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La tutela dei ladini estesa a livello regionale e la nostra battaglia in Parlamento per la scuola di Soraga

E' stato approvato a Montecitorio il nostro emendamento che rende possibile svolgere sessioni straordinarie riguardanti i diritti della minoranza linguistica ladina, del gruppo linguistico dei mocheni e del gruppo linguistico dei cimbri. Chiediamo che anche a Bolzano la sezione del Tar sia selezionata attraverso concorso pubblico
DAL BLOG
Di Riccardo Fraccaro - 12 gennaio 2017

E' segretario alla Presidenza della Camera dei deputati, eletto in Trentino Alto Adige nel 2013 con il Movimento 5 Stelle

Primo passaggio a Montecitorio per il disegno di legge costituzionale sui ladini e con l’approvazione dell’emendamento, che aveva come prima firma la mia, la tutela della minoranza linguistica ladina nello Statuto di Autonomia è stata estesa anche a livello regionale. Gli emendamenti che abbiamo presentato miravano a colmare e correggere alcuni vuoti della proposta di legge, in primo luogo con lo scopo di assicurare la tutela e la valorizzazione della minoranza linguistica ladina anche a livello regionale e nella provincia autonoma di Trento.

 

In sede di votazione mi sono astenuto, ma sono soddisfatto che sia stata accolta la nostra proposta, che rende possibile svolgere sessioni straordinarie riguardanti i diritti della minoranza linguistica ladina, del gruppo linguistico dei mocheni e del gruppo linguistico dei cimbri. Possibilità che è stata estesa sia al consiglio regionale che ai consigli provinciali di Trento e di Bolzano.

 

In Aula inoltre, ho perorato la causa della scuola ladina di Soraga, portandola, dopo due interrogazioni, di nuovo all’attenzione del Parlamento. Uno dei nostri emendamenti, purtroppo, respinto, prevedeva di dare valore costituzionale all’Autorità per le minoranze linguistiche, istituita nel 2008 dalla Provincia di Trento. In Aula ho spiegato che è necessario affermare e rafforzare il ruolo dell’Autorità, attribuendole funzioni e poteri effettivi per la difesa e la tutela dei diritti delle minoranze linguistiche. Sono tornato a sollevare il caso della scuola ladina di Soraga, chiusa lo scorso anno dalla Provincia perché non raggiungeva il numero minimo di 40 iscritti fissato dalla Giunta provinciale. L’Autorità aveva espresso parere negativo alla chiusura e aveva ribadito l’importanza e l’efficacia di questa scuola ladina.

 

Ma la giunta provinciale di Trento e il Governo hanno completamente ignorato il parere. È paradossale che sia prevista dalla legge un’Autorità specifica per vigilare sui diritti delle minoranze linguistiche, ma non gli strumenti per garantire piena e concreta operatività alla stessa. Il nostro emendamento è stato respinto, ma continueremo a batterci perché vengano garantiti i principi costituzionali e le norme statutarie che tutelano le minoranze linguistiche, con particolare riferimento agli insegnamenti della lingua ladina nelle scuole della provincia.

 

E in Aula siamo tornati a puntare il dito anche contro il problema giustizia che interessa l’Alto Adige. Il testo originale della proposta di legge proponeva di riservare una proporzionale anche per i magistrati di lingua ladina e per la presidenza del Tar: l’ennesima nomina politica, che avrebbe esasperato il problema della giustizia e dei legami tra politici e magistrati locali. Questo punto rappresentava il centro nodale della questione e su di esso si è concentrata gran parte della nostra critica. Come già in Commissione affari costituzionali, anche in Aula abbiamo dato battaglia su questo punto e siamo riusciti a far togliere dal testo questa proposta.

 

Voglio ricordare che il problema giustizia in Alto Adige rimane e rischia di delegittimare di fronte all’Italia intera l’autonomia di cui gode il nostro territorio. Per questo avevamo proposto con un apposito emendamento di introdurre come norma che anche a Bolzano la sezione del Tar sia selezionata attraverso concorso pubblico. Lo status di regione e provincia autonoma, che io condivido e difendo, non deve significare in nessun caso il venir meno ad alcuni principi fondamentali, garantiti costituzionalmente: separazione dei poteri, terzietà e imparzialità.

 

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