Indagine sulla qualità della vita del Sole 24 ore: Trento al top nella categoria “anziani” per la speranza di vita
L’indagine del Sole 24 ore vede Trento al top nella categoria “anziani” per la speranza di vita. Il capoluogo è stato premiato anche per gli investimenti sull’assistenza domiciliare over 65
TRENTO. Durante l’ultimo giorno del Festival dell'Economia di Trento sono stati svelati in in anteprima i risultati dell’indagine annuale sulla qualità della vita del Sole 24 ore, che sarà pubblicata integralmente domani.
L’indagine ha visto primeggiare Siena per la categoria bambini, Ravenna per i giovani e Trento per gli anziani. Trento inoltre si posiziona nei primi dieci classificati anche in tutte le altre categorie. Come già anticipato Trento è al top nella categoria “anziani” per la speranza di vita ma il capoluogo è stato premiato anche per gli investimenti sull’assistenza domiciliare over 65. “Siamo diventati una bussola per molte amministrazioni locali” ha osservato Michela Finizio giornalista del Sole 24 ore.
Commentando i risultati Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale della Provincia di Trento, ha ricordato: “Dal 2019 la nostra Provincia mette al centro le politiche di transizione all’età adulta. In Italia i giovani escono di casa in media a 29,9 anni contro la media europea di 21,5. Tra le ultime azioni promosse sul territorio, la dote finanziaria per favorire l’indipendenza dei giovani, per aiutarli ad uscire di casa con prestiti fino a 30.000 euro all’arrivo del primo o del secondo figlio”.
Malfer ha anche informato che il 25% dei dipendenti in Trentino lavora in aziende certificate “Family Audit” con piani di conciliazione famiglia-lavoro che attirano in particolare i giovani lavoratori (18-40 anni), attratti dalle condizioni di lavoro più flessibili. Infine, ha parlato dell’economia della saturazione, che appunto satura le risorse presenti sul territorio e non utilizzate e che in Trentino si è tradotta con l’impiego della card dell’EuregioFamilyPass nel settore dei trasporti, museale, ristorazione e sport.
“Per valutare lo stato di benessere del Paese non basta un unico indicatore, il Pil, legato all’andamento economico, ma serve una rete di indicatori tra cui la demografia, l’educazione, l’occupazione”, ha osservato Alessandro Rosina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Se i giovani sono deboli e non riescono a generare valore, si indebolisce anche il territorio. Senza lavoro si frenano le scelte di vita e la creazione dei nuclei familiari. La povertà economica è legata alla povertà produttiva”.
Rosina ha posto l’accento anche sul Sud che per molto tempo è stata l’area più prolifica di Europa e ora ha perso questo primato perché non offre più lavoro ai giovani. “La provincia di Trento non ha mai fatto scendere la fecondità troppo in basso perché ha introdotto politiche lungimiranti”, ha aggiunto.
Dal sondaggio sui giovani è emerso anche che oltre il 55% vorrebbe avere un figlio ma, di questi, la metà dice di non essere nelle condizioni di farlo. “I dati del sondaggio ci raccontano di 'giovani bloccati', 'parcheggiati' perché non hanno certezze. Ho chiesto ai giovani cosa vorrebbero dalla politica e hanno risposto che vogliono prospettive e protagonismo per anticipare i tempi dell’emancipazione”, ha concluso Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle Associazioni familiari.