La libertà di stampa è il pilastro della democrazia, per questo Renzi la vuole al guinzaglio
E' segretario alla Presidenza della Camera dei deputati, eletto in Trentino Alto Adige nel 2013 con il Movimento 5 Stelle
Nel 2016 l’Italia è precipitata al 77esimo posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa compilata da Reporters sans frontières; tanto per capirci, dietro a Paesi come il Botswana, l’Armenia e la Moldavia, in fondo alla lista degli Stati europei. Dalla fascia alta dei "paesi liberi", nel giro di pochi anni il nostro Paese è piombato nella fascia intermedia dei paesi "parzialmente liberi". Un declino che è cominciato con Berlusconi e che prosegue inarrestabile oggi nell’era Renzi.
Il rapporto dell’ong fotografa una situazione impietosa, dove ad essere presi di mira sono soprattutto i giornalisti che indagano su mafia e corruzione. Intimidazioni e pressioni sono gli strumenti che il potere usa per asservire la stampa e Renzi non fa che alimentare questo sistema, perché è esattamente ciò che vuole: tenere l’informazione al guinzaglio. Il Governo ha messo in piedi una poderosa macchina di propaganda in grado di opprimere ogni voce fuori dal coro e salvare chi ha giurato fedeltà al regime.
Al referendum costituzionale mancano ormai una manciata di settimane: ci apprestiamo a votare una riforma di questa portata – anzi, diciamolo chiaramente: una contro-riforma reazionaria, che avrà per il nostro Paese e in particolare per la nostra regione conseguenze nefaste – con una RAI nazionale (e sottolineo nazionale, perché la RAI trentina, al contrario, ha dimostrato di saper fare un imparziale e corretto lavoro, segno che non tutto è perduto) occupata in pianta stabile da Renzi: fateci caso, la prossima volta che guardate un Tg. Come se non bastasse, il nominato premier nel frattempo ha pensato bene di licenziare senza appello proprio gli unici due direttori dei telegiornali pubblici che in occasione del referendum di aprile sulle trivelle avevano garantito spazi di informazione equilibrati tra i sostenitori del sì e quelli del no.
Il M5S si batte da sempre per la libertà di informazione, perché ha a cuore la democrazia. Senza un’informazione libera, infatti, non esiste democrazia, così come senza democrazia non esiste libertà di informazione. Per questo motivo non posso che salutare con entusiasmo e con un pizzico di speranza l’intraprendenza di questi giovani giornalisti, che con coraggio e ambizione hanno dato vita a “Il Dolomiti”, un nuovo quotidiano digitale che arricchirà il panorama dell’informazione locale e che si ripromette di essere libero, indipendente e interattivo con i lettori. Attraverso lo spazio di questo blog anch’io e il MoVimento di cittadini che sono onorato di rappresentare, cercheremo di dare il nostro contributo per mantenere alta la coscienza critica e fare una sana e corretta informazione, sfruttando l’intelligenza collettiva della rete. Rimbocchiamoci le maniche, perché c’è davvero molto da fare.