Da Italia-Brasile a Italia-Germania, la variabile Divina che riapre la partita, il Patt fugattiano senza gamba e fiato e Valduga sotto la sabbia pronto (forse) al gol di testa
Direttore de il Dolomiti
Manca poco al voto, pochissimo: tre mesi esatti con in mezzo un agosto che si annuncia caldo, caldissimo sul piano politico. I blocchi non sono ancora stati definiti, il caos regna sovrano e a questo punto sembra sempre più chiaro che sarà una sfida non soltanto a due, tra centrosinistra e centrodestra ma saranno diversi i candidati presidenti e le liste di sostegno che dovrebbero spingerli in un posto al sole. Quel che è certo è che intorno a Fugatti c'è una sfiducia crescente e il sostegno alla sua persona, anche per ragioni legate al carattere e quindi alle imposizioni e ai veti posti dal presidente uscente, e lo scetticismo monta anche tra chi è a lui più vicino.
Una partita che si poteva risolvere come la più facile delle passeggiate, un Brasile - Italia stile Città del Messico, 1970, 4 a 1 e tutti a casa, ma che proprio per colpa dell'ostinazione di Fugatti rischia di trasformarsi in un match (quasi) aperto: forse non siamo al livello di Italia-Germania 4 a 3 (la ''partita del secolo'') ma qualcosa di comunque contendibile. Già perché è ormai sempre più certo che l'ex senatore della Lega Sergio Divina alle prossime elezioni ci sarà, si dice sostenuto anche da tre liste. E allora il drenaggio di voti rischia di essere davvero impattante per tre ordini di ragioni che andremo a spiegare più sotto.
Questa sera si terrà un incontro forse risolutore per questo blocco ma il sostegno c'è e anche la voglia di esserci per non lasciare il Trentino in mano proprio a Fugatti e ai suoi assessori, legati a doppia mandata al presidente perché ''miracolati'' 5 anni fa quando entrarono con il vento in poppa di Salvini e considerati comunque piuttosto sgonfi di voti (chi più chi meno). Proprio sugli assessorati si gioca buona parte della partita interna alla destra. E' chiaro che molti degli attuali scompariranno senza nemmeno rientrare in consiglio e la loro unica speranza (il loro unico salva vita politica) è rappresentata proprio dalla presenza del candidato presidente Fugatti. Insomma pur di salvare assessori e assessore impopolari si rischia di rimettere in discussione addirittura la vittoria.
Poi c'è il problema Patt, un vuoto a perdere che comunque vada segnerà un insuccesso. Dai rumors Fugatti avrebbe già promesso 2 assessorati agli autonomisti, allargati a Kaswalder e Grisenti perché di tre liste se ne farà una con Patt, Pt e Ap, (stando così i fatti si potrebbe ipotizzare che la poltrona spetterà a Tonina e Ossanna) con Panizza già piazzato a fare il segretario di Fugatti in Regione (la delibera doveva essere votata già mercoledì scorso ma sarebbe stata sospesa e fatta slittare ai primi di agosto). Un atto che quando si concretizzerà (viene dato per certo ma finché non si vede non ci si può davvero credere tanto sarebbe incredibile) non potrà che far storcere il naso ad elettori e cittadini.
E qui arriviamo al drenaggio di voti che dicevamo prima. Se è vero, come sostenuto da sondaggi e sensazioni (spesso coincidono), che il centrodestra avrebbe un vantaggio di almeno 10-15 punti percentuali sul centrosinistra (la spariamo? Diciamo 35 centrosinistra e 50 centrodestra con un 15 per cento che si dividono gli altri movimenti esterni, da Onda con Degasperi ai 5 Stelle con Marini) la ''variabile'' Divina potrebbe diventare davvero decisiva. Autonomisti veri, riconosciuti, posizionati sul centro-destra, drenerebbero via i voti del Patt come se nulla fosse proprio in quella direzione (gli autonomisti che in qualche modo si sentono di centro-sinistra o comunque non di destra invece andranno su Casa Autonomia e il duo Dallapiccola-Demagri). Il Patt, in più, a questo punto resterebbe alleato degli ''odiati'' Fratelli d'Italia (sempre che alla fine Roma dia l'ok ma occhio che in questo senso la figura di Fugatti non pare ancora ''blindata'', anzi) e dunque il loro apporto si ridurrebbe ulteriormente (se passi i mesi a dire ''mai con Fratelli d'Italia'' e poi ti ci ritrovi alleato e sia a destra che a sinistra hai degli autonomisti capaci e pronti che hanno dimostrato di non accettare compromessi e sono rimasti coerenti con le loro idee e con quanto professato difficile poter sperare in grandi cose).
Al drenaggio del Patt, ridotto a questo punto ai minimi termini ma magari già tranquillo di poter godere di due assessorati (che quindi verrebbero tolti a chi i voti li ha davvero come Fratelli d'Italia e con ogni probabilità Gottardi e la sua lista che sono gli unici ad essersi mossi davvero in questi mesi, mentre della famigerata lista Spinelli al momento non se ne sente parlare e molti la danno ancora in alto mare) si aggiunge il drenaggio della Lega con Divina, Civettini e la base storica del Carroccio trentino. Una Lega di Fugatti già in grande difficoltà dopo questi 5 anni di governo e spolpata, elettoralmente, da Fratelli d'Italia, che con Divina in campo rischierebbe di precipitare. A quel punto la partita sarebbe riaperta? Difficile dirlo. Il centrosinistra, non sembra in grado di riuscire a fare qualcosa di più di quello che non sta facendo. C'è chi si muove e bene (Casa Autonomia, Campobase, Azione girano i territori, organizzano incontri) il resto è zero.
Il Pd è schiavo delle proprie correnti, come sempre, e anche il giovane segretario ha già sposato perfettamente questa mentalità. La partita è su chi mettere in lista tra i propri e tra gli altri (Zanella e qualche figura di Futura alla fine rientreranno nel listone del Pd?) e chi no. Del territorio, dei gazebo, degli incontri, al momento sembra interessarsi poco. E poi c'è il problema Elly Schlein da affrontare. La si vuole in Trentino per spingere la campagna elettorale? Al momento sembra esserci un no secco da parte di tutti gli alleati e di buona parte del Pd stesso (e a ragione veduta perché la segretaria rischia di far perdere i voti invece che farli guadagnare). Insomma la partita è aperta, non sarà mai ''bella'' come quell'Italia-Germania dei mondiali in Messico ma forse non sarà nemmeno già scritta come quell'Italia-Brasile.
Dimenticavamo di nominare il frontman: e Valduga? Silenzio. Mistero. Non si sa bene dov'è e cosa fa (ogni tanto appare, portato in giro dai casa autonomisti, dai campobasisti e dagli azionisti ma per esempio una bella conferenza stampa post presentazione eventi Music Arena di Fugatti per porre domande, perplessità, dubbi su una vicenda che ha dell'incredibile ma che tolte le solite interrogazioni vede le opposizioni silenti, come sempre? Almeno ci farà sapere se vuole Schlein, Caledenda, Renzi, Fratoianni a spingere la sua candidatura?). Per restare sulla metafora calcistica (più o meno) ricorda Aldo del trio Aldo Giovanni e Giacomo in Tre Uomini e Una Gamba: nascosto sotto la sabbia forse è pronto a spuntare fuori all'improvviso per il colpo di testa che segnerà la vittoria decisiva. Forse. Sperando in un cross, un passaggio, che non si sia addormentato.