Ecco il Busch Trio, tra le formazioni cameristiche più raffinate e apprezzate della scena internazionale


Analisi, recensioni, presentazioni delle grandi opere nella prestigiosa sala della Società Filarmonica di Trento
Il Busch Trio, tra le formazioni cameristiche più raffinate e apprezzate della scena internazionale, sarà protagonista di un atteso concerto giovedì 13 marzo alla società Filarmonica di Trento. Con una carriera in costante ascesa e una solida reputazione per l’intensità espressiva e la profondità interpretativa, il trio rappresenta un’eccellenza nel panorama della musica da camera. Il concerto offrirà al pubblico l’opportunità di ascoltare dal vivo un ensemble che ha saputo conquistare critica e pubblico con esibizioni di rara sensibilità artistica (Qui info).
l giovane trio, che prende il nome dal leggendario violinista Adolph Busch, è riconosciuto come il più affermato trio britannico con pianoforte della nuova generazione, ricevendo riscontri entusiasmanti dal pubblico e dalla critica in tutta Europa.
Omri Epstein, “il sensibile pianista del gruppo”, Mathieu van Bellen, il cui “bagliore risalta eloquentemente”, e Ori Epstein, con il quale ci si sente “afferrati in un caldo abbraccio”, hanno tutti ricevuto premi come solisti in concorsi internazionali. Uniti da una profonda passione per la musica da camera e ispirati dal possesso di Mathieu del violino che fu di Adolf Busch, J.B. Guadagnini (Torino, 1783), sono stati riconosciuti per i loro successi e per il loro incredibile brio.
Fin dalla sua costituzione nel 2012 a Londra, il trio si è esibito regolarmente in tutte le principali sale da concerto e festival europei. La loro recente performance presso Wigmore Hall ha riscosso il successo della critica, tanto che sul The Times si scrive: “… Quello che ha impressionato di più è stata la loro naturale musicalità e la loro unità di pensiero e negli attacchi. Il trio sembrava addirittura respirasse in sintonia.”
Recentemente hanno concluso un tour in Cina, hanno collaborato con Michael Collins, Bruno Giuranna e hanno tenuto recita presso il Purcell Room di Londra, presso il King’s Place, il Bussels’s Bozar e il Concertgebouw di Amsterdam. La loro recente performance del Triplo Concerto di Beethoven a Bruxelles con l’Orchestra Sinfonica di Varsavia e Karina Canellakis è stata trasmessa in diretta su Belgiu Musiq3, e tuttora suonano frequentemente per BBC Radio 3, Dutch Radio4, Radio France e Deutschlandfunk, Ndr e Wdr in Germania.
La stagione proseguirà venerdì 21 marzo con il Vision String Quartet. Questa formazione tedesca si distingue per il suo approccio innovativo alla musica da camera, unendo tradizione e modernità con un’energia contagiosa. Con un repertorio che spazia dal classicismo a sonorità più contemporanee, il quartetto promette un’esibizione avvincente, confermando il proprio ruolo di protagonista nella scena musicale internazionale.
Note al programma di Alessandro Arnoldo
Il Trio op. 1 n. 2 di Beethoven è un’opera giovanile che già mostra il suo spirito innovativo. Dopo un’introduzione lenta e maestosa, l’Allegro vivace si sviluppa con brillantezza e vivacità ritmica, mentre il pianoforte e gli archi dialogano con grande dinamicità. Il Largo, con la sua atmosfera contemplativa e lirica, richiama l’intensità delle future opere beethoveniane. Lo Scherzo sorprende per il suo carattere leggero e incalzante, mentre il Finale, con il suo slancio energico e i passaggi virtuosistici, conferma il carattere audace del compositore.
Il Phantasie Trio di Frank Bridge è un’opera di forte impatto espressivo. Strutturato in un unico movimento, fonde sezioni contrastanti che alternano momenti di intensa cantabilità a passaggi ricchi di tensione drammatica. La scrittura pianistica è fluida e avvolgente, mentre archi e pianoforte dialogano con una sensibilità armonica raffinata. L’influenza di Brahms è evidente, ma si percepisce anche un uso impressionistico del colore sonoro, che richiama Debussy e Ravel. Il pezzo riflette il gusto britannico per una musica evocativa e profondamente espressiva, capace di trasmettere malinconia e slanci lirici con grande naturalezza.
Il Trio n. 1 op. 49 di Mendelssohn è considerato uno dei massimi capolavori della musica da camera. Il primo movimento si apre con un tema appassionato e ricco di pathos, sostenuto da un accompagnamento pianistico tempestoso e arpeggiato. L’Andante è una melodia intima e dolce, che richiama le romanze senza parole del compositore. Lo Scherzo, leggerissimo e impalpabile, strizza l’occhio alle atmosfere fiabesche tipiche di Mendelssohn, con un gioco di pizzicati e figure ritmiche rapide che sembrano danzare nell’aria. Il Finale è impetuoso, caratterizzato da un tema appassionato e una scrittura pianistica di grande virtuosismo. Il movimento si conclude in un climax trionfale, suggellando il carattere eroico dell’intero trio.
In questo concerto, le tre opere offrono una straordinaria varietà espressiva e stilistica: la sintesi tra classicismo e innovazione di Beethoven, la sensibilità raffinata di Bridge e la forza melodica di Mendelssohn. Tre modi distinti di concepire il trio con pianoforte, ma accomunati da una scrittura di grande valore, che esalta le potenzialità espressive di questo organico.