Ragazzo del 57, giornalista dal 79, troppo piccolo per il 68, ha scansato il 77 ma non la direzione dell’Adige (8 anni 8 mesi e 3 giorni) e la politica (24 mesi in consiglio provinciale tra il 2018 e il 2020)
Multicolore e multinazionale, extravagante ed extraterritoriale, l’OrchExtraTerrestre di Corrado Bungaro e Giordano Angeli ci fa compagnia da vent’anni e sabato sera 26 agosto al Teatro Melotti di Rovereto, nel prologo di Oriente Occidente, dopo un po’ che non si ascoltava dal vivo, ha confermato di saper essere un’Orchestra resistente ma anche un Organismo vivente, un’Organizzazione comunitaria, un Osanna di Osatori, un’Operazione culturale e politica in senso lato (e anche in senso stretto, quando Bungaro, festeggiando Salins e Veliz neoconnazionali, ha detto che dieci anni sono troppi, per ottenere lo status di italiani).
Incluse due esibizioni del simpatico coro di ex stonati e stonate che Bungaro, maestro di inclusioni, al Cdm di Rovereto ha cercato di intonare e risintonizzare (bello il video di Andrea Bertotti, bungariano dentro), sono state quasi tre ore di spettacolo, ricco di ritmo e di risacche, di onde e cascate e sorrisi e grida e risate e rullate e rappate. Scaletta ricca di orienti e occidenti, di settentrioni e meridioni, mediorienti e arabie, ladinità e furlanità, calabrie e sicilie, tarantelle e ninnenanne, oud e nyckelharpa ma anche fisarmonica e sax, violini e violoncello, flauto traverso e percussioni multietniche, melodie lusitane e africane, lucenti e rombanti e tintinnanti, sapientemente intrecciate e riverniciate e rockizzate quando serve, dal regista degli arrangiamenti in mezzo al palco con la sua chitarra elettrica, mastro Giordi da Tenna, armonizzatore e musicoterapeuta.
Tradizioni folk ma anche creazioni originali opportunamente extrarrangiate. Ecco la scaletta molto applaudita da un Melotti bello pieno ma non sold out (replica a Pergine in ottobre, per chi se l’è perso: consigliatissimo). I reintonati intonano Sas cosas bellas de su coro/ Naneddu meu, poi tocca agli intonatissimi exTraorchestrali che attaccano con Cui sa il mio moro, e infilano intrepidi gioiellini vecchi e nuovi: Tea dance (Corrado Bungaro), To the Hills and the Vales (Adele Pardi), Elbes Dolomic, Beddha ci dormi/ Cu ti lu dissi (Rosa Balestrieri arr. Giordano Angeli/Nicola Segatta), Hijaz (Helmi M’Hadhbi), A non d’è (Loris Vescovo), Bint El Shalabya, Ce mai sarà, Baba, Il suono dell’oasi (Emanuela Bungaro), Samori (Alpha Condè, la cui voce risuonò anche ai funerali di Piergiorgio Cattani), Garganica, Baguette (Giordano Angeli), Magumba (Vicente Cossa) e Dança Menina (Tico da Costa).
EXtraconcerto, eXquisito, eXotico. Siano molto lodate e lodati i diciassette (numero scaramantico e astrale, eXtroso) musici Corrado Bungaro, Giordano Angeli, Helmi Mhadhbi, Sara Giovinazzi, Loris Vescovo, Emanuela Bungaro, Adele Pardi, Alpha Condé, Luca Degani, Angel Ballester Veliz, Giovanni Parrinello. Mattia Cappelletti, John Prabhakar Salins, Gianni Morelli, Filip Milenkovic, Carlo La Manna, Lucia Cabrera.
E non sono stati dimenticati gli amici assenti: Tico e Zaharina. Sottratti ai nostri occhi ma ancora echeggianti nelle voci e nei suoni. Volati via da qui. Extraterritoriali, emigrati in altri pianeti o cieli. Loro sì, tecnicamente, extraterrestri.