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Guerra agli orsi, la Lega di Fugatti si rifugia nei gazebo: quando tra il dire e il fare ci sarebbe di mezzo la politica ma si prefersce lo scarica barile

DAL BLOG
Di Luca Pianesi - 27 aprile 2023

Direttore de il Dolomiti

Il rimpallo delle responsabilità alla fine non può che portarti lì, in politica, sei sei la Lega di Fugatti in Trentino: sotto un gazebo a chiedere ai tuoi elettori di sostenerti con una raccolta firme che serve solo a compattarsi. Un ritorno alle origini, come ai bei tempi quando potevi dire le peggio cose tanto le speranze di governare erano ridotte al lumicino e si poteva sparare a zero su qualsiasi tema dicendo ''appena arriviamo noi la risolviamo ben la questione dei migranti'', ''vedete Piazza Dante? Diventerà a misura di bambini, basta spacciatori'', ''il Centro Sociale Bruno? Ciao ciao, appena arriviamo noi li sfrattiamo'', ''gli orsi e i lupi? Quegli altri non sanno gestirli, noi ce li mangiamo a colazione''.

 

Poi, per gli strani incroci della vita, a governare ci sei arrivato per davvero e hai scoperto che è molto più difficile del previsto, che le cose che gridavi dal gazebo erano irrealizzabili e tendenzialmente bufale da bar, spacconate, frasi senza costrutto, anche se buone ad acchiappare qualche applauso e sorriso compiaciuto. E la vicenda orso rappresenta la cartina di tornasole della politica leghista fugattiana.

 

Dal gazebo venivano lanciate le bisteccate a base di carne d'orso (poi bloccate dai carabinieri), si promettevano ordine e disciplina, soluzioni sbrigative, si prendevano in giro i Rossi e i Dallapiccola che, faticosamente anche per colpa di un'opposizione fragile nei contenuti che in Aula proprio con Fugatti sbandierava la propria ignoranza irridendo i forestali e dicendo che i lupi non erano tornati da soli sulle nostre montagne (''na barzeleta'' ''na storiela'' la definiva l'attuale presidente della Provincia quella che era una delle evidenze scientifiche più chiare e cristalline di sempre) facendo capire che in qualche modo erano stati reintrodotti. E poi sui social inondavano la rete di immagini truculente di bestie varie morte, mangiate, che avevano fatto la fine che in natura fanno normalmente fomentando paure e aizzando le folle. 

 

Arrivati al governo non hanno più fatto nulla, il tema è stato messo in un angolo, l'unica vicenda nella quale si sono appassionati e ci hanno appassionati tutti è stata quella della cattura di M49: Papillon lo hanno dovuto prendere tre volte perché per ben due volte gli è scappato sotto il naso dopo che Fugatti e Zanotelli si erano mostrati soddisfatti del suo ''arresto'' e della sua reclusione al Casteller. Una vicenda tragicomica da non credere, che ha messo a nudo l'incapacità totale dell'amministrazione messa sotto scacco da un orso per settimane. Purtroppo, però, poi sono arrivate le lacrime vere con la tragedia di Caldes e la morte di Andrea Papi e anche lì la politica da gazebo si è mostrata inadatta. E' cominciato un indecoroso scarica barile del presidente della Provincia che ha accusato tutti di tutto: il Tar, il Consiglio di Stato, gli animalisti, gli ambientalisti, le altre regioni, i cittadini, gli italiani e chi più ne ha più ne metta

 

Si è mostrato su quasi tutti i canali televisivi nazionali e ancor prima di affrontare una discussione partiva con ''no ma non offendete i trentini, i trentini sono quelli del volontariato, sono quelli che vanno a salvare le altre persone''. Strappava qualche applauso, tra le facce stupite dei presenti (nessuno metteva in dubbio la cosa quindi la sua filippica appariva sempre piuttosto fuori posto) e poi qualcun altro abboccava dicendo: ''Sì va bene, ma non è che siete gli unici al mondo che aiutano gli altri'' e lui a quel punto poteva rilanciare sulla difesa della trentinità che solo lui, di fatto, metteva a ''rischio'' proprio con le sue esternazioni pubbliche descrivendo il Trentino come un luogo nella morsa dei grandi carnivori, un luogo del terrore dal quale è meglio stare lontani. Eppure contemporaneamente il suo assessore Failoni diceva che c'è già un +10% di prenotazioni per il turismo rispetto alla scorsa estate, quindi paura dell'orso zero da parte dei famosi italiani, cittadini 'gnurant in cose della montagna che capiamo solo noi. 

 

Quegli italiani che stanno firmando in massa la petizione dell'Oipa per salvare l'orsa Jj4 (sono già più di 330mila le adesioni) che il presidente Fugatti vuole uccidere ma che anche i veterinari trentini e nazionali hanno detto che non vogliono abbattere. Già perché mentre lui cercava di rimbalzare le responsabilità quasi tutti gli esperti e le persone competenti in materia lo smentivano in molte sue dichiarazioni (per esempio i 50 orsi che lui dice fosse il numero previsto è in realtà il numero minimo di sopravvivenza) e chiarivano che a livello politico in questi anni non si è fatto niente per evitare gli incidenti (che pure sono stati pochissimi, solo 9 negli ultimi 10 anni). Ne hanno parlato il Parco Adamello Brenta, lo zoologo del Life Urusu e tanti altri professionisti in materia.

 

In mezzo la vera politica di governo provinciale vista in questi anni: lo spostamento di competenze. La vicenda grandi carnivori, prima, come da logica, era in carica dell'assessorato all'agricoltura, foreste, caccia, pesca, turismo, promozione (anche perché si parla di provvedimenti politici da porre in essere, misure per mitigare il rischio, soluzioni da porre in campo, nuove proposte e idee per il benessere della cittadinanza). Dopo lo smacco della fuga di M49 a settembre 2020 la competenza sui grandi carnivori era passata alla Protezione civile (una follia politica se ci si pensa perché trasformava l'approccio in emergenziale esautorando i decisori politici), poi poche settimane dopo era stato scorporato il Servizio foreste e fauna in due distinti servizi legati alle foreste e alla gestione della fauna (nel quale era finito anche il tema grandi carnivori). E a inizio anno l'altro colpo di scena: alla stessa assessora Zanotelli è stata data la competenza anche sull'edilizia abitativa tolta all'assessora alla salute che era troppo presa dai suoi problemi legati alla sanità (sempre più in difficoltà).

 

Così quelli che sono in difficoltà perché le case Itea mancano o sono fatiscenti o costano troppo possono vedere la loro assessora di riferimento in televisione che parla di orsi e scuote la testa in segno di dissenso quando intervengono gli ''opinionisti da salotto'' sui canali nazionali. Una bella soddisfazione per chi ha un'emergenza abitativa in atto, con magari famiglia al seguito. L'unica consolazione è che almeno è evidente che non si fanno favoritismi in nessun ambito: tutto è fermo allo stesso modo. Tanto quando la situazione diventa troppo intricata si sposta la competenza e si ha qualche mese per dire che ''è appena arrivata la nuova assessora, serve un po' di tempo per capire''. Quant'era bella la vita sotto il gazebo. 

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