Rossi, Panizza e Dellai credono alle promesse ma con il "Si" l'autonomia salta
E' segretario alla Presidenza della Camera dei deputati, eletto in Trentino Alto Adige nel 2013 con il Movimento 5 Stelle
A poche settimane dal referendum costituzionale i politici locali di PD, PATT e UPT sono alla disperata ricerca di garanzie per l’Autonomia trentina. Ma garanzie non ce ne sono e non verranno sicuramente da incontri ufficiali o da improbabili patti politici. Basta leggere il testo della nuova Costituzione Renzi-Boschi-Verdini per rendersi conto che questa riforma comporterà una revisione punitiva di tutte le autonomie locali e accentrerà i poteri nelle mani dell’uomo solo al comando. Si tratta di una vera controriforma autoritaria, che farà sprofondare il Paese verso una deriva centralista senza ritorno. Con il combinato disposto dell’Italicum e del ddl costituzionale il PD vuole imporre l’accentramento dei poteri a svantaggio dei territori. Renzi firma la condanna a morte della nostra Autonomia e i partiti locali lo sostengono rendendosi complici di questo autentico scempio.
Per le province autonome di Trento e Bolzano si tratta di un passaggio cruciale, che innesca un processo irreversibile. Nonostante il caos interpretativo, i capisaldi del disegno di legge sono semplici: un Senato dell’inutilità e dell’impunità, una Camera di nominati, un Governo accentratore. In questo scenario, il peso politico dei deputati e senatori eletti nelle nostre valli non conterà più nulla. Le nostre province autonome rimarranno prive di ogni difesa politica, alla mercé del governante di turno.
Da quando il nominato premier è salito al Governo, stiamo denunciando senza sosta i pericoli per la nostra Autonomia.
Lo stesso Renzi, nel suo libro Stil Novo del 2012, ha messo nero su bianco l’abolizione delle regioni a statuto speciale come conditio sine qua non per far ripartire il Paese. Ora è evidente come intende realizzare questo colpo di mano ai danni degli enti locali: con la riforma Boschi, il Governo si impegna formalmente a mandare al macero il sistema delle autonomie.
Ecco, dunque, come il PD intende ottenere il suo obiettivo centralista: con la modifica della legge elettorale e della Costituzione, il ruolo di Regioni e Province autonome nel futuro Parlamento diventerà del tutto ininfluente. Un’esecuzione in piena regola. La cosa peggiore, tuttavia, è dover assistere al teatrino messo in piedi dai politicanti locali, soprattutto di quei partiti sedicenti autonomisti, che fingono di fare la voce grossa e pretendono garanzie farlocche, ma intanto accettano di buon grado che Renzi faccia carta straccia dell’Autonomia trentina. Rossi, Panizza e Dellai possono farsi promettere quello che vogliono, ma niente e nessuno potrà più garantire la salvaguardia dell’autonomia se dovesse passare la riforma. Solo una cosa può preservarla e proteggerla: votare no.