In Trentino in 11 mesi oltre 1.100 morti in più degli anni precedenti, 662 quelli certificati Covid. Nel Paese quasi 81mila e 56mila con coronavirus
Dai dati Istat riferiti al periodo gennaio-novembre 2020 paragonati con gli stessi 11 mesi dei cinque anni precedenti emerge che la pandemia ha stravolto il Paese. Troppe le persone che non ce l'hanno fatta per colpa del coronavirus ma ce ne sono tantissime fuori da questo conteggio: numeri che dimostrano quanto la pandemia abbia pesato anche su persone affette da altre patologie in termini di cure e prevenzione. Ecco i confronti tra territori e il raffronto con il dato nazionale
TRENTO. Sono stati oltre 1.100 i decessi in più rispetto alla media degli ultimi 5 anni, solo in Trentino, da gennaio a novembre 2020. E' questo uno dei dati che emerge dall'ultimo studio Istat, pubblicato qualche giorno fa, sui decessi per regione nel 2020 confrontati con i 5 anni precedenti. Dati che si fermano a novembre il che rende il tutto ancor più drammatico se si pensa che i decessi da Covid certificati dalla protezione civile per il Trentino il primo dicembre si ''fermavano'' a 662 e oggi siamo a 1.193. Insomma la stima potrebbe essere facilmente raddoppiata visto che questa seconda ondata per la Provincia di Trento si è rivelata più impattante della prima.
Questo si traduce, sui mesi gennaio-novembre in una crescita della mortalità nel 2020 rispetto ai 5 anni precedenti del 23,7%,(ci sono stati 5.747 decessi contro i 4644 di media dei cinque anni precedenti), terzo dato più alto d'Italia dopo la Lombardia dove in percentuale i morti sono aumentati nei primi 11 mesi del 2020 del 36,9% e dopo la Valle d'Aosta che ha avuto un aumento del 24%. La provincia di Bolzano ha visto una crescita, sempre fino a novembre, del 21% mentre la media nazionale è stata di un +13,8% che in termini numerici si traduce da una media di 587.487 decessi all'anno a 668.453 nei primi 11 mesi del 2020. Insomma, a livello nazionale si sono contati 80.966 decessi in più rispetto agli anni precedenti a fronte di un dato ufficiale di morti con Covid che il primo dicembre si fermava a 56.361 (oggi sono 95.361).
Tra i tanti decessi in più, sicuramente, vanno annoverati anche tutti quelli che per colpa del Covid e delle diverse ondate che hanno travolto i sistemi sanitari locali hanno potuto contare su minor cure, minor prevenzione e minor attenzione. In questi dati, insomma, non ci sono solo decessi Covid sfuggiti ai conteggi (soprattutto nella primissima fase quando il sistema è stato colto totalmente impreparato e l'utilizzo del tampone non era strutturale) ma anche tutte quelle persone vittime indirettamente del Covid. Numeri impressionanti che certificano, una volta di più, se ce ne fosse ancora bisogno (e purtroppo ce n'è ancora bisogno) cosa ha rappresentato in termini di vite umane per l'Italia e per certi territori in particolare, come il Trentino, il coronavirus.
E pensare che a gennaio 2020, prima che la pandemia travolgesse la provincia di Trento, c'era stato addirittura un calo dei decessi, del 6,5% (leggermente superiore al livello nazionale che faceva segnare un -6,3%). Poi a marzo la crescita di morti è stata esponenziale rispetto alla media dei 5 anni precedenti: del 60% in Trentino, del 65,5% in Alto Adige, del 192,4% in Lombardia, del 22% in Veneto e del 48,2% su scala nazionale. Ad aprile la situazione è peggiorata a Trento (+87,9%) e ha continuato a crescere, seppur in maniera meno impattante, in Alto Adige +56,8%, in Lombardia + 118,5%, in Veneto +30.9% e su scala nazionale +40,3%. Da maggio in poi, tolta la Lombardia, il dato nazionale è sceso ovunque sotto il 10% (la media italiana è stata di un +3,2%) salvo risalire ad agosto in alcuni territori: Trentino +7,8%, Alto Adige +7,4%, Valle d'Aosta +22,4% per una crescita nazionale del 5%.
A settembre a pagare lo scotto maggiore sono stati i territori di mare: Sardegna +14,7% e Liguria +11,8%. E poi ad ottobre è arrivata la seconda ondata con una crescita, rispetto alla media di decessi dal 2015 al 2019 del 24% in Trentino contro un 8,5% in Alto Adige, un 12,1% in Veneto, un 15,1% in Lombardia. Ad ottobre solo la Sardegna (con un +29,3%) e la Valle d'Aosta (con un +27,4%) hanno avuto un aumento dei morti peggiore di quello della provincia di Trento e a novembre le cose non sono andate meglio: Valle d'Aosta +141,7%, Piemonte +95,8% e provincia di Trento +80%. Dietro, tutti gli altri con una media nazionale del +50,4% e l'Alto Adige al 72,1%.
Queste le conclusioni in sintesi dell'Istat:
Durante la prima fase dell’epidemia si sono contati oltre 211 mila decessi (da marzo a maggio del 2020), 50 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo del 2015-2019, di cui oltre 45 mila relativi a residenti nel Nord del Paese. L’incremento nelle regioni del Nord ha fatto registrare quasi un raddoppio dei decessi nel mese di marzo (+94,7% rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019) e un incremento del +75,2% ad aprile. Nel periodo giugno-settembre, in corrispondenza con la fase di transizione della diffusione dell’epidemia di Covid-19, si è osservata una riduzione della mortalità totale che ha portato, in tutte le regioni/province autonome, il numero dei decessi per il complesso delle cause registrati nel 2020 in linea con i valori di riferimento del periodo 2015-2019.
Viceversa, a partire da ottobre 2020 diventano via via più evidenti gli effetti della seconda ondata dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale. In termini assoluti i decessi per i mesi di ottobre e novembre 2020 aumentano di quasi 34 mila, con novembre che registra un incremento dei decessi del 50%, tre volte superiore a quello rilevato a ottobre (15,2%). Il bilancio provvisorio del totale dei decessi del periodo gennaio-novembre 2020 ammonta a 668.453, 81 mila in più della media 2015-2019, con un incremento del 13,8%. Se come periodo di osservazione si considerano i mesi da marzo a novembre, l’eccesso di mortalità è ancora più elevato (90 mila decessi in più), con un aumento di quasi 20 punti percentuali rispetto alla media del 2015-2019'.