Contenuto sponsorizzato

Diga del Vanoi, nuova manifestazione contro il progetto. Il presidente della Provincia Padrin: "Sbagliata come quella del Vajont, farò di tutto per fermarla"

Centinaia le persone e numerosi gli interventi, presenti molti rappresentati delle istituzioni. Roberto Padrin: "Mancano le condizioni di sicurezza e un'opera simile avrebbe un impatto esagerato. Se il tema è quello della siccità, ci sono altri sistemi per affrontarlo e non certo creando un nuovo invaso"

Di F.Os. - 05 ottobre 2024 - 18:19

BELLUNO. Diga del Vanoi: se non è una corsa alla ritirata, poco ci manca. Dopo le parole del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini – che nei giorni scorsi ha specificato come nessun progetto sia stato presentato al Ministero – anche il governatore del Veneto Luca Zaia (che in precedenza aveva specificato che "non ci possiamo permettere un secondo Vajont") è tornato a commentare la questione, focalizzandosi sul tema della mancanza di certezze per quanto riguarda la sicurezza, specificando che "i tecnici hanno già detto che c’è fragilità del territorio” (QUI ARTICOLO). “L’unica cosa che può fare la politica è pretendere che siano valutate fino in fondo le certezze di sicurezza totale – ha spiegato Zaia – e il progetto non deve essere autorizzato se non c’è la certezza matematica, e a me sembra che certezze matematiche non ce ne siano”.

 

E oggi pomeriggio, sabato 5 ottobre, a Lamon molte voci si sono alzate nel corso di una manifestazione organizzata per dire "no" ad un progetto che, a conti fatti, ormai sembra voluto solo dal Consorzio di Bonifica del Brenta. Centinaia le persone presenti, con l'evento che è stato aperto dal sindaco Loris Maccagnan e dal Comitato per la difesa del Torrente Vanoi e delle Acque Dolci, e ha visto la partecipazione, tra gli altri, anche di Mountain Wilderness, Sat di Primiero e Cai Feltre, nonchè di molti rappresentanti politici anche del Trentino e del Presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin.

 

E proprio quest'ultimo ha usato parole forti per sottolineare l'opposizione al progetto, tuonando: "Finchè sarò presidente di questa meravigliosa provincia, farò tutto ciò che mi sarà possibile per fermare questa opera". 

 

L'intervento di Padrin è partito dal ricordo della tragedia del Vajont, sottolineando come quella diga sia stata "un'opera perfetta di ingegneria costruita nel luogo sbagliato", come lo sarebbe appunto la valle del Vanoi "caratterizzata da "pericolosità di frana molto elevata". Ad essere ribadito è stato poi come la Provincia abbia detto fin da subito "no" al progetto con atti ufficiali: "Era proprio il 5 ottobre 2023 quando il consiglio provinciale ha approvato la prima delibera di contrarietà all’impianto, e poi lo ha ribadito il 16 maggio scorso, all’unanimità, con una nuova delibera che ha visto d’accordo anche il nuovo consiglio provinciale". Ad essere rimarcato è stato poi come a mancare siano innanzitutto le condizioni di sicurezza, e poi "l'impatto esagerato" che avrebbe un'opera simile.

 

"Se il tema è quello della siccità ci sono ben altri sistemi per affrontarlo e non certo creando un nuovo invaso" ha spiegato Padrin, specificando: "Finora non è stata neppure considerata l’alternativa alle esigenze messe in evidenza, che sono quelle di immagazzinare acqua a uso irriguo e non è stata considerata l’alternativa di migliorare le infrastrutture di irrigazione e neppure il cambio delle colture, con un’agricoltura più adatta alle mutate condizioni ambientali e climatiche. E non sono state considerate neanche le alternative all’altra esigenza emersa, solo di recente, che è quella di un bacino di laminazione". Infine, Roberto Padrin si è soffermato sull'aspetto che più lo ha rattristato dell'intera vicenda: "Che qualcuno abbia voluto porre la questione sullo scontro tra montagna e pianura: tra le terre alte, a torto considerate gelose dell’acqua, e una pianura assetata e soggetta a frequenti siccità, talvolta bisognosa di acqua e talvolta di misure per salvarsi dalle alluvioni".

 

Una narrazione, viene sottolineato, sbagliata: "Non è così, e lo si vede nella quantità di invasi già presenti e attivi nel Bellunese: la montagna non è mai stata gelosa della sua acqua, ma la gestione della risorsa idrica è un affare estremamente complesso che non può essere trattato con quella superficialità che invece abbiamo visto in questi mesi in merito al Vanoi".

 

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Cronaca
23 gennaio - 20:40
Il patron dell'(ex)auto dei progressisti alla corte del più conservatore dei presidenti e il cortocircuito per chi, a sinistra, guida Tesla è [...]
Cronaca
23 gennaio - 20:20
Segnalazioni di un'auto bianca fuori da scuola e di una persona che riprende i bimbi con il cellulare. Due piccoli sarebbero anche stati [...]
Politica
23 gennaio - 19:32
Toccherà, dunque, a Ioppi, 55 anni ed esponente del Partito Democratico, cercare di resistere all' "assalto" del centro destra, che non ha ancora [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato