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Maltempo, una massiccia nube di polvere del Sahara ha raggiunto le Alpi: in arrivo la neve rossa

E' un fenomeno ben noto e che si ripete ciclicamente. Sospinta dallo scirocco, e dopo aver invaso tutta l'Italia, questa massiccia nube di polvere sahariana ha raggiunto le Alpi in queste ore toccando proprio oggi la massima densità con carico totale (su tutta la colonna atmosferica) molto elevato, fino a 4 grammi per metro quadrato

Di GF - 30 marzo 2024 - 12:28

TRENTO. Il maltempo previsto per il weekend di Pasqua potrebbe riservare delle sorprese. 

 

Come spiega la Commissione Glaciologica della Sat, citando la 'Società Meteorologica Italiana – Nimbus', è infatti in arrivo un po' di polvere dal deserto. “La deposizione di questo strato di polvere, che negli oceani è una importante fonte di nutrimento, sulla neve contribuisce a modificare l'albero, accelerandone la fusione. Durante i rilievi degli accumuli nevosi ad inizio estate è frequente riconoscere nella colonna di neve tutti gli eventi di precipitazione di polvere desertica” spiega la commissione.

 

Sospinta dallo scirocco, e dopo aver invaso tutta l'Italia, questa massiccia nube di polvere sahariana ha raggiunto le Alpi in queste ore toccando proprio oggi la massima densità con carico totale (su tutta la colonna atmosferica) molto elevato, fino a 4 grammi per metro quadrato. 

 

Al Nord-Ovest – viene spiegato dalla Società Meteorologica Italiana – Nimbus - l'episodio di precipitazioni colorate (neve dai 1800 metri circa) potrebbe essere uno dei più marcati dell'ultimo ventennio, ricordando forse quello del 21 febbraio 2004 che fu straordinario soprattutto sulle Alpi Marittime. 

 

Si tratta di un fenomeno naturale, perfino importante per gli assetti degli ecosistemi poiché la deposizione di polvere sahariana fertilizza il suolo con rilevanti apporti di fosforo, elemento chiave per lo sviluppo delle piante. 

 

“Tuttavia – viene spiegato - la presenza di uno strato giallo-ocra nel manto nevoso, allorché riaffiorerà in superficie in estate ad alta quota, sarà in grado di accelerare ulteriormente la fusione nivale, già di per sé rapida in questi tempi di riscaldamento atmosferico” 

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