Reddito di cittadinanza, si può fare. Servono 17 miliardi di euro. Ecco dove troveremo le coperture
E' segretario alla Presidenza della Camera dei deputati, eletto in Trentino Alto Adige nel 2013 con il Movimento 5 Stelle
Approfitto di questo spazio libero e coraggioso offerto da Il Dolomiti, per mettere a disposizione dei lettori la replica al corsivo di Pierangelo Giovanetti apparsa sul quotidiano L'Adige di domenica 21 maggio. Citando una serie di dati lacunosi e fuorvianti, all'indomani della grande marcia Perugia-Assisi, il direttore de L'Adige ha bollato la proposta per il reddito di cittadinanza nazionale come una misura assistenzialistica, finanziariamente insostenibile ed economicamente rovinosa. La mia smentita, suffragata da dati oggettivi e considerazioni politiche, non ha trovato spazio sulle colonne de L'Adige, con buona pace del diritto di replica e della libertà di informazione. Grazie, quindi, a Il Dolomiti per lo spazio prezioso.
Migliaia di persone sabato 20 maggio hanno partecipato alla marcia del Movimento 5 Stelle per il reddito di cittadinanza, che ha portato cittadini, attivisti e portavoce a percorrere a piedi 19 km, per ribadire quello che da sempre è un punto cardine del MoVimento: nessuno deve rimanere indietro. A questa straordinaria e pacifica manifestazione ero presente anch'io, perché resto fermamente convinto che il reddito di cittadinanza sia la priorità per il nostro Paese, l'unico modo per liberare le persone dalla miseria e restituire loro la dignità. Il governo attuale e quelli precedenti hanno ignorato milioni di famiglie in difficoltà e anche oggi le cronache politiche che riempiono i giornali raccontano che l'unico obiettivo dei partiti è quello di arrivare a settembre per assicurarsi una pensione privilegiata dopo aver lavorato solo 4 anni, 6 mesi ed 1 giorno. Dei problemi reali degli italiani si interessano solo quando è il momento di fare propaganda elettorale: vediamo tutti la fine che hanno fatto i famosi 80 euro di Renzi e la sua fallimentare demagogia politica.
Il Movimento 5 Stelle, invece, rimette al centro le persone. Non per accaparrarsi il loro voto ogni 5 anni, dimenticandosene poi per tutta la durata del mandato, come fanno i partiti. Il Movimento 5 Stelle rimette al centro le persone partendo dalle loro necessità quotidiane e soprattutto analizzando la situazione reale in cui versa il nostro Paese, che è drammatica: milioni di pensionati sopravvivono con pensioni da fame inferiori ai 500 euro (26% delle pensioni erogate dall'Inps); migliaia di persone, soprattutto giovani, sono costrette ad emigrare alla ricerca di un lavoro (115.000 nel solo 2016). La disoccupazione è alle stelle, soprattutto quella giovanile. La povertà è ai massimi storici anche per la mancanza di lavoro (il 28,9% dei residenti in Italia sono a rischio povertà), ma spesso neanche il lavoro basta a garantire mezzi sufficienti. Abbiamo avuto e abbiamo un governo incapace, che invece di investire i soldi delle tasse in politiche serie per creare occupazione e sostegno al reddito, li ha sperperati a fini elettorali o li ha regalati alle banche. Siamo davanti a un disastro sociale, ed è ora di porre rimedio riattivando l'economia e creando nuova occupazione. La nostra proposta di reddito di cittadinanza è l'unica soluzione in grado di venire incontro ai bisogni dei cittadini.
Grazie alle nostre battaglie, il reddito di cittadinanza, che esiste in tutta Europa a parte in Italia e in Grecia, è diventato protagonista del dibattito politico: chi lo critica, chi cerca addirittura di copiarlo. La misura non potrà mai essere applicata, è il ragionamento che tutti i detrattori fanno, sempre uguale, accampando le motivazioni più banali: non ci sono le coperture economiche, è una misura assistenzialistica, aumenteranno le tasse. Nessuna di queste affermazioni è vera e basta leggere il testo del disegno di legge (1148/2013) per rendersene conto.
Le famiglie beneficiarie sono state quantificate in circa 2 milioni 760 mila, circa 10 milioni di persone in totale, mentre l'importo erogato è quello pari alla soglia minima di povertà, ovvero 780 euro al mese, che aumenta in base alla composizione del nucleo familiare. Non è una misura assistenzialistica: il sostegno al reddito è condizionato alla formazione e al reinserimento nel mondo del lavoro e al rispetto di determinati obblighi (ad esempio, rendersi subito disponibili a lavorare, cercare attivamente lavoro, mettere il proprio tempo e competenze a disposizione della collettività per qualche ora a settimana, non rifiutare più di 3 proposte di lavoro).
La nostra proposta non condurrà il paese alla bancarotta, al contrario, rappresenta una vera e propria manovra economica che farà aumentare i consumi dei beni primari e con essi i profitti delle aziende. Aziende che, grazie alla ripresa delle proprie vendite, potranno assumere lavoratori, rimettendo in moto l'economia reale del Paese. Per quanto riguarda i costi della manovra e il reperimento delle risorse, è presto detto: sono necessari 17 miliardi di euro, di cui 2,1 miliardi per rafforzare i Centri per l'impiego. In pratica, soltanto il 2% della spesa dello Stato.
Le coperture ci sono e sono state in più occasioni dichiarate ammissibili dalle commissioni bilancio di Camera e Senato e avvalorate dall'Istat. Vanno dai tagli ai costi della politica (ad esempio la riduzione degli stipendi dei parlamentari), alla riduzione delle pensioni d'oro, dall'aumento della tassazione di banche, assicurazioni e gioco d'azzardo, al taglio alle auto blu, alla riduzione degli affitti della pubblica amministrazione. I soldi ci sono se c'è la volontà politica. L'ultimo salvataggio delle banche e di Monte dei Paschi di Siena, fatto dal Pd, è costato 20 miliardi di euro. Per il Movimento 5 Stelle la dignità delle persone viene prima di tutto e questa battaglia per il reddito di cittadinanza è una battaglia di civiltà.