L'estate delle mascherine e dei saluti col gomito sta finendo: e pensare che un tempo viaggiavamo senza aria condizionata
Amo raccontare frammenti di vita e tutto ciò che lascia un segno
Ed anche questa estate sta finendo. L'estate delle mascherine e dei saluti col gomito. Col suo caldo e le sue notizie, con gli svaghi ed i pensieri del rientro. Per tanti anni la mia estate è stata treno più mare. Il treno del caldo, degli incontri, dei binari, delle valige a destinazione. Il mare, quello del centro o del sud Italia, del relax e dei sogni. Sento ancora quella sensazione di appiccicaticcio, con l'aria condizionata rotta e l'acqua finita.
L'apprensione per chi sarebbe salito e si sarebbe seduto accanto a te, o ancor più per chi avrebbe condiviso la cuccetta. Vedo i sorrisi delle ragazze e dei ragazzi nelle tende e l'emozione di tenersi per mano. I miei ultimi viaggi estivi sono stati in macchina. Poca attenzione ai cartelli, navigatore sempre acceso e tablet a gogò. Racconto ai miei figli i viaggi col finestrino aperto, i sonni sul sedile posteriore, gli aneddoti sui luoghi attraversati.
Erano anni luce di distanza. Le canzoni in macchina, anzi, quella stessa canzone per 15 ore, appartengono al passato. I miei figli sono grandini, ormai, e tutto ciò che non è pieno di qualcosa viene velocemente classificato come noia. Per fortuna il fascino del mare riesce ancora a catturare. Anche due preadolescenti.
Estate con mascherine. Più o meno. Ho percepito lo scetticismo ed il timore, spesso anche la confusione. Il 15 agosto, la mattina presto, i bar erano già pieni di ragazzi assonnati. Tanti giovani sono stati vicini. Troppo, in alcuni casi. Tra breve tempo si tornerà alle distanze. Per noi insegnanti è ormai ora di riprendere. Online, intanto. È ora di pensare ad altro. Di cominciare col piede giusto. Magari concentrandosi sulle imminenti elezioni.