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Regionali, Fratelli d'Italia ora è il centrodestra: Lega e Forza Italia ridotte a comparse e la Lombardia può mostrare quel che accadrà in Trentino

DAL BLOG
Di Luca Pianesi - 13 febbraio 2023

Direttore de il Dolomiti

Fratelli d'Italia, ormai è il centrodestra. L'avanzata del partito di Giorgia Meloni pare inarrestabile e d'altronde con colleghi di coalizione come Salvini e Berlusconi il gioco è facile. Il primo è stato protagonista di un tracollo verticale nel gradimento degli italiani e oggi è più un problema che una risorsa anche per la ''sua'' Lega, tra dirette Tik-Tok e figuracce epiche (si ricorderà quella in Polonia di caratura internazionale). Il secondo, dal canto suo, non è da meno: viene trattato come un poverino che quando parla lo si ascolta per ridere (si veda quando ha annunciato ai giocatori del suo Monza un pullman di prostitute) e si fa di tutto per non prenderlo troppo sul serio, altrimenti sono guai. Le ultime uscite sull'Ucraina hanno fatto imbarazzare anche i suoi più fedeli compagni di partito oltre ad aver messo in cattiva luce tutto il Paese. E allora avanti con Fratelli d'Italia che nel Lazio da sola triplica i voti sommati di Forza Italia e Lega e in Lombardia (feudo del Carroccio dove lo stesso Salvini ha casa e ha mosso i primi passi politici e un tempo di Forza Italia, tempio del Berlusconismo) ha preso quasi 10 punti in più dei leghisti e ha battuto i due colleghi di coalizione sommati.

 

E il caso Lombardia può essere molto utile per capire quel che potrebbe capitare in Trentino tra pochi mesi. La Lega alle elezioni regionali precedenti in Lombardia aveva ottenuto quasi il 30%, Forza Italia il 14,32% e Fratelli d'Italia il 3,62%. Oggi Fratelli d'Italia è al 26%, la Lega al 17% e Forza Italia poco sotto l'8% il tutto in un quadro generale di totale disfacimento dell'opposizione che ormai non compete più con il Pd che ha il gravissimo torto di continuare ad esistere e quindi di non permettere a nulla di nuovo di emergere togliendo anche la semplice speranza che possa essere costruita un'alternativa credibile. E le Primarie rischiano di non servire a nulla. Vinca Bonaccini o Schlein, se non scompariranno tutti quelli che li sostengono, le vecchie guardie che sono ben presenti in entrambi gli schieramenti e da decenni ammorbano gli italiani non verrà fuori niente di buono. Insomma il risultato non potrà che essere quello di prolungare questa lenta agonia facilitando l'avanzata, sempre più poderosa, della destra ''patriota''. Ma tant'è.

 

Dicevamo il Trentino. Anche in Provincia di Trento la Lega è ormai sgonfia, doppiata e in alcuni casi quasi triplicata da Fratelli d'Italia alle ultime nazionali che risalgono a pochi mesi fa. Fugatti è come Fontana il presidente uscente e come lui è un leghista storico (anche se il suo operato non può certo essere paragonato a quello del presidente lombardo con un'esperienza di governo tutt'altro che positiva per i trentina tra sanità che annaspa, opere pubbliche ferme, parte delle Olimpiadi perse). Quindi il dato preso dalla Lega in Lombardia fa ancor più impressione se si pensa che esprimeva anche il candidato presidente (nel Lazio dove questo non è avvenuto Fratelli d'Italia ha preso più del 34%, la Lega e Forza Italia poco più del 6% quando nel 2018 la Lega aveva preso il 10%, Forza Italia il 14% e Fratelli d'Italia era all'8,6%).

 

Ora tutto sta a capire quali sono gli appetiti di Meloni & co. La Provincia di Trento conta poco o niente per lo scacchiere nazionale però è anche vero che Fratelli d'Italia potrebbe essere stufo di portare i voti e far vincere candidati presidenti non suoi, come accaduto con Fontana in Lombardia. Quindi puntare su una sua candidata come Francesca Gerosa (tra l'altro donna e non compromessa con l'amministrazione attuale) potrebbe essere una strada assolutamente da percorrere con successo fino alla fine.

 

Dall'altro lato c'è il problema Lega, però, da non sottovalutare. Il partito di Fugatti certo non brillerà e senza avere il candidato presidente potrebbe sgonfiarsi ulteriormente per tornare in quell'alveo di consenso in cui si barcamenava prima del boom di Salvini del 2018. Con una Lega ridotta sotto il 10% il 25 e passa di Fratelli d'Italia potrebbe non bastare a strappare il successo, pur con tutti i cespugli oggi incarnati da assessori vari che si stringono attorno al loro presidente impauriti dal ''gigante'' emergente. Insomma alla fine, è certo, a decidere sarà Roma. Tutto sta a capire se Meloni e i suoi vorranno tentare di misurarsi forzando la mano per giocarsi il tutto per tutto (sapendo di avere al proprio fianco una Lega scarica e gli altri a far da contorno) oppure accettare ancora un ''giro'' di Fugatti finendo, di fatto, per eleggerlo con i propri voti (con il rischio, però, che non si ripresenti più un'occasione come questa perché ormai sappiamo tutti quanto gli elettorati sono fluidi e le cose cambiano in pochi mesi).

 

Le elezioni in Lombardia mostrano benissimo il quadro della situazione. Ora sta a capire quale disegno eseguire. 

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