Il Patt del ''Franza o Spagna basta che ce se lagna'', ma davvero ce la meritiamo questa telenovela quotidiana?
Direttore de il Dolomiti
''Ve lo meritate Alberto Sordi'' gridava Nanni Moretti in ''Ecce Bombo'' coniando una delle frasi più iconiche e citate della sua carriera cinematografica. Correva l’anno 1978 e il messaggio era diretto a quell'Italia piagnona, conformista, del 'Franza o Spagna basta che se magna', delle giravolte politiche e dell'ipocrisia che nessuno come il grande (certamente uno dei più grandi di sempre) attore romano ha saputo incarnare nella storia del cinema.
In Trentino, il ''grido'' di dolore di Moretti potrebbe essere trasformato in ''ve lo meritate il Patt'', perché a leggere certe dichiarazioni davvero la domanda sorge spontanea: ma davvero ce lo meritiamo questo Partito autonomista trentino tirolese? Davvero ci meritiamo di assistere quasi quotidianamente a uscite a mezzo stampa che mortificano la politica, quella bella, dell'impegno, delle idee, delle proposte, in cambio di aut-aut, di 'io posso andare a destra se non ci sono quelli ma forse anche a sinistra se non ci sono quegli altri'? Davvero dobbiamo pensare che questo movimento sia centrale sulla scena provinciale per qualche strana ragione legata esclusivamente alla storicità del simbolo e dobbiamo sorbirci questa telenovela che va ormai avanti da mesi se non da anni del 'Franza o Spagna' non diciamo 'basta che se magna' ma possiamo dire 'basta che ci si lagna'?
Cosa è successo oggi? Lo spieghiamo: sull'Adige, oggi, è uscita un'intervista al segretario del Patt Marchiori dal titolo ''Noi parliamo con Fugatti, Fdl è fuori'', sottotitolo ''Loro (Fratelli d'Italia ndr) hanno sfiduciato il presidente. Se cambiano le condizioni si riparte da zero''. Come dire stiamo con la Lega se non c'è Fratelli d'Italia, ma siccome sappiamo tutti che senza Fratelli d'Italia, oggi, perderebbe anche Superman (e Fugatti, oggettivamente, dopo questi pessimi 5 anni di prova di governo per i trentini è più un Clark Kent cui hanno infilato in tasca un blocco di kryptonite che l'uomo d'acciaio), nel sottotitolo è racchiuso quel ''ma anche'' che comunque tiene aperta la porticina al partito di Giorgia Meloni (purché accetti Clark Kent-Fugatti candidato presidente?).
Nel pezzo, poi si chiede al segretario di Paolo Piccoli, di Campobase, che qualche giorno fa ha ricordato a tutti come sono andate le cose con Marchiori: c'era un tavolo di lavoro, il Patt era uno dei partecipanti, d'altronde anche in Provincia è sempre stato all'opposizione di questo governo leghista, per non parlare in quasi tutti i comuni del Trentino, a partire dal capoluogo con il vicesindaco Stanchina, braccio destro di Ianeselli, all'improvviso ha smesso di partecipare, si è alleato a Grisenti ed ha aperto un altro tavolo con Gottardi e Kaswalder. Marchiori a questa ricostruzione risponde: ''Noi abbiamo cercato di raggruppare tutti i movimenti autonomisti, territoriali e moderati, perché non abbiamo mai detto che l'alternatività all'attuale maggioranza era l'elemento dirimente. Mentre loro si sono seduti subito al tavolo del centrosinistra''. Insomma Marchiori critica Campobase perché non ha scelto la via dell'ignavia politica come fatto dal suo partito.
E a precisa domanda della giornalista dell'Adige Luisa Maria Patruno: ''A quel tavolo ci sono anche gli ex Patt, Dallapiccola e Demagri con il loro movimento Casa Autonomia. A questo punto, quando anche il centrosinistra arriverà ad indicare un candidato presidente voi potreste mai accettare di far parte di una coalizione con i fuoriusciti dal vostro partito?'', lui secco dichiara: ''No. A quel punto sarà la coalizione a dover scegliere: o loro o noi''. Un messaggio assurdo. Non si capisce perché se alla fine dovessi compiere lo stesso percorso dei tuoi ex alfieri in Provincia invece che dire ''avevate ragione voi, eccoci qua, ricomponiamoci'' dovresti dire ''via di qui: o noi o loro''. Un'immaturità politica sconcertante quando poi, allo stesso tempo, non sembra esserci questa chiusura verso Kaswalder a destra, che pure aveva rotto in polemica col partito e si è candidato, alle ultime elezioni provinciali, contro il Patt (qui una presa di posizione dello stesso Bergamo sulla vicenda Kaswalder-Pruner di due anni fa). E' la politica del risentimento dicevamo, di chi costruisce le sue mosse sul ''quello no'' e ''se c'è lui non vengo''.
Ma se pure il segretario resta sempre in mezzo al guado e pensa di essere (tanto per restare in ambito ''Sordiano'') come la “Sora Camilla..che crede che tutti la vogliano ma poi alla fine nessuno la piglia” veniva diffuso nell'etere un comunicato del duo Bergamo-Gamberoni, vicesegretaria e segretario organizzativo del Patt. Un testo che, pur nella complessità espositiva (in coda il testo integrale), alla fine tenta di far passare Piccoli come un omino un po' confuso (quando il come sono andate le cose in casa centrosinistra è piuttosto chiaro e la fotografia data da Piccoli sulla vicenda Patt era perfetta) e solo e che il Patt è sempre stato coerente con sé stesso.
A questo punto è evidente che quelli del Patt credano di avere ragione, davvero. Non riescono a capacitarsi del fatto che nel mondo non siano tutti come loro e che ci sia anche chi ha delle visioni politiche, qualche ideale, un'idea minima su come dovrebbero andare, più o meno le cose, e quindi finisce per schierarsi almeno a grandi linee. Come si può pensare di poter pensare (e scusate la ripetizione ma siamo nel mondo dell'impensabile, appunto) di stare con la Lega o con il centrosinistra allo stesso tempo? Ai più sembra impossibile, ma per il Patt di Marchiori invece è impossibile capire i più: il suo partito (ed evidentemente lui) è così e sono gli altri che sbagliano ad avere un abbozzo di bussola da seguire. Alla fine questo Patt fa risplendere chiunque una decisione nella vita l'ha presa e continua a prenderla. E' il modello da non seguire politicamente (e l'autonomia non c'entra niente e non a caso non l'abbiamo nominata perché l'autonomia puoi difenderla, svilupparla, migliorarla prima di tutto prendendo posizione sul resto altrimenti risulti poco credibile anche su quel terreno di gioco) e allora, sì ''ce lo meritiamo il Patt'' come ci meritavamo Alberto Sordi. Siamo l'Italia e il Patt è, oggi, il partito più ''italiano'' nel senso stereotipato e deteriore del termine usato da Nanni Moretti, che c'è in circolazione.
Questo il testo integrale del duo Bergamo-Gamberoni
Apprendiamo con stupore dai giornali di oggi le dichiarazioni del notaio Piccoli che danno non solo al segretario del Patt Simone Marchiori ma anche a noi due, quali presenti all’incontro dello scorso 16 maggio 2022, degli smemorati.
In tutta franchezza quello un po’ confuso ci pare sia lui in merito a come sono andate le cose: in modo chiaro e inequivocabile in quella serata è stato condiviso con lui e con i rappresentanti di Campobase presenti di chiamare a raccolta tutte le forze civiche, territoriali, popolari e autonomiste nel rispetto reciproco delle singole soggettività. In quel frangente si era anche considerata l’ipotesi, tanto per essere chiari facendo anche nomi e cognomi, che forze afferenti a quest’area ma che al tempo e tutt’ora fanno parte dell’attuale maggioranza provinciale si presentassero al tavolo.
Sempre in quell’occasione è stato condiviso come Campobase avrebbe dovuto rispondere subito all’appello per poi, se lo avessero fatto anche le suddette compagini, confrontarsi comunque anche con loro sui temi centrali per il Trentino e per la nostra Autonomia. Quello non sarebbe stato un tavolo di coalizione ma un percorso programmatico che avrebbe comunque, una volta conclusosi, lasciato ognuno libero di fare le scelte coalizionali che avesse ritenuto più opportune.
Semmai, il vero problema di quell’incontro, è che il notaio Piccoli non rappresentava alcuno se non se stesso, ed è proprio grazie a questa mancanza di rappresentatività degli interlocutori designati che i rapporti con Campobase si sono pesantemente e per certi versi irrimediabilmente incrinati.