di Paolo Lupo – biologo nutrizionista
Negli ultimi anni il digiuno intermittente è diventato sempre più popolare, anche come strumento di controllo del peso. Ne ho parlato recentemente proprio in questo blog. (https://www.ildolomiti.it/blog/wellbelab/il-digiuno-intermittente-cose-e-come-funziona). La strategia del digiuno intermittente come strumento di dimagrimento si basa sull’assunto che per molte persone è più facile limitare fortemente le calorie per un paio giorni a settimana o ridurre a poche ore al giorno la finestra temporale in cui nutrirsi piuttosto che ridurre moderatamente le calorie in ogni pasto, tutti i giorni.
Altro grande vantaggio risiede nel fatto che periodi di digiuno prolungati (oltre il normale intervallo tra i pasti) promuovono la riparazione cellulare, migliorano la sensibilità all'insulina e sono persino in grado di alterare l'espressione genica in un modo che promuove la longevità e la protezione dalle malattie. Esiste però un rovescio della medaglia? Si corrono anche dei rischi? Alcune persone, soprattutto in relazione alla durata del digiuno stesso, possono accusare mal di testa, sonnolenza o irritabilità.
In certi casi, inoltre, si può avere la tendenza a mangiare in eccesso nei giorni successivi al digiuno. Infatti, vi è una forte spinta biologica a mangiare di più dopo i periodi di digiuno dovuta alla sovra-espressione degli ormoni dell'appetito. Come sostiene il dott. Frank Hu, presidente del dipartimento di nutrizione presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health, "è nella natura umana che le persone vogliano ricompensarsi dopo aver svolto un lavoro molto duro, come l'esercizio o il digiuno per un lungo periodo di tempo, quindi c'è il pericolo di indulgere in cattive abitudini alimentari nei giorni di non digiuno”. In questo senso, il digiuno intermittente corre gli stessi rischi delle diete “tradizionali”.
Inoltre, il digiuno intermittente può far perdere troppo peso agli anziani. Gli studi sull'uomo hanno esaminato principalmente piccoli gruppi di adulti giovani o di mezza età, e solo per brevi periodi di tempo. Per questo motivo, il digiuno intermittente è generalmente poco adatto agli ultrasettantenni. Infine, ma non ultime come importanza, vi sono delle controindicazioni al digiuno intermittente legate a determinate condizioni fisiche e all’assunzione di farmaci. Saltare i pasti e limitare fortemente le calorie può essere pericoloso ad esempio per le persone diabetiche. Allo stesso modo, chi assume determinati farmaci per la pressione sanguigna o malattie cardiache può essere più incline a squilibri di sodio, potassio e altri minerali durante periodi di digiuno più lunghi del normale.
In ogni caso, esistono delle regole, valide per tutti, che riducono gli effetti collaterali del digiuno intermittente. Ad esempio, rimanere correttamente idratati, bevendo acqua o altre sostanze non zuccherate, riduce significativamente alcuni dei sintomi sgradevoli legati al digiuno. E in ogni caso, va evitato il “fai da te”. Come visto, il digiuno intermittente non è adatto a tutti ed è perciò molto importante affidarsi ad un professionista della salute di provata esperienza nel campo che ci possa guidare nel percorso, riducendone effetti indesiderati e rischi.