Dai 12 ai 16 milioni di metri cubi di acqua del Chiese alla Lombardia? Marini: “Svenduta agli interessi agricoli lombardi”
Il consigliere provinciale dei 5Stelle contro il nuovo schema d’accordo della Pat che prevede l’arrivo, tra il 2021 e il 2023, di 12 milioni di metri cubi d’acqua del Chiese (aumentabili fino a 16) per l’irrigazione dei campi in Lombardia in cambio di circa un milione di euro di finanziamenti per un’opera pubblica sul territorio provinciale
TRENTO. Dalla Pat: “Nessun rispetto per il fiume Chiese, per la Valle del Chiese e per il lago d’Idro, nessuna coscienza ecologica, solo piccoli scambi di favore e logica clientelare per una politica al massimo ribasso”. Questo il duro attacco del consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle Alex Marini, intervenuto dopo la decisione di Piazza Dante di fornire dai 12 ai 16 milioni di metri cubi d’acqua per l’irrigazione dei campi dai serbatoi dell’Alto Chiese alla Lombardia per le stagioni estive 2021-2023. Fornitura alla quale la stessa Lombardia farà seguire un impegno da un milione di euro per cofinanziare un progetto pubblico in Trentino, già individuato nei lavori relativi a un tratto della statale 237 del Caffaro.
La Provincia di Trento infatti, su proposta del vicepresidente e assessore all’ambiente Mario Tonina, ha dato il via libera pochi giorni fa al nuovo schema d’accordo con la Regione Lombardia e Hydro Dolomiti Energia per, si legge in un comunicato della Pat: “L’erogazione di volumi idrici aggiuntivi dai serbatoi dell’Alto Chiese alla Lombardia, nelle stagioni estive 2021-2023”. L’accordo, nel quale si parla dell’arrivo in Lombardia di un volume di 12 milioni di metri cubi d’acqua, aumentabili fino a 16, prevede che “In spirito di reciproca collaborazione – spiega Tonina – la Regione Lombardia a sua volta impegnerà un milione di euro per cofinanziare la realizzazione d’un opera pubblica di interesse comune in territorio trentino”. L’opera concordata, dice la Pat, è la messa in sicurezza dell’attraversamento dell’abitato di Breguzzo, nel comune di Sella Giudicarie, sulla statale 237 del Caffaro.
“Il vulnus è triplice – scrive Marini – in primo luogo la tutela dell’ambiente e delle acque viene sistematicamente messa in una posizione di subalternità rispetto agli interessi speculativi di settori economici i cui operatori si muovono con logiche e tecniche produttive obsolete, ad esempio proseguendo con la folle tecnica dell’irrigazione per inondazione che per funzionare necessita di enormi quantità d’acqua e che è pertanto del tutto fuori luogo in un mondo nel quale le riserve idriche sono in calo costante”. Oltre a questa questione però, secondo il consigliere provinciale, anche il settore di allocazione delle risorse sarebbe un problema.
“Non si capisce infatti (o forse si capisce fin troppo bene) – continua Marini – come mai il denaro pagato dalla Lombardia venga utilizzato per un intervento di natura viabilistica”. Secondo il pentastellato infatti la precedenza andrebbe invece data a progetti a valenza ecologica e per lo sviluppo sostenibile, come l’avvio di una fase sperimentale di rilevazione, elaborazione e pubblicazione dei dati, sottolinea il consigliere: “Riguardo il monitoraggio sui flussi, i livelli del bacino idrografico e i livelli di funzionalità ecologica del fiume Chiese e del lago d’Idro. Usare quel denaro per una sistemazione stradale svela quanto realmente chi governa il Trentino si curi dell’ambiente, cioè niente”.
Se anche si dovessero destinare quei fondi a opere non di carattere ambientale, conclude Marini: “Ci si aspetterebbe almeno che le risorse recuperate andassero a favore del bacino del Chiese, non certo a quello di altri ambiti. Ad esempio quei denari avrebbero potuto essere utilizzati per risolvere la scandalosa vicenda della rotatoria di Ponte Caffaro sulla quale tutto è fermo da anni oppure per completare la ciclabile lungo la sponda occidentale del lago d’Idro, altra opera annunciata ma mai realizzata”. La Pat ha invece deciso di utilizzare il finanziamento lombardo per mettere in sicurezza l’attraversamento dell’abitato di Breguzzo, nel comune di Sella Giudicarie, per permettere il transito in sicurezza di veicoli pesanti sulla strada nel centro del paese e la realizzazione di un marciapiede. Un’opera dal costo totale stimato di oltre 1.9 milioni di euro. “Questo tanto per ribadire quanto importi ai governanti di Trento della Valle del Chiese e della sua gente – scrive Marini – cioè sempre niente”.
Come fa sapere Piazza Dante, l’accordo impegna la Pat a regolare, senza ricorrere a soluzioni estemporanee dettate dall’emergenza, le modalità per soddisfare nei prossimi tre anni l’esigenza irrigua nei territori lombardi. “Tale esigenza – dice la Provincia – è diventata particolarmente pressante negli ultimi anni e determinata dai ritardi nella realizzazione del previsto intervento di messa in sicurezza delle opere di regolazione del lago d’Idro, che ne condizionano l’escursione e quindi la funzione di ‘serbatoio di regolazione’”. La Provincia si impegna a riconoscere al concessionario (Dolomiti Hydro Energia), l’indennizzo cumulato nei tre anni, entro il limite massimo di un milione di euro, che si stima sufficiente fino al 2023.