classifica arriveranno negli ultimi sette giorni, concentrate tra domenica e sabato 31 maggio. 

 

Tre arrivi in salita, frazioni con tante asperità, compresa quella che porterà i "girini" a San Valentino di Brentonico martedì 27 maggio dopo complessivi 5mila metri di dislivello, con "rampa" finale di 19 chilometri, dopo aver affrontato Fricca, Monte Bondone e Santa Barbara.

 

A raccontare il Giro d'Italia ci sarà anche quest'anno la voce ormai iconica di Davide Cassani, il "re" dei commentatori tecnici, dal 1996 a RaiSport e per sette anni - dal 2014 al 2021 - Commissario Tecnico della Nazionale Italiana. A Il Dolomiti racconta che corsa sarà.

 

Cassani, che Giro d'Italia ci possiamo aspettare?

"Come al solito una corsa molto impegnativa ma, rispetto agli ultimi anni, cambierà un po' la "struttura", nel senso che le prime due settimane saranno un po' più semplici, mentre la terza tornerà ad essere estremamente impegnative, con tre "tapponi" che disegneranno la classifica finale. Sarà un po' come tornare indietro a qualche anno fa, quando - praticamente sempre - la corsa si deciderà negli ultimi sette giorni. Certamente saranno frazioni molto dure e spettacolari".

 

A proposito di spettacolo: il campione uscente Tadej Pogacar probabilmente, per non dire certamente, non ci sarà. E nemmeno Vingegaard.

"Non abbiamo la certezza, ma potrebbe essere così. Sicuramente se non ci sarà Pogacar il Giro sarà più equilibrato, vista l'assenza di un "Cannibale" che ha dimostrato di poter dominare la corsa. Anche se, va sottolineato e credo tutti la pensino come me, l'ultima edizione è stata tutt'altro che "noiosa", nonostante vi fosse un corridore che era nettamente più forte di tutti gli altri. E' vero: Pogacar ha fatto il bello e il cattivo tempo, era praticamente impossibile attaccarlo e ha sbaragliato tutta la concorrenza, ma non si è mai risparmiato, sin dal primo giorno, ha sempre attaccato, infiammando il pubblico presente sui percorsi e chi ha assistito alle tappe davanti alla televisione. Non ci sarà nemmeno Vingegaard, ma i grandi nomi non mancheranno e, tra questi, speriamo possa inserirsi qualche italiano".

 

Chi saranno i favoriti?

"Beh, i "big" che hanno annunciato la presenza sono Roglic, Carapaz, Bernal, i fratelli Yates. E, mi auguro, che nella lotta per le posizioni importanti ci possano essere anche i "nostri" Tiberi e Ciccone che, se staranno bene, potranno fare cose importanti. Per le volate non dovrebbe esserci Jonathan Milan, ma qualche altro buon velocista c'è".

 

L'ultimo italiano a vincere è stato Nibali nel 2014, l'ultimo azzurro a salire sul podio Caruso, nel 2021. C'è la possibilità che uno dei nostri arrivi tra i primi tre?

"Tiberi ha fatto quinto lo scorso anno, arrivando vicino al podio. E' giovane, molto promettente ma anche molto "maturo" per la sua età. Ciccone ha chiuso 11esimo al Tour de France, ha 30 anni e la giusta esperienza per disputare un Giro d'Italia di livello".

 

Pogacar può diventare il ciclista più forte della storia?

"Diciamo che è sull'ottima strada. I numeri sono impressionanti, visto che ha perso due, dicasi due, corse in un anno. Quando parliamo del fuoriclasse di Komenda il confronto non lo possiamo che fare con i "miti" di questo sport, Merckx e Coppi. E, insomma, per numero di vittorie e come sa vincere direi che non è molto lontano da loro".

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