Orsi in Trentino, per Ispra con la rimozione di 3 femmine in età riproduttiva all'anno "la popolazione rischia l'estinzione". Ecco come si è arrivati ai numeri dello studio
L’eventuale scelta di operare prelievi sopra tale soglia, con l’obiettivo quindi di determinare un trend negativo della popolazione anche intervenendo su individui non problematici, richiede a parere di Ispra "valutazioni di carattere non strettamente biologico e conservazionistico che non si ritiene di affrontare" conclude nel rapporto
TRENTO. Le ipotesi, tutte da applicare, sono quelle di rimuovere un massimo di 8 orsi all'anno, di cui massimo 2 o 3 femmine riproduttive (ma nel caso si proceda su un terzo esemplare il rischio estinzione diventa alto). Questo dovrebbe potare a una stabilizzazione, anche nel lungo periodo, sul fronte della pressione dei grandi carnivori e dare risposte anche in termini di sicurezza pubblica. Le analisi sono contenute nel rapporto di Ispra, "La popolazione di orsi del Trentino: analisi demografica a supporto della valutazione delle possibili opzioni gestionali", realizzato su indicazione del ministero e pubblicato in esclusiva nelle sue conclusioni da Il Dolomiti (Qui articolo).
Anche così comunque la gestione resta complessa perché la base resta il piano Pacobace, le norme nazionali e internazionali (la direttiva Habitat oggi non prevede la possibilità di far calare le popolazioni di specie tutelate e quindi serve un accordo, politico, ai massimi livelli), la legge 9/2018 lasciata in eredità dalla Giunta Rossi, e, viene spiegato nella relazione realizzata poco dopo la morte di Andrea Papi che si potrebbe arrivare a 8 esemplari (con un margine comunque di rischio estinzione) senza compromettere la popolazione nel suo insieme: un numero più alto rispetto alla soglia degli orsi problematici o pericolosi, che emergono "ciclicamente": per questo il perimetro d'azione potrebbe riguardare più facilmente da 1 a 3 esemplari ogni anno. Catturata Jj4, in attesa del parere sul F32 (responsabile di un falso attacco nei boschi di Roncone, mentre il secondo caso sembra più un'ipotesi probabilistica), attualmente rimane Mj5 ancora in libertà.
Ma come è arrivato l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale a questi risultati preliminari? Attraverso due metodologie. Le prime analisi condotte per la popolazione di orso hanno adottato l’approccio dei modelli di popolazione strutturati (structured population models o matrix models), utili per proiettare il tasso di incremento numerico e rilevanti per fare proiezioni a livello di popolazione.
"Le popolazioni sono modellate utilizzando le caratteristiche medie della popolazione o meglio delle classi di età riconoscibili al suo interno. Il modello permette la proiezione nel futuro della popolazione sulle base delle probabilità di transizione degli individui da una classe all’altra, come sintetizzate tramite le cosiddette matrici di transizione e/o grafi del ciclo vitale della specie. Nel caso specifico, le analisi sono state sviluppate in R ed è stata considerata una matrice di transizione già adottata per modellare la dinamica di altre popolazioni di orso, parametrizzata sulla base delle informazioni già disponibili sulla demografia della specie, ma criticamente rivisti sulla base delle conoscenze relative alla popolazione di orso del Trentino".
Sono stati presi in considerazioni vari criteri (tasso di mortalità complessiva del 25% - più 20% rispetto al valore di base) la riduzione della sopravvivenza delle femmine subadulte oppure l’effetto della riduzione contemporanea della sopravvivenza di tutte le classi di adulti e subadulti, maschi e femmine, con l’esclusione soltanto dei piccoli di entrambi i sessi. La traiettoria, si legge nello studio, non cambia, anche se non può tenere in considerazione fino in fondo eventuali "perturbazioni" che possano riportare a fortissimo rischio estinzione (se non alla condanna di sparire nuovamente dal territorio) la presenza degli orsi in Trentino.
Un'altra simulazione si è avvalsa, invece, del software Vortex. "La parametrizzazione del modello è avvenuta considerando le stesse informazioni di base utilizzate per le analisi precedenti, e le stime di lambda ottenute tramite l’implementazione di un modello deterministico all’interno di Vortex sono risultate in linea con quelle ottenute in R. In particolare, il tasso di incremento asintotico calcolato da Vortex per lo scenario di base, senza rimozione, è risultato pari a 1,11, contro un valore di 1,10 ottenuto in R. Oltre allo scenario di base, anche tenendo conto delle analisi precedentemente condotte, in Vortex sono state implementate delle simulazioni per 16 scenari".
Si è lavorato sulla rimozione di 2 femmine riproduttive all’anno; rimozione di 4 adulti (2 femmine riproduttive e 2 maschi adulti); rimozione di 6 adulti (3 femmine riproduttive e 3 maschi adulti); rimozione di 8 adulti (4 femmine riproduttive e 4 maschi adulti); rimozione di 4 subadulti (2 femmine di 2-3 anni, e 2 maschi di 2 e 3 anni); rimozione di 6 subadulti (3 femmine e 3 maschi, uno per ogni classe di età); rimozione di 8 subadulti (3 femmine e 3 maschi, uno per ogni classe di età, più un individuo aggiuntivo di 3 anni sia per i maschi che per le femmine); combinazioni di adulti e subadulti (es. rimozione di 2 adulti e 4 subadulti, ecc.).
In questo caso "i risultati delle simulazioni (10.000 iterazioni) hanno permesso di individuare, per la rimozione dei soli adulti, la soglia di 6 individui in totale, bilanciati tra maschi e femmine. Quando questa soglia viene superata, la probabilità di sopravvivenza della popolazione crolla. La rimozione di soli subadulti risulta sempre meno critica e non porta mai all’estinzione delle popolazioni".
Le due metodologie portano sostanzialmente agli stessi risultati: la rimozione di un massimo di 8 orsi all'anno, di cui al massimo 6 adulti e mai più di 3 femmine riproduttive. "In quest’ultimo caso, la probabilità di estinzione della popolazione è comunque molto elevata, e risulterebbe preferibile uno scenario con rimozione di un numero massimo di 4 adulti e 4 subadulti (di cui non più di 2 femmine riproduttive)".
Ma serve un'attenta analisi prima di intervenire e per una corretta gestione. "Qualsiasi attività di rimozione deve essere seguita da un monitoraggio per ottenere stime precise e accurate della popolazione, che permettano di individuare tempestivamente segnali di declino. Questo numero è sufficiente per permettere, in applicazione del Pacobace, la rimozione degli individui problematici che rappresentano una proporzione molto limitata della popolazione", si legge nelle conclusioni di Ispra.
"Al momento, per quanto noto ad Ispra, è presente in natura un solo orso prelevabile, ai sensi del Pacobace, l’individuo Mj5. L’eventuale scelta di operare prelievi sopra tale soglia, con l’obiettivo quindi di determinare un trend negativo della popolazione anche intervenendo su individui non problematici, richiede a parere di Ispra valutazioni di carattere non strettamente biologico e conservazionistico che non si ritiene di affrontare in questa sede" conclude Ispra.