Segretari comunali, il Governo impugna la legge targata Lega. Rossi: ''Ennesimo pasticcio di questa Giunta''. M5S: "Le opposizioni si uniscano''
Per il Governo la norma approvata lo scorso dicembre viola il principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione, nonché il principio di buon andamento della pubblica amministrazione sancito dagli articoli 51 e 97 sempre della Costituzione. Tonini (PD) "Giunta arrogante"
TRENTO. “E' l'ennesimo pasticcio fatto da questa Giunta provinciale”. Non usa mezzi termini l'ex governatore e consigliere provinciale del Patt, Ugo Rossi, sulla decisione da parte del governo di impugnare la legge approvato lo scorso dicembre e che riguarda il cosiddetto segretario comunale “di fiducia”.
Il Consiglio dei ministri, ieri sera, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha esaminato ventitré leggi delle Regioni e delle Province autonome. Tra le varie deliberazione vi è stata anche la decisione di impugnare la legge della Regione Trentino Alto Adige n. 8 del 16 dicembre 2019, “Legge regionale collegata alla legge regionale di stabilità 2020”.
Per il Governo, infatti, una norma riguardante l’istituzione di un unico Albo dei segretari comunali viola il principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione, nonché il principio di buon andamento della pubblica amministrazione sancito dagli articoli 51 e 97 sempre della Costituzione.
La norma, come già detto, è stata approvata dalla Giunta lo scorso dicembre (QUI L'ARTICOLO) e il presidente Fugatti aveva spiegato che avrebbe permesso alle amministrazioni locali di lavorare al meglio. Di segno totalmente opposto si era espresso sulla norma da parte del Partito Democratico accusando la Giunta leghista di aver attuato un vero e proprio colpo di mano: “Con un emendamento notturno, depositato quando la discussione del bilancio regionale era già in corso, si è voluto revisionare la legge sui Segretari comunali dei Comuni trentini come sempre senza alcun confronto trasparente”.
Ad intervenire è stato anche il consigliere Giorgio Tonini che parla di “arroganza della Giunta”. “La decisione del Governo – ha spiegato - di impugnare la norma regionale conferma purtroppo la fondatezza delle nostre perplessità. Al di là di quello che sarà l’esito della valutazione voluta dal Governo, questo dimostra che a lavorare male si rischia di dover lavorare il doppio. Il metodo è sostanza, non esistono scorciatoie: siamo certi che se si fosse scelto di procedere in maniera meno arrogante, coinvolgendo gli enti e gli organi interessati e prendendosi il tempo necessario per pensare e condividere una riforma così importante, si sarebbe di certo raggiunto un risultato migliore e si sarebbe evitato di vedere la norma impugnata dal Governo”.
Il rischio paventato dall'opposizione era quello di avere Amministratori locali meno tutelati con segretari comunali non terzi. Ora la decisione del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell'Interno, di impugnare la norma perché viola il principio di uguaglianza e il principio di buon andamento dell'amministrazione.
“Questo è l'ennesimo pasticcio di Fugatti e company – spiega Rossi – una norma passata con un colpo di mano in sede di bilancio regionale e che valeva solo per Trento”. A condividere la decisione del Governo è anche il M5S del Trentino con il consigliere provinciale Alex Marini. “L’idea di assoggettare i segretari comunali ai voleri dei politici locali, non è solo incivile ma è proprio la testimonianza plastica della volontà che anima gran parte della classe politica nostrana di porre sotto il proprio insindacabile controllo chi dovrebbe far rispettare le regole e a cui spetta la responsabilità del personale di ciascun Comune, cioè i segretari comunali”. Per il pentastellato “anche un bambino capisce che se si da a un sindaco e alla sua maggioranza la possibilità di decidere autonomamente chi dovrà assumere compiti così importanti, in moltissimi casi essi saranno portati a indicare le persone che ritengono più 'disponibili' verso di loro e non certo quelle che agiscono con senso di giustizia, equità e imparzialità”.
Da parte del M5S la richiesta a tutte le forze politiche d’opposizione che siedono in Consiglio regionale di riunirsi per trovare una posizione comune, in modo da avere “più forza per riaprire il confronto con la maggioranza su una legge profondamente sbagliata nel merito e, vista la prepotenza con cui venne approvata, pure nei modi”.