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Sgarbi scrive a Rovereto e ai roveretani: ''Niente polemiche, il cedimento è il mio. Via libera alla mostra su Depero nel Mart ed ecco chi la curerà''

Dopo le prese di posizione degli ultimi giorni del vicepresidente Cattani e le parole del sindaco Valduga il numero uno del Mart fa un passo indietro e invia una lettera (ecco il testo completo) ai roveretani 

Di L.P. - 27 aprile 2020 - 11:28

ROVERETO. ''Cari Cittadini di Rovereto, non pensavo che avrei trovato nella vostra città, e anche in Trentino, occasione di polemiche davanti alla mia assoluta disponibilità di dare alla città e al Mart quello di cui sono capace e di cui parla la mia esperienza nel mondo dell’arte, senza rinunciare alla personale visione delle cose del nostro tempo, che si può chiamare anche “politica”''.

 

Comincia così la lettera aperta di Vittorio Sgarbi, presidente del Mart, sulla querelle che ormai si trascina da tempo (con addirittura la presa di distanze qualche settimana fa dalle sue dichiarazioni sul coronavirus da parte dei dipendenti del museo e dei suoi dirigenti) con i vertici del museo roveretano e che in questi giorni è deflagrata con lo scontro con il vicepresidente (che alla proposta di realizzare entro il 2020 una mostra di Depero si è sentito rispondere ''taci, sono io che decido'' dallo stesso Sgarbi QUI ARTICOLO).

 

Ieri su il Dolomiti è intervenuto anche il sindaco Valduga che ha sottolineato come questi continui litigi non facciano che mettere in pericolo il Museo di arte moderna chiedendo a Bisesti, l'assessore provinciale competente, di fare qualcosa. Oggi è lo stesso Sgarbi a prendere in mano la situazione e a fare un passo indietro: ''È per queste ragioni che, per evitare ulteriori polemiche, il cedimento è il mio''.

 

Ecco il testo integrale:

 

27 aprile 2020

 

Cari Cittadini di Rovereto,

 

non pensavo che avrei trovato nella vostra città, e anche in Trentino, occasione di polemiche davanti alla mia assoluta disponibilità di dare alla città e al Mart quello di cui sono capace e di cui parla la mia esperienza nel mondo dell’arte, senza rinunciare alla personale visione delle cose del nostro tempo, che si può chiamare anche “politica”. Sono esperto come pochi, in lunghi anni di strada, di polemiche su ogni materia e naturalmente anche sull’arte.

 

Nel creare una ricca programmazione per il Mart ho anche tenuto molto in conto gli artisti trentini, i grandi Garbari, Depero, Bonazza, Moggioli. Non avrei immaginato di dover rispondere a polemiche futili su Depero, come simbolo dell’orgoglio di Rovereto. Depero è grande in quanto artista universale, ammirato, come e più degli altri futuristi, in America e in Russia.

 

Ho subito accolto l’idea, da più parti proposta, di una mostra, la più grande e la più bella, non trascurando che essa è già stata realizzata nel 2007 al Mart. Ma faccio fatica a credere che si possa intendere come occasione di un anniversario obbligatorio il sessantesimo dalla morte, che non è né un decennale, né un cinquantenario, né un centenario.

 

Non trovo differenza, in verità, tra sessantesimo e sessantunesimo, come ricorrenza celebrativa, ovvero tra 2020 e 2021, e quindi ho indicato la necessità dei tempi giusti per i prestiti e per l’organizzazione di una mostra impeccabile. E ho ovviamente ricordato, e rivendicato con orgoglio, che io sono anche presidente del Museo Casa d’Arte Futurista Depero che, con il coinvolgimento dei roveretani, deve essere potenziato e valorizzato. 

Faccio fatica ad appassionarmi, avendo pensato di fare la mostra nelle due sedi, a Rovereto nel Museo e a Trento nel Palazzo delle Albere, alla proposta, che alcuni cittadini di Rovereto e appassionati avanzano, di allestire la mostra nella sede del Mart per non cedere a Trento quello che è di Rovereto. Conosco il contrasto tra le due città e il campanilismo che, per i beni propri, caratterizza Rovereto e non mi piego neanche alla logica per cui, a partire da Garbari, che era di Pergine Valsugana, sia un cedimento realizzare una grande mostra di Depero a Palazzo delle Albere. Opinioni, per chi vede da fuori, difficili da comprendere.

 

È per queste ragioni che, per evitare ulteriori polemiche, il cedimento è il mio. Sono assolutamente favorevole a realizzare la mostra di Depero nel Mart al piano occupato da tristi e non necessari testimoni di un’avanguardia sterile e, alla ripresa, affiderò l’incarico a uno dei conservatori perché provveda a valutare la compatibilità degli spazi. Aggiungo che le competenze locali su Depero sono plurime, varie e notevoli. Non avendo nessun motivo di discutere, se non per il migliore risultato dell’impresa, chiederò ai curatori di valutare i tempi utili in quegli spazi liberati, che non escludo possano anche essere nel 2020.

 

Mi sembra perciò necessario, al di là di qualunque polemica personale, che la cura della mostra, unendo Casa Depero, in un rinnovato slancio, con la sede  del Mart, sia affidata per le competenze interne a Nicoletta Boschiero, per il lavoro di ricerca a Maurizio Scudiero e per l’impegno creativo a Silvio Cattani, già dirigente dell’Istituto d’Arte Depero. Nulla quaestio. Al primo Consiglio di amministrazione formalizzerò questi incarichi, chiudendo la discussione, che non vede controparti, e con la più piena dichiarazione di amicizia nei confronti della città e dei sui grandi, come Antonio Rosmini, Fortunato Depero, Paolo Orsi, Riccardo Zandonai, Carlo Fait, Lionello Fiumi, Carlo Belli.

 

 

Con spirito roveretano,

Vittorio Sgarbi

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