Codice appalti, vittoria del M5s a favore delle imprese e dei prodotti locali
E' segretario alla Presidenza della Camera dei deputati, eletto in Trentino Alto Adige nel 2013 con il Movimento 5 Stelle
La nostra norma per valorizzare le aziende che utilizzano beni e prodotti da filiera corta e a chilometro zero è stata inserita nel codice appalti appena approvato: ora sarà possibile premiare le imprese che si avvalgono di risorse territoriali. Le politiche commerciali iper-liberiste hanno penalizzano le nostre Pmi a vantaggio delle multinazionali, finalmente iniziamo ad invertire la rotta.
In sede di esame da parte dell'Aula, con un ordine del giorno a mia prima firma, il M5S ha proposto di inserire nel codice degli appalti dei meccanismi premiali a favore delle aziende che utilizzano beni e prodotti locali. La norma è stata approvata e ora Regioni, Province autonome, Comuni e tutte le pubbliche amministrazioni potranno usarla per dare la preferenza alle imprese che, nell’esecuzione dei contratti pubblici, prevista ma mai applicata utilizzano prodotti locali o beni realizzati e assemblati in loco. Si tratta di una grande opportunità, in grado di potenziare la normativa locale già vigente, in particolare per quanto riguarda le leggi sugli appalti pubblici e sugli incentivi alle imprese.
In Alto Adige, come in tutta Italia, esistono meravigliose attività produttive di qualità, ma capita di frequente che nei lavori pubblici vengano impiegati prodotti stranieri, realizzati in contesti privi dei minimi requisiti di tutela dei lavoro, della salute e dell'ambiente. Questo non è libero mercato, ma concorrenza sleale. Grazie alla nostra norma sarà possibile introdurre nel sistema di assegnazione degli appalti pubblici dei criteri preferenziali per le imprese locali. In questo modo saranno tutelate le economie territoriali, con garanzie effettive per le aziende e i lavoratori, ma anche per l’ambiente e la salute, che il M5S ha trasformato in legge dello Stato.
Dall’ingresso nella moneta unica, la produzione industriale della Germania è aumentata del 26% mentre quella dell’Italia è diminuita del 25%: un enorme trasferimento della ricchezza dalle periferie al centro del territorio comunitario. Inoltre i massicci flussi di import-export favoriscono l’aumento delle esternalità negative, quali le emissioni nocive e gli ingenti volumi di traffico. Tra globalizzazione e protezionismo c’è una terza via, un approccio glocal che consente di tutelare le realtà locali e renderle al tempo stesso più competitive. Non chiediamo chiusura ma tutela, affinché il mercato non si sviluppi solo guidato dal massimo profitto. Ora invitiamo tutte le amministrazioni della provincia di Bolzano a fare tesoro di questa norma per rivitalizzare finalmente il tessuto produttivo del nostro territorio.