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Covid e scuola, dall'ansia per il primo giorno ai bambini che ci insegnano (ancora una volta) che sono più bravi di noi adulti

Questa prima settimana sarà la più difficile. Perché non tutto è chiaro. Perché ci si deve organizzare. Perché bisogna capire cosa cambiare e come. Sapendo che, alla fine, non è poi così tragico misurare la temperatura col termoscanner, tenere le distanze, oppure indossare la mascherina
DAL BLOG
Di Idil Boscia - 16 settembre 2020

Amo raccontare frammenti di vita e tutto ciò che lascia un segno

È da parecchie notti che non riposo bene. Quest'ultima ho persino avuto un incubo: una collega, a mia insaputa, aveva unito alcuni banchi, accettato che i ragazzi si togliessero la mascherina e persino che si parlassero da vicino mentre mangiavano. Niente di tutto questo nella realtà. Lo ammetto, lunedì mattina mi sono sentita come una scolaretta in una nuova scuola. Spaesata. Preoccupata. Col timore di investire tanto in qualcosa (la didattica in presenza) che magari finirà presto. Col desiderio di dare del mio meglio. Con la voglia di cominciare nel miglior modo possibile.

 

Per un insegnante il 1° settembre, ed ancor più il primo giorno di scuola dopo le vacanze, è molto più di un nuovo anno scolastico. È qualcosa che mette in campo aspettative e desideri importanti. Da genitore vivo qualcosa di simile, ma con lo sguardo da mamma invece che con quello da prof. Anche se scindere le due cose è difficile. Abbiamo iniziato insieme, io ed i miei figli, anche quest'anno. È bello augurarsi un buon inizio ed un buon  percorso. Come è bello vivere la scuola un giorno dopo l'altro, seppure in ruoli e scuole diversi. 

 

Ho visto la gioia della prima elementare, l'attesa di ciò che sarà nei ragazzi di terza media, la trepidazione di chi ha dei bisogni speciali. Oggi come in passato. Mi stupisce sempre la capacità dei ragazzi di vivere i cambiamenti. Sono più bravi di noi adulti, spesso. E quanti problemi, a volte, ci facciamo come genitori. Problemi che poi, pian piano, vengono sgonfiati dai protagonisti della nostra scuola: i nostri giovani. Quei giovani che, seppur così fragili, sono capaci di adattarsi e di trovare una sorta di equilibrio. 

 

 

Molte attività che, come docente, avrei proposto, sono totalmente da ripensare, perché le distanze e le regole per la sicurezza non le rendono possibili. Ho, dunque, uno stimolo a pensare qualcosa di nuovo. Un passo alla volta. Il mio io - insegnante - ed il mio io - genitore - credono che sia importante prendersi il tempo per le cose importanti. Assaporare. Camminare senza fretta. La scuola cambia la quotidianità di tutti e ci pone davanti, soprattutto oggi, tante fatiche. Ma anche molte sfide. Non solo per incastrare al meglio ogni cosa, ma per vivere nel modo migliore le nostre giornate di scuola. Consapevoli dell'importanza di andare avanti insieme, nonostante le difficoltà che ci sono e ci saranno.

Questa prima settimana sarà la più difficile. Perché non tutto è chiaro. Perché ci si deve organizzare. Perché bisogna capire cosa cambiare e come. Sapendo che, alla fine, non è poi così tragico misurare la temperatura col termoscanner, tenere le distanze, oppure indossare la mascherina.

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