La proposta di riforma dei 5 Stelle? Demagogica. Il rinvio? Noi non dobbiamo rendere conto a nessuna piattaforma web
Eletto presidente della Provincia di Trento per la prima volta nel 1999 resta in carica fino al 2012 quando si dimette per entrare poi alla camera dei deputati con la lista Scelta Civica nel 2013
Il collega Fraccaro, che di per sé sarebbe anche una brava persona, quando deve rivestire i panni del grillino d'assalto diventa purtroppo inopportuno, se non maleducato. Lo dimostra il suo pezzo su questo giornale. Francamente mi dispiace. Ma le tesi che sostengo in Parlamento sono quelle che penso; sono in pace con me stesso e questo mi basta.
Sono Presidente di un Gruppo Parlamentare piccolo ma libero, che liberamente ha scelto di stare dentro una maggioranza e di sostenere il Governo. Per mia fortuna, diversamente dal collega, non devo leggere su nessuna piattaforma informatica privata ciò che devo pensare e dire. La proposta di rinvio in commissione del testo grillino che ho fatto ieri in Aula, sarà magari anche stata un piccolo sacrificio, perché è più comodo votare nell'ombra che alzarsi a parlare di fronte a tutti, ma non era affatto in contrasto col mio pensiero; anzi.
Per questo l'ho fatta volentieri a nome del mio Gruppo e di tutta la maggioranza. Ricatti ai voleri del Premier? Se il collega avesse avuto la cortesia di ascoltare le mie parole, avrebbe colto che - in realtà - la mia era innanzitutto una critica proprio a Renzi. Spesso, infatti, per chiedere un voto per il Sì, egli usa parole d'ordine che lisciano il pelo della demagogia e del populismo. Col risultato che i grillini alla fine rilanciano queste parole d'ordine e le usano, moltiplicate per mille, contro il Premier e la sua maggioranza. Perché, come demagoghi, loro sono più spregiudicati.
La proposta di trattare la questione delle indennità di carica dei deputati e dei senatori proprio ieri (cioè alla vigilia di un Referendum che potrebbe modificare radicalmente proprio anche l'assetto delle due Camere) non aveva nulla a che vedere con la comprensibile esigenza di dare segnali di sobrietà. Era una mossa - abile - nell'ambito di questa battaglia di effetti speciali tra M5S e Premier. Perché avremmo dovuto dare il nostro contributo alla strategia grillina, partecipando oltre tutto a questa sfida al ribasso per la nostra democrazia parlamentare?
A noi - diversamente che ai colleghi grillini - essa sta molto a cuore. Perché nessuno ha ancora inventato un sistema alternativo, capace di dare, nonostante tutto, le stesse garanzie di equilibrio e di rappresentanza democratica. Neppure il M5S.
Detto questo, se si vuole discutere di allineare i trattamenti dei parlamentari (peraltro oggi già giustamente molto meno favorevoli rispetto solo a qualche anno fa), a parametri europei o ad altre normative, noi siamo pronti. Ci sono tante proposte e altre possiamo elaborarle, con serietà e buon senso.
Se invece si vuole agitare, di fronte ad una comunità già turbata da una crisi senza precedenti, il drappo rosso del "dagli alla casta" (pur avendo accettato di farne parte) e completare così l'opera di demolizione delle istituzioni avviata da corruzioni e inefficienze, allora non contate su di noi.