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Gestioni grandi carnivori, dalla legge che si usa ai sistemi di difesa il Trentino è fermo a Ugo Rossi e Dallapiccola: persi 5 anni ora si cambi passo

DAL BLOG
Di Luca Pianesi - 26 luglio 2023

Direttore de il Dolomiti

Si può fare tutto, basta volerlo e basta lavorare bene. Purtroppo per 5 anni non si è fatto niente e si è lavorato molto male e i fatti lo dimostrano. Tutto quel che di utilizzabile (non entriamo nel merito del giusto o dello sbagliato qui) ancora esiste è eredità della passata legislatura e la vicenda lupi delle ultime ore lo dimostra. Diffidate, quindi, da quelli che dicono ''serve più autonomia per la gestione dei grandi carnivori'' (e ci riferiamo tanto alla Lega quanto al Pd che negli scorsi giorni ha presentato il suo piano di gestione che in alcuni passaggi ricorda il linguaggio demagogico di stampo leghista): si può già fare tutto basta volerlo e basta lavorare bene.

 

Il volerlo è figlio della legge 9/2018 realizzata da Ugo Rossi e Michele Dallapiccola e avallata dalla Corte Costituzionale (stupirà oggi ma in passato le leggi proposte dal Trentino superavano il vaglio nazionale perché erano fatte e scritte bene, mentre come noto in questi anni di legislatura leghista molte norme caratterizzanti l'operato della giunta Fugatti è andata incontro a sonore bocciature). Quella, come si è visto in questi giorni, permette di abbattere lupi e orsi ''problematici'' che, quindi, semplicemente rappresentano un pericolo concreto per gli allevatori, basta acquisire il parere Ispra e poi si può anche decidere di non seguirlo e di andare avanti per la propria strada. Di fatto questa legge dà pieni poteri al presidente della Provincia tanti quanti il ministro competente. A questa si aggiunge l'articolo 52 dello Statuto che permettere di procedere a cattura o abbattimento anche senza parere Ispra se c'è un pericolo per l'incolumità pubblica (Rossi Jj4 l'aveva fatta abbattere rapidissimamente perché ritenuta pericolosa). Quindi le fattispecie di intervento sono già tutte comprese.

 

Il problema è che però, a monte, ci deve essere il lavorare bene. Cosa vuole dire? Che quotidianamente bisogna mettere in campo le giuste politiche di convivenza con questi animali. Gli allevatori in Trentino vanno tutti messi nelle condizioni di avere recinti elettrificati, avere cani da guardiania, devono cambiare i loro comportamenti spostandosi più su una gestione attiva dei pascoli. Sono processi che vanno guidati e accompagnati dalla politica che invece in questi 5 anni è stata assente (o peggio si è solo lamentata e dato fiato a chi si lamentava). Vanno sostituiti tutti i bidoni nei luoghi dove incide la presenza dei grandi carnivori con bidoni anti-orso e a norma, vanno eliminati i centri di foraggiamento degli ungulati che avvicinano lupi e orsi ai centri abitati si devono mettere in campo le azioni di dissuasione giuste subito, appena i problemi si manifestano. Bisogna investire in prevenzione, sperimentare strategie nuove, mettere in campo novità e idee. Tutte cose che in questi 5 anni non sono state fatte.

 

Sapete perché nel caso dei due lupi di Malga Boldera l'Ispra ha dato parere favorevole all'abbattimento di due esemplari? Perché Malga Boldera rappresentava un esempio di come si può lavorare bene. Risale al 2018 (guarda caso come la legge che oggi usa Maurizio Fugatti) a Michele Dallapiccola assessore e un'epoca in cui le cose si provavano a fare, si tentavano strategie di gestione del fenomeno, magari si sbagliava, si poteva fare meglio senza dubbio, ma si faceva. A Malga Boldera nei primi 10 giorni di alpeggio del 2018 si erano registrate ben 3 predazioni su altrettanti vitelli. Era stata, quindi, installata una struttura fissa di recinti elettrificati costituita da 7 fili elettrici lungo tutto il perimetro del pascolo, cioè 3,2 chilometri, per un totale quindi di 22,5 chilometri di filo pastore. Il pascolo era suddiviso in due settori per una migliore gestione degli animali e per garantire maggior tensione elettrica. E questo modello era stato proposto su altre tre strutture.

 

 

Un modello che ha funzionato alla perfezione. Le predazioni si sono azzerate e i pascoli sono risultati protetti per 5 anni, anche se una piccola falla la si era già registrata nel 2022. In quel caso, si legge nel report Grandi Carnivori 2023, i forestali l'avevano risolta così: ''Nell’anno in esame si è registrato un solo attacco a carico del bestiame custodito dalle recinzioni sopra menzionate, ovvero un giovane bovino predato all’inizio della stagione di alpeggio presso Malga Boldera (Ala), forse a causa della siccità e delle alte temperature registrate da maggio in poi, che hanno ridotto la presenza di umidità nel terreno al punto da compromettere in parte l’efficacia della trasmissibilità elettrica, solitamente garantita dalle messe a terra''. Quest'anno alcuni lupi hanno dimostrato di aver capito come entrare senza restare ''fulminati'' e in pochi giorni sono stati predati due asini 13 vitelle (alle quali ne vanno aggiunte altre solo pochi giorni fa, il 22 luglio). 

 

A questo punto l'Ispra non poteva che dare l'ok alla cattura o abbattimento. Ci troviamo nel luogo meglio difeso, dove tutte le buone pratiche erano state messe in campo. Abbiamo difronte dei lupi che hanno evoluto le loro tecniche di attacco. Gli esseri umani, dal canto loro, in 5 anni sono rimasti immobili e quindi nell'emergenza del momento anche l'Ispra ha deciso di seguire questa strada (discutibile se si deciderà di abbattere due esemplari a caso e non quelli selezionati che hanno imparato il ''trucco''). Ma come ci sono arrivati questi lupi prima o dopo ci arriveranno anche degli altri. E Ispra non darà parere positivo una seconda volta, perché è evidente che ora la ''palla'' passa agli esseri umani. Spetta a noi capire come far tornare sicuro quel luogo (e farne diventare altrettanto sicuri tanti altri).

 

E' quindi essenziale mettere in capo nuove strategie di difesa, aggiornare quelle esistenti, stare quanto meno al passo con gli animali. La politica deve agire, riprendere un percorso virtuoso di impegno e attenzione. Siamo nel 2023 ma sull'argomento per colpa di una politica provinciale inerte il Trentino è fermo al 2018. La convivenza è possibile e Malga Boldera lo dimostra. Servono esseri umani capaci di reggere il confronto in termini di volontà e intelligenza con gli animali con i quali dobbiamo (e vogliamo) andare a convivere. Si può fare tutto, basta volerlo e basta lavorare bene.

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