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“Un accesso su quattro al pronto soccorso di Cavalese per incidenti sulle piste”. Quasi 70 interventi al giorno nell'ultima settimana in Trentino: ecco i dati di Apss

Il direttore del Dipartimento emergenza dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari Fabio Malalan a il Dolomiti: “Dal 23 al 29 dicembre gli accessi per traumi da cadute sulle piste da sci sono stati 489 in Trentino, di questi il 18% sono stati codici arancioni e lo 0,4% rossi”

Di Filippo Schwachtje - 30 dicembre 2024 - 20:19

TRENTO. Complici le giornate di sole che hanno caratterizzato questo primo scorcio di stagione sciistica, sulle piste del Trentino sono moltissimi gli amanti della neve che negli ultimi giorni hanno allacciato gli scarponi nei vari comprensori presenti in Provincia. Una presenza di sportivi e appassionati che, come ogni anno, per il sistema sanitario trentino si è tradotta in un grosso aumento degli ingressi nei pronto soccorso del territorio (ma anche nei reparti di radiologia e ortopedia) per la gestione degli incidenti che quotidianamente si verificano sulle piste. Ma come sta gestendo, da questo punto di vista, la situazione l'Azienda sanitaria trentina? Qual è l'andamento rispetto agli scorsi anni? E quali sono le strutture più sotto pressione? Per rispondere a queste domande il Dolomiti ha contattato Fabio Malalan, direttore del Dipartimento emergenza di Apss (nonché dell'Unità operativa medicina d'urgenza e pronto soccorso dell'ospedale di Rovereto). 

 

Innanzitutto, dice, a livello generale gli accessi nei pronto soccorso del Trentino quest'anno sono in calo rispetto all'anno scorso, anche se il numero di interventi per infortuni sugli sci è pressoché costante: “La causa della discrepanza è da ricercare nel boom di casi di influenza registrati lo scorso anno – dice – quando, nella settimana compresa tra il 23 ed il 29 dicembre, avevamo registrato circa 700 accessi in più nelle strutture d'emergenza provinciali: gli incidenti sulle piste da sci sono però rimasti grossomodo stabili. Per quanto riguarda gli accessi generali ai pronto soccorso, al netto dei numeri dello scorso anno, il trend rimane in crescita graduale e costante, da diversi anni, attorno a un +8% annuo”.

 

Guardando agli incidenti sulle piste, nel periodo tra il 23 e il 29 dicembre di quest'anno in Trentino gli interventi sono stati 489: “Di questi – continua Malalan – il 18% (89 accessi) hanno riguardato codici arancioni, lo 0,4% rossi e i restanti azzurri, verdi e bianchi. In tutto 21 pazienti sono stati portati negli ospedali in elicottero e quasi 120 dal servizio 118. In altre parole, del totale dei pazienti il 4,3% è stato elitrasportato: se guardiamo però ai casi con dinamiche maggiori, arancioni e rossi, la percentuale arriva rispettivamente al 45,5 e al 100%”. Numeri non da poco insomma (e ai quali vanno aggiunti gli accessi derivanti dai circa 80 interventi portati avanti dai soccorritori sulle piste oggi, 30 dicembre) ma che, grazie all'attività in particolare dei pronto soccorso, dell'ortopedia e della radiologia degli ospedali più interessati, si traducono nella maggior parte dei casi in dimissioni molto rapide

 

“Se prendiamo in considerazione per esempio i codici arancioni – dice il dirigente di Apss – di 89 accessi solo 20 pazienti sono stati ricoverati, i restanti 69, dopo le cure e gli accertamenti del caso, sono stati dimessi subito”. Vista la natura degli infortuni, ovviamente, la stragrande maggioranza delle persone ricoverate rimane in ortopedia, con qualche caso in neurologia (principalmente, però, per osservazione). “Trattandosi di dinamiche maggiori – precisa Malalan – è giusto che gli infortunati passino attraverso il triage e vengano valutati, ma il lavoro dei professionisti all'interno delle strutture ospedaliere permette accertamenti il più possibile rapidi per far seguire, nei casi che lo consentono, rapide dimissioni. Se guardiamo ai codici 'minori' (azzurro, verde e bianco), di 397 accessi ben 353 sono stati dimessi subito”. 

 

Se la mancanza di un ricovero è, ovviamente, importante sul fronte della pressione ospedaliera a livello generale, la necessità di valutare rapidamente numeri importanti di pazienti rappresenta però uno sforzo non da poco per i professionisti impiegati nella medicina d'emergenza: “Un grande lavoro in questo senso – ribadisce il dirigente – viene svolto nei pronto soccorso e nei reparti di radiologia e ortopedia. È lì che, parlando di incidenti sulle piste, si concentrano i carichi maggiori”. Guardando alle strutture più sotto pressione, l'ospedale che vede il maggior numero di accessi per infortuni sugli sci è quello di Cavalese (177 accessi nel periodo 23-29 dicembre) seguito da quello di Cles e poi dal Santa Chiara di Trento

 

“A Cavalese nella settimana di riferimento gli accessi totali sono stati 708 – dice Malalan – questo vuol dire che circa un ingresso su quattro (il 25%) è legato a incidenti sulle piste da sci. Se poi aggiungiamo gli altri accessi per traumi arriviamo a una percentuali pari alla metà”. Sul fronte del personale invece, proprio a Cavalese le presenze in particolare in ortopedia vengono rafforzate a ridosso del periodo natalizio per reggere l'urto. L'ulteriore carico di pazienti dalle piste da sci però, a livello generale va ovviamente a pesare su una situazione già difficile strutturalmente (e non solo in Trentino). “In pronto soccorso – conclude il dirigente – facciamo affidamento anche su personale in libera professione, ma la crisi da questo punto di vista è diffusa e ben nota a livello nazionale. Parlando però di accessi da traumi sulle piste, i tempi si sono ridotti ed il nostro sistema sta reggendo bene il carico aggiuntivo”.

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