Lavoro agile nei Comuni? I sindacati: "Strumento da valorizzare ma nel 2025 ci troviamo ancora a dover spiegare i vantaggi a molte amministrazioni"
Per i sindacati ancora troppo pochi Comuni e Comunità di Valle puntano sul lavoro agile. Le Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil: "E' un modo per attrarre le nuove generazioni e migliorare la conciliazione lavoro/famiglia"
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TRENTO. "Da quando il lavoro agile ha trovato finalmente una collocazione normativa nella trattativa del contratto 2016/2018 delle Autonomie Locali", questo il commento Alberto Bellini e Mirko Vicari (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch e Maurizio Speziali (Cisl Fp) e Andrea Bassetti e Elena Aichner (Uil Fpl). "Il percorso di valorizzazione non si è mai fermato e continua l'attività d'incentivazione sulle amministrazioni 'scarsamente lungimiranti' in quanto c'è la necessità di sviluppare questo strumento in ottica conciliazione lavoro/famiglia".
I sindacalisti evidenziano che il percorso d'evoluzione all'interno dei Comuni è variegato. Si passa da chi crede fortemente nelle attività in smart work e aumentano le previsioni di lavoro agile in accordo alle parti sociali alle amministrazioni ancora diffidenti, che considerano l'attività in remoto non analoga a quella garantita in presenza.
"Siamo nel 2025 e ci troviamo ancora a dover far capire ad alcuni segretari comunali, dirigenti e sindaci che non è il personale a dover dimostrare di meritare il lavoro agile, ma al contrario, il singolo datore di lavoro a evolvere culturalmente nel concetto di fiducia verso il proprio dipendente".
A oggi "il vincolo della possibilità di attivarlo solo se il datore di lavoro disponibile, ma come abbiamo rilevato, molti non danno risposte ai propri collaboratori solo per preconcetto o per impedimenti di ordine organizzativo", proseguono Bellini e Vicari, Pallanch e Speziali, Bassetti e Aichner. "Il risultato è che solo pochi Comuni e Comunità di Valle hanno attivato il lavoro agile e altri l'hanno attivato al massimo per una sola giornata anche se precedenti sperimentazioni su più giornate non hanno evidenziato effettive problematiche organizzative, replicando atteggiamenti pregiudiziali attualmente messi in atto da parte della dirigenza provinciale".
Le parti sociali intendono affrontare queste difficoltà. "L'articolato contrattuale ha necessità di essere revisionato, a garanzia di riconoscimento in primis del buono pasto, stando all'imprescindibile dato di fatto che l'attività svolta in lavoro agile è a tutti gli effetti lavoro, non dimenticandosi che il pubblico impiego deve e può trovare valorizzazione, negli strumenti contrattuali esistenti, per attrarre le giovani generazioni e dare risposte immediate alle richieste di aumentata flessibilità di chi sta garantendo l'attività nei 166 Comuni e 15 Comunità di Valle. Quanto rileviamo trova forza propulsiva nelle considerazioni e incentivi applicativi da parte dell'assessore provinciale Achille Spinelli, che ne ricordava in questi giorni il valore come strumento efficace che risponde all'efficientamento dell'organizzazione del lavoro nella pubblica amministrazione".