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I bambini protagonisti al Festival di Roma: tre film per tre storie di dolore, abusi e riscatto

Fortuna di Nicolangelo Gelormini (sezione ufficiale), Il futuro siamo noi di Gilles de Maistre e Slalom di Charlène Favier (Alice nella città) sono stati i protagonisti della scorsa giornata di festival. Grandi produzioni per tematiche molto difficili
DAL BLOG
Di Marco Consoli - 20 ottobre 2020

Figura poliedrica , tra le tante cose è produttore discografico e di eventi, attore, fotomodello, influencer

Alla Festa del cinema di Roma grande attenzione alle tematiche sui minori. I tre film presentati sono: Fortuna di Nicolangelo Gelormini (sezione ufficiale), Il futuro siamo noi di Gilles de Maistre e Slalom di Charlène Favier (Alice nella città)

 

FORTUNA

 

Nancy è una bambina timida che vive con i genitori in un palazzone incastonato come un meteorite in un angolo del mondo dimenticato dal bene. Chiusa da qualche tempo in un silenzio che allarma sua madre, viene seguita da Gina, una psicologa dell’Asl distratta e scostante. La bambina sembra non riconoscersi nel nome con cui gli adulti la chiamano e sente di non appartenere a ciò che la circonda. Come in una favola a cui a volte stenta a credere, pensa di essere una principessa in attesa di tornare sul suo pianeta nello spazio.

 

Sono Anna e Nicola, i suoi amici del cuore, a chiamarla Fortuna. Ed è solo con loro che condivide un segreto indicibile, che appartiene a un mondo nero di adulti senz’anima. Una storia liberamente ispirata a fatti realmente accaduti. Il regista descrive così il film. Un sogno ispirato alla realtà. Partire dalla realtà è una delle prerogative del fare Cinema, ma anche uno scoglio contro cui si abbatte, prepotente, l’onda della mimesi come unica forma possibile di racconto. Dinanzi a uno dei più sconvolgenti eventi di cronaca italiana, la narrazione è a un bivio: la ricostruzione giornalistica, con gli imputati al banco e le vittime da compiangere, o la completa reinterpretazione dei fatti.

 

Percepire che un evento così indicibile e nefasto, impossibile da mostrare nella sua escalation di barbarie, avesse bisogno, non di una rappresentazione, ma di uno sguardo disinteressato all’inchiesta e posato sulle labbra di chi quella vicenda non ha potuto raccontarla, ci ha costretto a imboccare la strada più tortuosa: quella del Cinema come riscatto della realtà, nell’immersione catartica dei sentimenti. La sinestesia è un concetto caro all’arte. E il Cinema, che all’arte ha strappato il settimo posto, ne ha ereditato i proponimenti. La via del racconto non si è fermata al volto della protagonista, ma si è addentrata nei suoi occhi, nella sua testa, il suo corpo, il suo sentire. Immaginare che lo spettatore potesse provare gli stessi sentimenti di Fortuna è stata l’ambizione che ha guidato me e Massimiliano Virgilio nel leggere l’inferno imprigionato in questa storia.

 


 

Non solo il tragico caso di una bambina di sei anni, scaraventata dall’ultimo piano del suo palazzo dopo ripetuti abusi, ma l’esegesi di un tradimento. Del desiderio di tutti i bambini di essere amati, tradito dagli adulti. Un desiderio che riaffiora nella mente di chiunque, a tutte le età, in ogni angolo della Terra. Fortuna non è stata tradita da una sola persona, ma dal mondo intero che la circondava. Un universo difficilmente circoscrivibile a Parco Verde, ma in agguato ovunque, purtroppo.

Un tradimento atroce, paragonabile solo a quello inferto da chi ci ha dato la vita: il tradimento della madre. L’adesione a questo sentimento non ci ha consentito di rappresentare i veri personaggi della vicenda, che nella realtà hanno incarnato altri ruoli e pensieri - a cominciare dalla vera madre di Fortuna, che qui non è stata affatto rappresentata - ma di estrarre il seme dal frutto e reimpiantarlo in un terreno nuovo, fertile, foriero di immagini e emozioni.

 


 

Nel rispetto della verità giudiziaria, Fortuna è divenuta una principessa di un pianeta lontano chiamato Tabbis, che combatte disperatamente per far ritorno a casa e sfuggire ai Giganti che le danno la caccia. Durante il suo viaggio s’imbatte nella madre che le chiede di fidarsi lei e le infligge, invece, il colpo di grazia. Il dramma è quello di una società intera contro cui il mondo dell’infanzia va a sbattere, quando la sua innocenza viene profanata. Una collettività buia, incapace di leggere le gradazioni dell’animo umano, arenata a un modello binario che divide il mondo in maschi e femmine, buoni e cattivi, forti e deboli, potenti e indifesi, e che non lascia scampo a tutto quel fiorire di vita che c’è nel mezzo. In quest’ottica, il film ha inevitabilmente assunto la forma del numero due: dalla struttura in due atti, alle inquadrature spaccate a metà, al racconto della realtà riflessa nel mondo interiore di Fortuna. La scrittura ci ha liberato dalla coercizione dell’orrore e ci ha consentito di ridare vita a questa piccola condottiera. Ha vendicato Fortuna, rendendola un personaggio eterno che affronta ogni giorno il suo mostro senza morire mai. L’ha trasformata in un sogno e l’ha condotta su una stella inventata appositamente per lei, per illuminare gli occhi dello spettatore e placare il mio cuore.

 

 


 

IL FUTURO SIAMO NOI

 

Vengono da tutto il mondo, sono bambini che combattono per difendere i propri ideali. I loro nomi sono José, Arthur, Aissatou, Heena, Peter, Kevin e Jocelyn. Non si sono mai sentiti troppo giovani, troppo deboli o troppo isolati per opporsi alle ingiustizie e alle violenze. Al contrario, grazie alla loro forza di carattere e al loro coraggio, hanno cambiato le cose introducendo questi dibattiti a un numero sempre maggiore di bambini. Sfruttamento di esseri umani, lavoro minorile, matrimoni forzati, distruzione ambientale, povertà estrema. Sono coinvolti su tutti i fronti. Per quanto piccoli, si sono resi conto molto presto delle disuguaglianze e delle disfunzioni, sia perché le soffrivano loro stessi sia perché ne erano testimoni. Come ad esempio José Adolfo, che a sette anni ha creato una banca cooperativa in modo da permettere ai bambini del suo quartiere di guadagnare dei soldi grazie alla raccolta di rifiuti riciclabili. Dall'India al Perù, dalla Bolivia alla Guinea passando per la Francia e gli Stati Uniti, questo documentario si propone di incontrare questi bambini che hanno trovato la forza di combattere le loro battaglie per un futuro migliore.

 

I BAMBINI

 

JOSÉ ADOLFO - 13 ANNI - AREQUIPA, PERÙ - DIFESA DELL'AMBIENTE

José Adolfo ha creato all’età di sette anni una banca ecologica che sensibilizza i bambini alla difesa dell’ambiente attraverso la raccolta dei rifiuti e l’attività di riciclaggio. Portando almeno 5kg di rifiuti riciclabili (plastica o carta) i bambini possono aprire il loro conto in banca e successivamente devono portare almeno un chilo di rifiuti al mese per tenere aperto il conto. Questi rifiuti sono venduti poi a imprese specializzate. Come ricompensa i bambini ricevono una moneta che posso utilizzare per acquistare dei prodotti direttamente dalla banca oppure cambiarla con dei soldi veri. A oggi, sono circa 3000 i bambini, dagli 8 ai 10 anni, coinvolti nel progetto di José.

 

ARTHUR - 10 ANNI - CAMBRAI, FRANCIA - SOLIDARIETÀ

A Cambrai, Arthur, dieci anni, vende i suoi dipinti e i suoi disegni per poter acquistare cibo e vestiti per i senza tetto. Il progetto è stato avviato cinque anni fa, supportato anche dai genitori di Arthur che lo vedevano molto desideroso di essere d’aiuto ai più poveri. I genitori gli hanno consigliato di fare qualcosa che amasse, e lui ha scelto la pittura e il disegno. A oggi ha venduto un centinaio di tele; ogni tavola viene valutata tra i 50 e i 200 euro. Con i soldi raccolti grazie al suo talento artistico, Arthur va a fare compere assieme a sua madre e poi distribuisce la spesa tra le persone bisognose per strada. Il suo sogno nel cassetto è di raccogliere abbastanza soldi da poter comprare un immobile e potervi ospitare le persone bisognose.

 

AÏSSATOU – 12 ANNI - CONAKRY, GUINEA - PARITÀ DI GENERE

Idrissa Bah ha iniziato a combattere contro la pratica dei matrimoni combinati all’età di 13 anni. Oggi di anni ne ha 19 ed è presidente dello Young Leaders Club in Guinea. Aissatou, 12 anni, sta seguendo le orme di Idrissa ed è impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne, in particolare contro i matrimoni combinati e le spose bambine. Per sostenere la sua lotta organizza operazioni di sensibilizzazione nelle scuole, nei mercati e incontra instancabilmente le istituzioni. Aissatou si fa anche carico dell'accompagnamento e del sostegno di tutte le iniziative legate ai rari casi di annullamento di un accordo matrimoniale.

 

HEENA - 11 ANNI – NUOVA DELHI, INDIA - EDUCAZIONE ED EMANCIPAZIONE

A Nuova Delhi, Balaknama è un giornale scritto dai bambini che vivono e lavorano per strada e che è destinato a tutti i bambini di strada. Balaknama significa del resto «la voce dei bambini». I ragazzini si occupano di tutte le fasi della creazione del giornale, una sorta di bollettino informativo mensile in cui vengono condivisi articoli che toccano i numerosi problemi che devono affrontare quotidianamente, ma anche le buone azioni alle quali partecipano e le speranze comuni per una vita migliore. Heena, 11 anni, fa parte di questi piccoli giovani reporter che vivono per strada e scrivono articoli in cui ogni storia implica una riflessione approfondita e un lavoro d’equipe degno di una vera redazione giornalistica. I bambini e i numerosi partecipanti del mondo associativo distribuiscono il giornale, organizzano riunioni e letture per i giovani analfabeti a cui Heena fa lezione.

 

KEVIN, JOCELYN E PETER - 10, 12 E 13 ANNI - POTOSÍ, BOLIVIA - UGUAGLIANZA DEI DIRITTI

In Bolivia, paese che conta 11 milioni di abitanti, il lavoro di più di un milione di bambini è crudelmente considerato una prassi comune e del tutto normale, questo a causa dell’estrema povertà che li porta a dover aiutare la famiglia come possono. Un gruppo di bambini lavoratori, occupati principalmente nelle miniere e nelle fabbriche di mattoni, ha creato un sindacato per tutelarsi e proteggersi dai datori di lavoro abusivi. Questo sindacato esiste inoltre per difendere e inquadrare il diritto del lavoro di questi bambini, dichiarandosi a favore della sua regolarizzazione senza età legale e improntato al miglioramento delle loro condizioni di vita e del loro salario, proprio come accade per i lavoratori adulti.

 

SLALOM

 

Il film esplora il fenomeno della manipolazione nel mondo dello sport di giovani in età adolescenziale che trovano nel proprio allenatore una guida, una sorta di guru. Alcuni di loro approfittano della loro influenza arrivando al punto di abusare sessualmente dei giovani atleti. Una triste pratica confermata più volte negli ultimi anni e in vari sport.

 


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