Voucher, non escludere le piccole e medie imprese
Segretario politico del Patt e Senatore nella XVII legislatura
Serve un intervento chirurgico sulla normativa per rimuovere quegli elementi che possono portare a un utilizzo improprio, ma salvaguardando il principio di uno strumento che ha portato all'emersione del lavoro nero e favorito l'incontro tra la domanda e l'offerta per i lavori di natura occasionali e accessori.
Purtroppo quello sui voucher ha assunto i connotati del dibattito ideologico. E non ci si rende conto che esistono settori, dall'agricoltura al turismo, dalla ristorazione ai bar, ai servizi, dove forte è la domanda di lavoro occasionale volto a tamponare situazioni di emergenza, a garantire la qualità del servizio o del prodotto, come chi lavora in questi settori sa bene.
È un fatto importante che nella proposta che sta maturando in Commissione alla Camera non siano state escluse le imprese e i professionisti senza dipendenti, ma si deve trovare una soluzione anche per tutte le altre. Per questo, quando la discussione giungerà in Senato, come autonomisti presenteremo delle precise proposte.
I numeri vanno letti con attenzione. L'exploit dei voucher è legato all'emersione di una serie di situazioni lavorative, dal lavapiatti alla donna delle pulizie, dove il nero la faceva da padrone. Per questo occorre un intervento minimo, sulla scia di quello che è stato già fatto in questa legislatura, per contrastare gli usi impropri e per evitare un referendum che ci farebbe tornare indietro nel tempo, quando invece il tema è come produrre più investimenti e dare maggiore competitività al nostro tessuto economico-produttivo.