Il governo impugna la legge Tonina sulle concessioni idroelettriche: ''Non è costituzionale'', altra tegola per la Giunta Fugatti
La normativa trentina impugnata da Roma, nel modificare la legge provinciale 4 del 1998 in particolare per quanto riguarda le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni, secondo il governo “avrebbe ecceduto rispetto alle competenze riconosciute alla Provincia dallo statuto speciale di autonomia” e violato l’articolo 117, primo comma della Costituzione, che impone il rispetto del diritto europeo, e in particolare il principio della libertà di concorrenza 'per' il mercato”
TRENTO. Un'altra norma del Trentino è stata impugnata dal governo. La "legge Tonina", quella che tratta le concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico, viene considerata incostituzionale.
La normativa trentina impugnata da Roma, nel modificare la legge provinciale 4 del 1998 in particolare per quanto riguarda le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni, secondo il governo “avrebbe ecceduto rispetto alle competenze riconosciute alla Provincia dallo statuto speciale di autonomia” e violato l’articolo 117, primo comma della Costituzione, che impone il rispetto del diritto europeo, e in particolare il principio della libertà di concorrenza 'per' il mercato”.
Un provvedimento che era stato molto dibattuto in piazza Dante. Nel corso della votazione, la maggioranza era finita sotto in un odg presentato da Paolo Ghezzi e Lucia Coppola per "tutelare l'acqua del Trentino come bene comune da valorizzare in modo sostenibile". Nonostante il parere contrario del vice presidente Mario Tonina su questo punto, erano state le opposizioni a spuntarla. In generale invece la norma era stata votata con 22 voti favorevoli e 7 di astensione espressi da Pd, Futura, Onda Civica e Movimento 5 stelle (Qui articolo).
E' comunque l'ennesima tegola per la Provincia a trazione Lega. L'ultima impugnazione di una lunga serie di interventi da Roma per contestare la legittimità costituzionale di quanto viene legiferato in Trentino. In oltre due anni di legislatura sono state diverse le impugnative dello Stato, questa estate il governo era intervenuto per la legge Fugatti-Failoni per quanto riguarda le chiusure dei negozi la domenica e i festivi. Più recentemente piazza Dante ha perso in tribunale per quanto riguarda il criterio dei 10 anni di residenza contenuta nella norma Itea. Poi la sentenza favorevole ai sindacati per quanto riguarda i dipendenti pubblici.
L'intervento più deciso del governo è stato registrato in occasione della lettura nelle pieghe del Dpcm sul prolungamento degli orari di bar e ristoranti. Una decisione poi sospesa dal Tar di Trento.
Non è insomma la prima volta che Roma evidenzierebbe la violazione dell'articolo 117 della Costituzione che riserva le competenze allo Stato. Diversi gli articoli impugnati nelle finanziarie provinciali (Qui articolo) oppure le leggi sugli appalti (Qui articolo) e quella sui consiglieri comunali che comporta una situazione di stallo per quanto riguarda le amministrazioni locali (Qui articolo).