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Vedute di Trento e visioni di jazz nel Museo diocesano guidato da Andreaus, che ristruttura il “clima” di Palazzo Pretorio

DAL BLOG
Di Paolo Ghezzi - 16 novembre 2022

Ragazzo del 57, giornalista dal 79, troppo piccolo per il 68, ha scansato il 77 ma non la direzione dell’Adige (8 anni 8 mesi e 3 giorni) e la politica (24 mesi in consiglio provinciale tra il 2018 e il 2020)

Se l’economista Michele Andreaus non può vantare, ovviamente, le competenze in storia dell’arte di chi l’ha preceduto alla direzione del Museo diocesano (Domenica Primerano, detta Mimma, donna di cultura e di visione), lo scattante prof possiede sicuramente il dinamismo dello spirito manageriale e la filosofia aziendale, più o meno la materia che insegna all’Università. Ed ecco che dunque – navigando oltre le polemiche intorno al Simonino, pace all’anima sua – apre gli spazi dell’Mdt (Museo Diocesano Tridentino) in piazza Duomo alla musica jazz, dopo aver riaperto le visite di turisti e indigeni alla Torre civica (mille visitatori finora). E incassa una collaborazione strutturata con la Cassa di Trento.

 

Collaborazione che – ha annunciato Andreaus stamattina, seduto tra l’assessora Franzoia e il vicepresidente della Cassa Villotti – comincia con il comodato dell’opera “Sessione del Concilio di Trento”, olio su tela di grandi dimensioni (111 x 267 centimetri) di anonimo di scuola veneta, della prima metà del XVII secolo, acquistato da CdT nel 2017, che per un anno (intanto) sarà visibile al Museo già pieno di piccoli e grandi tesori. Curioso è il suggestivo paesaggio esterno che si apre al di sopra delle mitrie bianche dei vescovi di tutta Europa riuniti per il “sacrosanto Concilio” che nel Cinquecento ha fatto di Trento una piccola grande capitale del vecchio continente.

 

Tra i tesori del Diocesano ci sono i meravigliosi arazzi fiamminghi della sala dove si è tenuta la conferenza stampa stamattina e dove risuonerà il jazz: sempre di mercoledì alle 20.30, 55 posti, 7 euro il biglietto, si parte con il trio Alma Manouche il 23 novembre, il 30 melodie d’oltreoceano con Cramerotti Bianchini e Larentis, il 7 dicembre tributo al genio di Chick Corea con il pianista Roberto Gorgazzini (curatore della rassegna Note al Museo con Fanny Meuser) e Fiorenzo Zeni al sax. E si va avanti fino all’8 febbraio. Il programma completo e la biglietteria on line sul sito https://www.museodiocesanotridentino.it/

 

Il professor Andreaus ha varato anche un’operazione di sostanza, più che di immagine, che è l’adeguamento dell’impianto termico del Museo, antiquato, per garantire la miglior conservazione delle opere, specie quelle lignee: trecentomila euro il preventivo, interlocuzione con la Provincia in atto per il finanziamento. Il comodato del dipinto del Concilio avverrà dopo la conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria che coinvolgeranno gran parte del 2023. Con l’architetto Gentilini e l’ingegnere Strauss si è concordata  la scelta di isolare tramite pareti e porte vetrate le due sale del primo piano e le tre sale della scultura al secondo piano, così da consentire di raggiungere livelli di umidità adatti alla conservazione delle opere lignee solo all’interno di questi ambienti. Così si dovranno raggruppare le tavole lignee nelle due sale del primo piano e verrà rivisto l’ordinamento delle altre opere. L’iconografia del Concilio costituirà il tema iniziale del percorso espositivo e verrà spostata la lastra del vescovo Hinderbach per riparare alcune sconnessioni nel pavimento.

 

Il 2023 (volendo, è il 460° anniversario della chiusura di quell’infinito Concilio tridentino cominciato nel 1545 e poi più volte sospeso e ripreso) vedrà anche – ha annunciato Andreaus – il rilancio del sito archeologico della basilica paleocristiana di San Vigilio, chiuso al pubblico da oltre un anno a causa dei lavori di restauro che hanno interessato l’interno della cattedrale, e la riapertura del sito archeologico di Porta Veronensis in collaborazione con il Comune di Trento, a seguito degli interventi di adeguamento impiantistico necessari.

 

Intanto, la mostra “Immagine di Trento dal XVI al XX secolo” (dipinti, stampe, fotografie d’epoca), che tornerà visitabile a fine gennaio 2023 e che ha già attirato un buon pubblico (i visitatori sono tornati ai livelli pre-pandemici del 2019) ha generato una pubblicazione, edizioni VITrend, sostenuta da Provincia e Cassa di Trento, che – in ottanta agili pagine in formato quadrato – dà conto di come è cambiata la città del Concilio in cinque secoli. Il libretto si articola in tre capitoli: storia della città e prime testimonianze iconografiche,  secoli Sette e Ottocento, 65 fotografie sui cambiamenti  tra il 1850 e il 1945. Il volume ha la cura di Domizio Cattoi (unico rimasto a garantire la continuità con l’era primeraniana) e di Lorenza Liandru (nel frattempo migrata all’ufficio comunicazione dell’Università). La new entry dell’ufficio stampa, Margherita Secchi, ha curato parte dei testi e la grafica. E, a proposito di risorse umane, Andreaus ha presentato con orgoglio, oltre a Secchi, la nuova coordinatrice delle attività didattiche Alessia Nardi (scelta fior da fiore tra ben 200 candidati al posto vacante).

 

Tra gli altri progetti una postazione multimediale sulla storia della cattedrale di Trento con un capitolo relativo all’ultimo restauro, ora in fase di completamento. Ma anche i convegni che daranno conto degli esiti dei restauri delle opere lignee condotti negli ultimi 10 anni e della ricerca sulle fasi costruttive di Palazzo pretorio, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia e il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento, con la Biblioteca e Archivio comunale, con la Soprintendenza ai beni culturali.

 

A proposito della cattedrale, tra le ultime foto del libro sulle immagini di Trento, c’è proprio una veduta del Duomo (foto di Giulio Rosetti) con il tetto colpito dai bombardamenti notturni del 2 aprile 1945. Mancavano pochi giorni alla fine della guerra e la guerra produceva ancora i suoi disastri. Vista oggi, dopo altri cento missili russi contro l’Ucraina, è una foto che brucia, che offende, che grida.

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