Il voto del 22 ottobre è un referendum su Fugatti? Intanto lui diserta i dibattiti ed evita i confronti. Prima viene la sua storia con buona pace di quella di tutti gli altri

''Diciamoci la verità: il 22 ottobre non saranno semplici elezioni ma un vero e proprio referendum su Fugatti. E allora è chiaro, è semplice: chi è con Fugatti vota Lista Fugatti''. C'è poco da fare, lo dice anche l'assessore tecnico, riscopertosi politico in vista delle prossime elezioni, Achille Spinelli: per la destra trentina quello del 22 ottobre è un referendum su Maurizio Fugatti. La personalizzazione del voto, si sa, di solito non porta bene. In genere è l'ultima spiaggia, l'ultimo disperato tentativo di polarizzare il consenso per evitare emorragie di voti e travasi su altri movimenti e blocchi. Ma se è la stessa parte politica che sostiene il governatore uscente a dirlo bisogna crederci. Chi voterà Fratelli d'Italia voterà Fugatti, chi voterà Gottardi e la Civica voterà Fugatti, chi voterà per il Patt voterà Fugatti.

I candidati ci sono, le differenze tra partiti e movimenti anche ma il risultato, a prescindere da amicizie, conoscenze, stima per quello o  per quell'altra, sarà di confermare o mandare a casa Maurizio Fugatti. E d'altronde l'hashtag usato da diversi esponenti dell'attuale maggioranza di governo è un crepuscolare ''dopo Fugatti solo Fugatti''. E così referendum sia. Come scrive lo stesso Spinelli sui suoi canali social: ''Perché complicarti la vita? Se apprezzi i 5 anni di buongoverno e sviluppo che il Presidente Fugatti ha garantito al Trentino, qual è il modo più chiaro, più diretto per sostenerlo e appoggiarlo anche in futuro?''. Il messaggio, tra le righe, nasconde anche un altro assunto: ti è piaciuto Fugatti? E allora non hai bisogno d'altro. E pare che lo stesso presidente uscente stia ragionando in questo modo. Sta disertando praticamente tutti i confronti pubblici (ultimo in ordine di tempo quello di ieri organizzato dalla Cida dove si è parlato di scuola e sanità ma lui non c'era e ha mandato Spinelli al suo posto) dove dovrebbe riferire dei suoi drammatici insuccessi in questi 5 anni di legislatura (si va dal rosso dell'Università per due anni di seguito, mai accaduto nella storia dell'Ateneo, al disastro nella sanità con una delle peggiori gestioni Covid d'Europa, dalle promesse mai mantenute, leggasi Valdastico o sgombero Centro Sociale, all'aver fatto a pezzi l'immagine del Trentino con la non gestione del fenomeno grandi carnivori).

Sta snobbando categorie, professionisti, lavoratori evitando i dibattiti, evitando di spiegare che Trentino immagina per gli anni a venire. In compenso gira il Trentino per presentare il suo libro personale (ieri mentre non era al dibattito dove era stato invitato aveva un doppio appuntamento ad Andalo e Novaledo). Diciamoci la verità: si sta facendo beatamente i fatti suoi con buona pace dei trentini e della democrazia che avrebbe nel confronto preelettorale il momento più importante per permettere ai cittadini di votare in modo consapevole e informato. Ma è la logica del referendum: già sai come sono, decidi tu se tenermi oppure mandarmi via. Tutto il resto non conta io intanto non ti dico cosa ho fatto e cosa ho in mente di fare, ti racconto ''la mia storia'' (questo il titolo del libro). 

Tra poche settimane si saprà se ai trentini interessa di più la sua storia o se sono più interessati alla propria e quella degli altri. Chissà.