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Boom di turisti a Vetriolo, la Lupa del Lagorai come il Drago Vaia: “Un via vai che non si vedeva da 40 anni (FOTO)”. Arcais: “E' un punto di partenza”

Negli ultimi giorni, come riportato dall'associazione Amici di Vetriolo e confermato dal vice-sindaco di Levico Terme Patrick Arcais, in zona si è assistito ad un boom di presenze per vedere la Lupa del Lagorai, l'ultima opera dell'artista Marco Martalar. “E' un segnale – dice Arcais a il Dolomiti – per ribadire che Vetriolo c'è ancora ed è pronta a rinascere”

Di Filippo Schwachtje - 12 settembre 2022 - 11:39

LEVICO TERME. “Grazie all'installazione della Lupa del Lagorai, la località si è improvvisamente popolata: dal primo fine settimana di settembre, da mattina a sera, stiamo assistendo ad un via vai di auto e di persone che non si vedeva da 40 anni”. Sono queste le parole con le quali l'associazione Amici di Vetriolo riporta il boom di presenze registrato nel weekend nella frazione di Levico Terme per vedere la Lupa del Lagorai, l'ultima opera dello scultore veneto Marco Martalar.

Martalar, famoso in Trentino per aver dato vita a Lavarone al Drago Vaia, ha utilizzato gli scarti in legno della tempesta Vaia per realizzare la Lupa, alta ben 6 metri e immersa in un panorama mozzafiato a 1.600 metri di quota. E proprio il successo ottenuto dall'opera, dice a il Dolomiti il vice-sindaco di Levico Terme Patrick Arcais, vuole rappresentare un segnale, un “punto di partenza per dire che Vetriolo c'è ancora e che è pronta a rinascere”.

Per il futuro del territorio, continua Arcais, l'obiettivo è infatti di riuscire a recuperare gli spazi occupati dalle strutture ricettive abbandonate nel corso degli anni nel piccolo centro termale. “Stiamo affrontando la questione dal punto di vista urbanistico – dice il vice-sindaco – insieme agli uffici della Pat e martedì di terrà un nuovo appuntamento. La nostra idea è di lavorare per portare a Vetriolo, la più alta stazione termale d'Europa, un nuovo modo di vedere il turismo, diventando magari un esempio per altre realtà”.

Le parole d'ordine sono quindi “ospitalità diffusa, bioedilizia e basso impatto ambientale”, continua Arcais: “Rinunciando anche ad una parte di volumi. Del totale di territorio coperto dai sedimi delle strutture, puntiamo a recuperarne una parte per la realizzazione di soluzioni piccole e poco impattanti per dormire in quota ed un'altra per dare vita invece ad un parco faunistico o magari ad una grande fattoria didattica dedicata alle famiglie. In questo processo, nel quale è importante a nostro avviso che rientrino anche gli impianti termali, la Lupa del Lagorai vuole essere un punto di partenza”.

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