Da Papa Francesco a Bauman: è da Assisi che arriva un'aria fresca
Eletto presidente della Provincia di Trento per la prima volta nel 1999 resta in carica fino al 2012 quando si dimette per entrare poi alla camera dei deputati con la lista Scelta Civica nel 2013
Qui ad Assisi si respira un'aria fresca. E non solo per l'accenno di autunno che inizia a rinfrescare le colline umbre. Tre giorni di incontri sotto il titolo "Sete di Pace", organizzati dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Famiglia Francescana in ricordo dei trent'anni dalla prima edizione voluta da San Giovanni Paolo II.
Esponenti autorevoli delle diverse confessioni cristiane, ebrei, islamici, buddisti, laici non credenti: tutti riuniti non per una passerella di rito, ma per riflettere con sincerità sul difficile percorso verso la pace e l'incontro tra le religioni.
Oggi arriva Papa Francesco, a concludere le tre giornate col carisma della sua testimonianza.
Colori diversi dei costumi e della pelle delle persone; colori di Assisi. È una raffigurazione di una "estetica della pace", come l'ha definita Andrea Riccardi nella sua introduzione. "Ma non c'è alcuna indulgenza all'ingenuità. Abbiamo bisogno - ha detto sempre Riccardi - di dare forza e coraggio al duro processo di liberazione dal potere malevolo degli integralismi, dei fondamentalismi, dei nazionalismi di ogni genere".
"La luce in fondo al tunnel è ancora lontana - ha aggiunto Bauman, lucido portatore della cultura umanistica dei non credenti - e il percorso sarà difficile e doloroso. Il mondo attuale, nella sua configurazione globalizzata, ha messo in discussione la millenaria dialettica tra il "noi" e gli "altri": queste categorie oggi sono interpretate senza serenità, senza mediazioni, senza conoscenza, spesso con l'angoscia che produce violenza". E non a caso ha citato tre principi cari a Papa Francesco: dialogo, equità, educazione.
Tre giornate importanti, non solo per la prospettiva strettamente religiosa, ma anche per alimentare di nuova linfa la vita civile e la stesa politica. Una vita civile e una politica che hanno estremo bisogno del contributo delle religioni e delle culture umanistiche, se esse - come accade ad Assisi - sanno non certo disconoscere le rispettive diversità, ma comporle in un mosaico di rispetto e di collaborazione. Sono arrivate anche qui naturalmente le grida sguaiate di Pontida. Esse fanno parte del tunnel, non della luce. Sono parte del problema, non della soluzione.
Il futuro della democrazia, della pace, della nostra stessa sicurezza dipende invece piuttosto dalla forza e dalla costanza dello Spirito di Assisi.