La storia è scritta dai vincitori e la giustizia viene distribuita da chi ha il monopolio della forza: Alexander Demandt in ''Processare il nemico''
Socialista dal 17° anno d'età, continua a dedicarsi allo studio del pensiero progressista e democratico
Alexander Demandt, professore di storia antica alla Freie Universität di Berlino, ha curato la pubblicazione di una serie di conferenze svoltesi nell’anno accademico 1988/89. Il titolo originario dell’opera "Macht und Recht - Grosse Prozesse in der Gescichte" è stato riportato nell’edizione italiana (Einaudi, 1996) in termini più pregnanti: "Processare il nemico".
Vae victis, guai ai vinti. La storia è scritta dai vincitori e la giustizia viene distribuita da chi ha il monopolio della forza: questi commina insindacabilmente premi e castighi, e ciò con riferimento sia ai nemici “esterni” che a quelli “interni”. A quest’ultimo proposito è chiaro che l’individuo è in balia del potere, anche se il “contratto di cittadinanza” scoperto da Socrate e rielaborato dall’Illuminismo presupporrebbe che lo stato e il cittadino siano posti sullo stesso piano.
La storia lontana e recente gronda di questa “giustizia” sommaria. E chi brandisce la spada per farsi vendicatore delle altrui colpe, cade a sua volta negli eccessi e nelle debolezze di chi ha spodestato (anche Caligola si presentò come moralizzatore e vendicatore delle offese precedenti; poi si vide l’opera sua...: cfr. Arther Ferril, Caligola, Sei ed.,1996).
Non resta che la consolazione platonica: “Subire un’ingiustizia è meglio che recarla” (Gorgia, 469 b). Del resto tutto era stato scritto fin dall’alba dei tempi. Ce lo racconta Demandt, riportando in chiusura di questo saggio una versione della Genesi risalente al V secolo a. C, rinvenuta sull’isola Elefantina in Alto Egitto.
"Quando la sera del quinto giorno della creazione il mondo era finito e Dio pensava di creare l’uomo a sua immagine e somiglianza, chiamò gli angeli per il consiglio della corona. Essi circondarono il suo trono e l’angelo dell’amore fu il primo a parlare: “Signore non farlo! L’uomo amerà solo se stesso, non potrà mai raggiungere il tuo amore”. Poi prese la parola l’angelo della verità: “Signore non farlo. L’uomo seguirà la menzogna; riconoscerà solo ciò che gli è utile”.
Il terzo ad ammonire fu l’angelo della giustizia: “Signore non farlo. L’uomo anteporrà il potere al diritto, e disprezzerà la tua giustizia”. Poi venne il diavolo. Era astuto e sapeva che l’uomo sarebbe stato più simile a lui che a Dio. Parlò e disse: “Signore, devi creare l’uomo, perché altrimenti alla tua creazione mancherà la corona”. Dio allora rifletté e infine decise: “D’accordo, lo creerò. Ma sarà l’unica creatura eternamente incompiuta. Avrà sempre in sé l’amore, la verità e la giustizia come immagini di me, ma non potrà mai realizzarle”. E dalla notte e dal mattino si fece il sesto giorno"