Orso M57, il Consiglio di Stato: ''Valutare la liberazione con radiocollare''. Gli animalisti esultano: ''Sentenza storica, si volta pagina''
E' stato accolto il ricorso presentato da Enpa e Oipa. Il Consiglio di Stato con una sentenza resa pubblica nelle scorse ore indica di valutare il rilascio di M57 con il radiocollare previa verifica dell'aggressività. Le organizzazioni: "Faremo la nostra parte seguendo con attenzione la risposta concreta della Provincia Autonoma di Trento"
TRENTO. E' un ulteriore e importante passo che potrebbero portare ben presto alla liberazione dell'orso M57 dal Casteller. Il Consiglio di Stato nelle scorse ore, attraverso un importante pronunciamento, ha accolto il ricorso di Enpa e Oipa in merito alla decisione del Tar di Trento che nell'aprile scorso aveva definito legittimo l'ordine di cattura che era arrivato dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.
“Abbiamo sempre e solo chiesto giustizia per questo giovane orso e finalmente si volta pagina” hanno spiegato Enpa e Oipa nell'apprezzare la posizione espressa dal Consiglio di Stato. M57 è l’orso che il 22 agosto del 2020 ha aggredito un carabiniere 24enne ad Andalo. Secondo quanto ricostruito l’aggressione sarebbe avvenuta nelle vicinanze del laghetto alle porte del paese.
La sentenza del Consiglio di stato può ora portare alla liberazione di M57. Nel provvedimento si legge: "La Provincia di Trento, consultata preventivamente l’Ispra, nell’esecuzione della presente sentenza dovrà pertanto valutare se le condizioni attuali dell’esemplare M57 abbiano inasprito l’aggressività dello stesso al punto da suggerire l’adozione di misure diverse dalla sua liberazione. In particolare, nell’ottica della tutela dell’incolumità pubblica ispirata al principio di proporzionalità e alla tutela delle condizioni dell’animale come garantita dalle fonti primarie (anche di rango comunitario), l’amministrazione, con il ridetto supporto istruttorio, in sede di esecuzione della presente sentenza dovrà valutare se – avuto riguardo alle accertate condizioni, e ove sussistente al reale livello di pericolosità dell’esemplare - sia praticabile la liberazione con radio collare, ovvero la soluzione analoga a quella in precedenza adottata per l’esemplare DJ3 (di cui dà conto la stessa Provincia appellata a pag. 12 della memoria di replica, dichiarando di non opporsi ad essa)".
Per le due organizzazioni si tratta di una “Una sentenza storica di altissimo profilo che riconosce la validità delle nostre posizioni, che entra, finalmente, nel merito, investigando approfonditamente un evento finora affrontato in maniera frettolosa e superficiale. Noi faremo la nostra parte, seguendo con attenzione la risposta concreta della Provincia Autonoma di Trento”.
Da sempre le associazioni animaliste ritenevano che M57 fosse stato incarcerato (QUI L'ARTICOLO) con una procedura del tutto anomala e con un’istruttoria insufficiente “catturato su un ordine impartito dal presidente Maurizio Fugatti – avevano accusato Enpa e Oipa – senza una vera approfondita indagine sullo svolgimento dei fatti”. Inoltre, sempre secondo quanto ricostruito dalle associazioni, anche nelle settimane seguenti la Provincia di Trento non avrebbe dato formale notizia all'Ispra, come invece vorrebbe la legge.