Piogge scarse e poca neve, è già allarme siccità. Dal lago d'Idro agli invasi di Boazzo e Bissina, riserve ridotte in Trentino. Tonina: ''Sarà difficile aiutare le altre regioni''
“Se la situazione non cambia sarà molto difficile garantire solidarietà alle altre regioni nei prossimi mesi con le nostre riserve d'acqua” spiega a il Dolomiti il vicepresidente Mario Tonina. Intanto anche in Trentino, come nel resto del nord Italia, sale la preoccupazione per le irrigazioni dei campi nei prossimi mesi
TRENTO. “Se la situazione non cambia, se non piove e non nevica avremo già delle criticità serie in primavera”. Ne è certo il vicepresidente della Provincia di Trento, Mario Tonina, e le sue parole fotografano la preoccupazione che già esiste in Trentino per la scarsità di acqua.
Nei prossimi mesi l'irrigazione dei campi potrebbe diventare un vero e proprio problema nonostante i sistemi a goccia. “Non vogliamo essere disfattisti ma le condizioni in cui si trovano laghi, fiumi e bacini sono di certo peggiori rispetto lo scorso anno” dice sempre Tonina a il Dolomiti. I campanelli d'allarme ci sono da tempo in tutto il nord Italia dove la siccità dello scorso anno ha lasciato profondi segni. Lo dimostra quanto detto dall'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po nella prima riunione di quest'anno che ha indicato con ''Arancione” il livello di severità idrica che si sta abbattendo nel nord. Si tratta di un indicatore di allarme medio che però mostra una forte preoccupazione anche per i prossimi mesi.
Gli indicatori idro-meteo-climatici e le analisi integrate presentate proiettano un quadro idrico complessivo, è stato spiegato, “di manifesta sofferenza”. I grandi laghi Alpini ai minimi storici e in diverse zone del nord sono già in azioni le autobotti.
I DATI
Purtroppo, ciò che è emerso dalle singole relazioni presentate dai relatori tecnici intervenuti al meeting dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, evidenzia una situazione di conclamato deficit idrico in gran parte delle regioni del Nord, Piemonte e Lombardia in testa ma anche in Veneto e Trentino e un gap, meno marcato rispetto allo scorso anno, nell’area Emiliano Romagnola dove le ultime piogge, corredate da alcune nevicate, hanno contribuito a ricaricare i torrenti Appenninici e di conseguenza ad incrementare le portate del fiume Grande Fiume.
E se una delle principali criticità dello scorso anno fu proprio il perdurante e scarso riempimento dei grandi laghi alpini, anche quest’anno le avvisaglie monitorate dagli enti regolatori rappresentano già una soglia di risorsa invasata ad oggi estremamente scarsa per rappresentare una “scorta” in grado di rispondere, se non pioverà ancora abbondantemente, alle esigenze dei prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell’irrigazione.
Il livello di invaso dei Grandi Laghi è generalmente stazionario, solo il Lago Maggiore registra un lieve e costante incremento. Rispetto al massimo valore d’invaso, le percentuali di riempimento sono: 46,3% per il Lago Maggiore, 19,6% per il Lago di Como, 17,7% complessivamente per il Lago d’Iseo e il Lago d’Idro, 24,7% per il Lago di Garda.
Una crisi che, come già scritto su il Dolomiti nei giorni scorsi, è stata fotografata anche dai dati raccolti da Arpa Lombardia che registrano come a livello regionale manchi il 44% dell’acqua che normalmente è disponibile in questo periodo. (QUI L'ARTICOLO)
Ma non solo, sempre parlando di dati, sono ancora più inquietanti quelli che arrivano dalla Commissione Glaciologica della Sat. ''Per il secondo inverno consecutivo - è stato spiegato - assistiamo ad un generalizzato deficit di neve sulle Alpi, ad oggi pari a circa il -56% rispetto al decennio 2011-2021''. (QUI L'ARTICOLO)
IL TRENTINO
“Se la situazione non cambia vedo molto difficile garantire solidarietà alle altre regioni con le nostre riserve d'acqua” spiega il vicepresidente Tonina. “Anche se lo volessimo fare – spiega a il Dolomiti – ci verrebbe impedito dalle condizioni in cui ci troviamo”. Impossibile, quindi, pensare di riprendere gli aiuti che erano stati messi in campo l'estate scorsa verso la Lombardia e verso anche il Veneto.
Come già detto, la speranza è che nelle prossime settimane arrivi la pioggia. Se così non fosse, però, il Trentino, ovviamente, dovrà badare alle proprie esigenze e non certo pensare a quelle di altre regioni.
“Io mi auguro - spiega Tonina – che le importanti risorse che arriveranno con il Pnnr possano essere usate da queste regioni del nord per mettere in cantiere qualcosa di serio e che non è stato fatto negli anni. Ovviamente non serviranno a risolvere gli attuali problemi ma dobbiamo pensare che siamo davanti ad una situazione che si ripeterà in futuro visti i cambiamenti climatici che abbiamo. Da noi è bene ricordare che, per esempio, se non ci fossero i bacini di accumulo difficilmente potrebbero aprire le varie stazioni sciistiche”.
In questo momento, spiega il vicepresidente, il lago di Santa Giustina, il lago di Garda, gli invasi di Boazzo e Bissina e il lago d'Idro sono a livelli di molto inferiori rispetto allo scorso anno a pari data. "Se non cambiano le condizioni come possiamo pensare di aiutare gli altri? Già in primavera per le irrigazioni avremo diverse criticità" conclude Tonina.