In Trentino c'è il rischio nebbia e se ci voleva Striscia è la conferma che usciamo tutti un po' più sconfitti
Amo raccontare frammenti di vita e tutto ciò che lascia un segno
Davvero si spaccia alla luce del sole in piazza Dante? Non credo ci siano dubbi. Non perché è arrivata Striscia la Notizia. Non perché si sono sollevate forti alcune voci, anche politiche. Ma perché - credo sia questa la realtà - usciamo tutti un po' sconfitti dalla lotta allo spaccio. Piazza Dante ne è solo una triste evidenza.
Tra le mie vecchie foto in un cassetto, ce n'è una in cui gioco con i piccioni e guardo i cigni. Ero una piccolina col suo papà. Che vedeva il bello di ciò che le stava vicino. Non credo che fossero ingenui i nostri genitori. Forse, semplicemente, alla fine degli anni '70 i luoghi di spaccio erano altri. Ricordo, più grande, quando venivo messa in guardia dal passare in certe strade. Universitaria, ricordo alcuni luoghi attraversati un po' di corsa per non incontrare persone pericolose. Ricordo di avere segnalato più di una volta alle forze dell'ordine la presenza di siringhe. Una volta, in un parco, le hanno viste dei miei alunni in uscita. Bello spettacolo per la nostra città.
Spiegavo Dante, qualche giorno fa, in classe. Per i ragazzi, quella di fronte alla stazione è prima di tutto la piazza con la statua del poeta. Per alcuni è dove si pattinava. O dove si faceva educazione stradale. Per i più piccoli, dove c'era la casetta di Babbo Natale. Sarà una specie di destino che fa essere più problematiche le zone nei pressi della stazione? Può darsi, ma il problema rimane. Eppure i tentativi di cambiare volto a Piazza Dante ci sono stati: il parco giochi, il caffè, gli eventi, i mercati. Ma poi tutto come prima. Desolatamente. In una piazza che è vicina a luoghi rappresentativi come il Palazzo della Provincia e la Regione. Niente, negli anni, sembra davvero cambiato.
Che ci sia tanto lavoro da fare lo dimostra anche il servizio di Striscia, nel momento in cui porta la testimonianza di giovani favorevoli allo spaccio. Come sempre, c'è da lavorare coi giovani. Ma forse ancora di più con chi dà tutto come perso. Con chi non ci prova più. Con chi si arrende. Con chi fa finta che tutto vada bene. Che piaccia o no, in Trentino c'è il rischio di forte nebbia. Che non comunica tutti i dati Covid ai suoi cittadini. Che nasconde le conseguenze dell'inquinamento. Che glissa sulle aree ex industriali. Che tace sulla 'ndrangheta. Che non affronta alle radici il problema dello spaccio.